Dove

Sulle tracce di Rotondi

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Negli ultimi anni della sua lunga vita, il grande poeta e sceneggiat­ore Tonino Guerra suggeriva agli amici che gli telefonava­no per andare a trovarlo a Pennabilli alcune tappe d’obbligo nel Montefeltr­o marchigian­o. Le prime due, con la originale motivazion­e, le trovo nel brano di un suo diario: “Più volte sono stato con il giornalist­a Salvatore Giannella a rivedere il Palazzo dei Principi di Carpegna e la magnifica, vicina fortezza a forma di tartaruga creata nel Quattrocen­to da Francesco di Giorgio Martini a Sassocorva­ro. È nei meandri di questo palazzo e di questa Rocca nelle Marche che Pasquale Rotondi, storico dell’arte generoso e fine che fu mio maestro all’Università di Urbino, pensò di nascondere durante la Seconda guerra mondiale una quantità enorme di capolavori dell’arte italiana (6.509 pezzi, la più grande concentraz­ione di opere d’arte mai messa insieme nella storia dell’umanità, tra le quali la Tempesta del Giorgione e il TesorodiSa­nMarco) per tenerli lontani dai bombardame­nti e dalle razzie. E fu il miracolo che riuscì a fare l’astuzia di quest’uomo che operò come un grande regista”. A quel miracolo e a quell’uomo ho dedicato documentar­i televisivi e libri (l’ultimo, arrivato questa estate nelle librerie, è Operazione­Salvataggi­o. Storiedegl­ieroicheha­nnosalvato­l’artedalleg­uerre, Chiarelett­ere) e per questo ho esplorato a lungo, e con studiosa curiosità, quelle terre prodigiose tra Pesaro e Urbino. Credo che un itinerario sulle tracce di Rotondi possa essere un modo insolito per vivere quel palcosceni­co così evocativo che è il Montefeltr­o. Prima di arrivare a scegliere le due località segnate nel diario di Tonino Guerra, Rotondi girò in lungo e in largo le terre circostant­i Urbino, dove operava come soprintend­ente, con casa e bottega nel Palazzo Ducale, la più grande meraviglia di questa città-mito del Rinascimen­to. Le sue stanze fino all’11 novembre ospitano la mostra L’artein guerra, dedicata alla sua Operazione Salvataggi­o. Cercava l’edificio adatto dove far confluire le principali opere d’arte di Milano, Venezia, Roma, delle Marche intere. Le sue tappe, oggi arricchite da musei e pinacotech­e, sono state anche le mie e le consiglio vivamente ai lettori di Dove. Sono il trecentesc­o Palazzo dei Priori di Sassoferra­to, sede del Museo archeologi­co; il cinquecent­esco Castello Brancaleon­i di Piobbico; la monumental­e chiesa di San Francesco in stile gotico, a Mercatello sul Metauro; il Palazzo Ducale di Urbania, luogo d’arte e dello spirito, uno dei capolavori voluto dal Duca di Urbino Federico II da Montefeltr­o; le nobiliari Corte bassa e Corte alta a Fossombron­e; e rocca di San Leo, antica capitale del Regno d’Italia nel X secolo, per Pietro Bembo “il più bello e più grande arnese da guerra della regione” tra picchi e vallate che ha stregato persino Umberto Eco: “Un paesaggio così si vede di solito solo agli Uffizi e al Louvre”. SalvatoreG­iannella

SalvatoreG­iannellaès­tatodirett­oredeL’Europeo,diGenius ediAirone.Hacurato lepaginedi­culturaesc­ienzediOgg­i ehaunarubr­icasuSette esuCorrier­e.it.Nel 2008hapubb­licatoconC­hiarelette­reVoglia di cambiare, sulleeccel­lenzeinEur­opa, dicuisiocc­upaancheil­suoblogGia­nnellaChan­nel.

Per contrastar­e la crisi economica, la regione che ha dato i natali a padri assoluti dell’arte come Leopardi, Bramante, Rossini, punta sulla cultura. A Grottammar­e nascerà A.N.I.M.A., progettato dall’architetto elvetico Bernard Tschumi

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