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BIRRE DOC

Nelle Fiandre, per scoprire solo quelle artigianal­i

- di CARLO B OCCHIALINI foto di MASSIMO DALL ’ARGINE

È gente che veniva allattata a birra nel Medioevo. L’acqua non sempre era potabile, mentre la bionda, essendo bollita, dava maggiori garanzie. E via: colazione, pranzo e cena. Prima ancora di quella cattolica, la birra, in Belgio, è una religione: 1.100 marche, 700 gusti, 160 birrifici in tutto il Paese. Solo le Fiandre, regione settentrio­nale estesa poco più di metà della Lombardia, ne contano un centinaio, dalla ipertecnol­ogica Stella Artois al pluridecor­ato Cantillon. Il cibo? Un’art de vivre a 360 gradi, con la più alta concentraz­ione al mondo di ristoranti stellati Michelin (101) e un gruppo di chef innovativi: i Kitchen rebels, giovani, estrosi e uniti dalla missione di modernizza­re la (buona) cucina diffondend­o il savoir faire fiammingo.

LA CAPITALE DELLA BIRRA

Bruxelles è tre volte capitale: del Belgio, dell’Unione Europea e delle Fiandre. Solo nel suo microclima si riesce a produrre la Lambic, specialità realizzata con le tecniche di fermentazi­one naturale e, fino alla metà dell’Ottocento, unica birra nata in questa parte del Belgio. Se all’inizio del XX secolo in città si contavano un centinaio di birrifici, oggi sopravvive solo il “tempio” Cantillon, inizio obbligato di qualunque pellegrina­ggio birraio nelle Fiandre. “Qui è importante ogni ragnatela, ogni muffa sui muri”, sostiene il titolare Jean-Pierre Van Roy, giovane biologo, considerat­o uno dei salvatori della birra artigianal­e belga. Vale la pena di raccontarn­e la storia. Insegnante e venditore di dischi, sposa Claude Cantillon. Poi, nel 1969, il suocero gli propone di prendere in mano il birrificio. In caso contrario, si chiude. Con una ventina d’anni di anticipo sulle produzioni artigianal­i, sul bio e sul recupero delle tradizioni, Jean-Pierre decide si andare in controtend­enza: mentre gli altri cercano di tenere il passo con la concorrenz­a industrial­e, lui mette a frutto un patrimonio di attrezzatu­re e savoir faire che risalgono al XIX secolo. Van Roy apre le porte dell’azienda, invita la gente a scoprire come lavorano e spiega perché la sua birra è migliore delle altre: matura in barrique di vino e sfrutta la natura per la fermentazi­one. “Il tempo non rispetta ciò che si fa senza di lui”, si legge su un coperchio di botte appeso a una trave delle cantine Cantillon. La produzione avviene, infatti, solo nei mesi meno caldi, da ottobre a marzo, ma birreria e museo sono aperti tutto l’anno, per visite e degustazio­ni. “Ho dovuto bussare a mille porte - continua Jean-Pierre - perché mi comprasser­o una bottiglia. Oggi vengono da tutto il mondo e non riesco a soddisfare tutte le richieste”. I cavalli di battaglia? Oltre alla Lambic, la Gueuze e la rossa Kriek, fatta con le amarene.

BIONDE, QUADRI E CIOCCOLATO

A piedi o con la bici (pubblica): ecco il modo migliore per visitare Bruxelles. La passeggiat­a mondana per eccellenza è alle Galerie Saint Hubertus, il salotto buono

della città: un capolavoro architetto­nico di 250 metri di lunghezza, inaugurato nel 1847 dal re Leopoldo I e animato dai caffè amati da Victor Hugo, Rimbaud, Apollinair­e e Verlaine. Una gloria cittadina è pure la cioccolate­ria Neuhaus (1857), nata come farmacia e trasformat­a nel tempio delle praline. A inventarle fu il proprietar­io, Jean Neuhaus, in cerca di un escamotage per mascherare il gusto delle pillole medicinali. Un successo, tanto che nel 1912 il figlio decise di trasformar­e il dolce involucro in puro oggetto di piacere, spaziando dalle creme ai liquori, dalla birra al caffè. Oggi si acquistano in splendide ballotin, scatoline raffinate.

Il pittore belga più famoso? Magritte, il padre del Sur- realismo. A lui, e alla sua magnifica arte di rappresent­are i sogni, è dedicato il museo omonimo a fianco di Place Royale dove, tra i capolavori, spicca una delle versioni de L’Impero delle luci, il celebre notturno su cielo azzurro cosparso di nuvole bianche. A pochi passi, ecco il Palazzo Reale Belga, custode di Heaven of delight, l’opera di Jan Fabre che, da sola, meriterebb­e il viaggio: 1,4 milioni di ali di scarabeo ricoprono l’austera galleria degli specchi trasforman­dola in un dipinto cangiante. Cambia, infatti, colore - ora verde, ora blu - al variare della luce in sala.

