UNA INESAUSTA RICERCA DELLA QUALITà
«Questa è la lezione più importante. Lasciate che venga dal profondo di voi stessi, non tenete le distanze. A volte guardavo la mia mano muoversi da sola. Era quasi una scrittura automatica, una scrittura spiritica. Questo è il modo giusto di fare le cose, il modo che produce cose di valore, dove non c’è separazione tra l’artefice e il suo prodotto. Quando succede, te ne accorgi. Lo senti e basta. È semplicemente fantastico. È tutta un’altra cosa. Ma si ottiene solo al prezzo di una lunga frustrazione».
È la chiusa di una relazione autobiografica sul processo creativo svolta da Robert Pirsig (1928-2017) il 20 maggio 1974 per gli studenti del Minneapolis College of Art and Design, poco dopo la pubblicazione e la strepitosa accoglienza del suo Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (1974), uscito in Italia da Adelphi nel 1981.
Il testo citato è contenuto nella sua nuova breve raccolta, Sulla Qualità. Scritti scelti e inediti, anch’essa uscita per Adelphi.
Il libro, dice Wendy Kendall, curatrice e seconda moglie di Pirsig, ha lo scopo di «offrire una piccola selezione di scritti sul tema centrale di tutta la sua opera: la Qualità, un concetto ricorrente nei suoi lavori pubblicati, ma che a volte è messo in secondo piano dalle vivaci descrizioni dei viaggi». Per “lavori pubblicati” Kendall intende i due volumi Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta e il successivo Lila. Indagine sulla morale, (1991) gli unici libri di Pirsig.
Entrambi sono autobiografici e raccontano la ricerca della Qualità intrecciata ad alcune vicende della sua esistenza.
Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta ebbe una formazione assai tormentata, sia nella concezione e scrittura sia nella produzione, come l’autore racconta autoironicamente nella relazione appena citata.
Dei centoventuno editori consultati nessuno lo volle pubblicare perché disinteressati o spossati dalle lungaggini dell’autore nel produrre il testo definitivo. Fece eccezione di James Landis, il direttore editoriale della William Morrow & C., che persistette perché il libro lo incuriosiva, anche se non nutriva alcuna speranza che il tema avrebbe attirato più di qualche lettore.
Com’è noto il libro ebbe invece una risposta di pubblico inimmaginabile, esaurì un’infilata di riedizioni una dopo l’altra e si diffuse pressoché ovunque. In poco tempo divenne un’opera di culto di quell’epoca straordinaria.
Per la verità Pirsig aveva progettato un altro libro prima dello Zen ma non riuscì a scriverlo, nonostante vi avesse dedicato molto tempo e stress personale e familiare. Egli lo considerò sempre il suo primo, ancorché materialmente inesistente: «Insomma, quello fu il primo libro. È una sorta di processo che credo sia importante attraversare, prima o poi. Il grande sforzo che non produce nulla. Il grande blocco».
Nell’analisi del pensiero umano svolta dall’autore, la Qualità emerge come principio fondamentale e imperituro già per i presocratici e ancora più indietro. In Omero appare chiaro che, anche dopo la morte dell’eroe, il suo valore non scompare, anzi: il processo alchemico della durata virtualmente infinita del valore è proprio la Qualità.
Pirsig non crede a un percorso di «conoscenza e realizzazione di se stessi» limitato ai piani teorico e didattico, ma lo applica alla pratica personale, come dimostra nei due testi. L’esperienza si persegue col «mettere in relazione i valori umani e quelli tecnologici e cercare una base comune che consenta di passare dagli uni agli altri». Così da giungere a una filosofia che conduca alla qualità della vita più che del pensiero, alla saggezza
IL LIBRO SULLO ZEN E LA MOTOCICLETTA FU RIFIUTATO DA 121 EDITORI. MA QUELLO GIUSTO LO PORTò AL SUCCESSO MONDIALE
più che al sapere. La Qualità è duplice: statica e dinamica, aspetti il cui rapporto costituisce il tema principale di Lila. Indagine sulla morale (Adelphi 1992) La loro alternanza crea l’unico tipo di equilibrio possibile, una danza volta a mantenere alta nella vita l’etica dell’energia creativa.
Va ricordato che il titolo Lila potrebbe alludere alla rasa-lila della tradizione indiana, la danza dell’amore universale che il dio Vishnu, nel suo avatar di Krishna, infonde in Radha e nelle gopi, le pastorelle del celebre mito, simbolo dell’eterno amore divino per l’umanità.
Pirsig nel tormentato periodo di auto formazione a cui allude nel testo in apertura, che lo avrebbe reso filosofo e scrittore, trascorse diversi anni presso la Banaras Hindu University di Varanasi e fu fortemente influenzato dalle filosofie indiane oltre che dallo zen giapponese. La sua intenzione di scrivere – dopo Lila – un altro saggio relativo alla ricerca e sperimentazione della Qualità, testimoniato da molti testi, non si è purtroppo concretizzata in un terzo libro.
C’è però da augurarsi che dopo la pubblicazione di questa preziosa raccolta Sulla Qualità, la stampa degli altri scritti continui. La sua testimonianza e l’originale interpretazione del senso della vita potrebbero costituire un antidoto prezioso al diffuso senso del sé contemporaneo, ora più simile a un’immaginetta pubblicitaria che a una sempiterna areté.
Robert Pirsig
Sulla Qualità.
Scritti scelti inediti
A cura di Wendy K. Pirsig Adelphi, pagg. 164, ill., € 14