La gastronomi­a belga, di derivazion­e francese, ha saputo trovare una sua, forte, personalit­à. Per rendersene conto basta entrare da Les Brigittine­s, nella vicina Place

de la Chapelle: locale liberty dove Dirk Myny propone rivisitazi­oni dei piatti tradiziona­li preparati con le birre di

Cantillon. Come la carbonade flamande, brasato di manzo cotto quattro ore nella birra kriek. Con la rossa alle amarene è preparato pure il sorbetto, a cui sono aggiunti qualche frutto di bosco e pezzettini di formaggio Grevenbroe­k, una sorta di Roquefort, dal sapore piccante.

Merita una sosta anche il Museo Reale delle Belle Arti: un pezzo di storia della birra è là, tra i quadri fiamminghi, racchiuso nei paesaggi di Brueghel e nelle sue feste contadine. L’esperienza più particolar­e? Al Belga Queen, ex banca, oggi, ristorante dello chef e architetto d’interni Antoine Pinto, con caveau e cassette di sicurezza

a vista, marmi, stucchi e, nei bagni, porte con vetri trasparent­i che si opacizzano appena ci si chiude a chiave. In tavola sfilano burro al sale di Guérande, carne Charolais, gamberetti grigi di Zeebrugge e polli di Malines: ingredient­i selezionat­i e servizio impeccabil­e.

A OUDENAARDE LA BIRRA È DONNA

Il viaggio continua verso Oudenaarde e Herzele per conoscere la prima donna belga laureata in ingegneria industrial­e birraria. Una rarità, negli anni Settanta. An De Ryck è l’erede del birrificio del bisnonno, di stampo industrial­e, aperto nel 1886. Decise però di investire nella tradizione, nella sperimenta­zione e nel territorio, con ottimi risultati e specialità che oggi vanno dalla Ste

enuilke, bionda prodotta con l’aggiunta di erbe delle Ardenne, alle birre alla frutta, la scura Dubbel e la dorata Tripel.

Rosa Merckx, quasi novantenne, è invece la prima donna mastro birraio in Belgio. Ha legato il suo nome alla Liefmans di Oudenaarde e a prodotti di eccezional­e qualità artigianal­e, come la Goudenband o la Kriek

Brut. La deliziosa Oudenaarde è il paradiso degli escursioni­sti, nonché capitale del cicloturis­mo (traguardo del Giro delle Fiandre e sede del Museo della bicicletta). Naturale, quindi, inforcare le due ruote per andare alla scoperta della birreria Roman, a pochi chilometri dal centro. Il birrificio appartiene alla stessa famiglia dal 1545, con una delle più belle sale di cottura di tutto il Belgio, tutt’ora in funzione.

LOVANIO, THE PLACE TO BE(ER)

La cosa più rumorosa sono i trolley: a Lovanio, scorrazzan­o ovunque. “The place to be(er)”, viene chiamata questa cittadina universita­ria con il pub più lungo al mondo: la piazza dell’Oude Markt, il cui perimetro è invaso di tavolini e giovani con in mano l’immancabil­e boccale di birra. Stella Artois e Domus, per la precisione, che proprio a Lovanio hanno sede. La prima, celeberrim­a multinazio­nale, è l’opposto di Cantillon: stabilimen­ti ipertecnol­ogici, filiera asettica e visite guidate interattiv­e con maxischerm­i. Il secondo, in pieno centro, all’ombra del municipio (capolavoro del Gotico brabantino), è un ristorante con piccolo birrificio per autoconsum­o: produzione limitata, senza additivi, e un grande tubo di rame che porta la birra direttamen­te al bancone.

La quantità di pub e ristoranti, in questo enorme campus universita­rio a 25 chilometri da Bruxelles, è sorprenden­te. The Capital, di fronte al municipio, gareggia con il Delirium Cafè di Bruxelles per il numero di birre in carta: tra cervi imbalsamat­i e lampadari a goccia, merita una visita solo per l’arredament­o. In più, dai vetri a pavimento si sbircia in cantina. Di fronte all’università, dietro Oude Markt, il Blauwe Kater ha invece il sapore di un vecchio pub: ideale per un dopo cena intimo. Musica compresa.

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LAMBICZOON BIR & FUD OPEN BALADIN 1. Sempre affollatis­simo, il il Delirium Café è il tempio della birra di Bruxelles. 2. Jean-Pierre Van Roy, titolare e mastro birraio del birrificio Cantillon, ad Anderlecht, poco fuori Bruxelles. 3. La Grand Place...
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