IRLANDA GO!
In auto lungo le coste più emozionanti
In linea d’aria sono appena 500. Ma seguendo la costa, sagomata dal mare e dalla storia, i chilometri salgono a 2.500. Compongono la Wild Atlantic Way, il nastro d’asfalto che corre lungo il litorale occidentale d’Irlanda morso dall’Atlantico, da Malin Head, nel Donegal, a nord, a Old Head of Kinsale, giù nella Contea di Cork. Dall’anno scorso è la strada segnalata più lunga al mondo, più estesa della Pacific Coast Highway in California, della Garden Route sudafricana e della Great Ocean Road australiana.
Un accurato posizionamento di cartelli stradali, tra cui l’inconfondibile simbolo dell’onda azzurra, aiuta a non perdersi e a godersi un tour che si sviluppa in compagnia di un oceano possente, gonfiato dalle tempeste; illuminato, nei giorni fortunati, da giochi di nuvole e cieli di cristallo. Seguendo la cartina, 159 Discovery Points indicano dove fare tappa, per scoprire i 15 Signature, le bellezze più appariscenti, insieme agli angoli più nascosti, spesso noti solo ai locali. Lasciandosi conquistare dalla strada che si srotola lungo il ritmo irregolare del litorale, sfilano dal finestrino scogliere, spiagge segrete e fari solitari, pecore aggrappate a ciuffi verdi e colline viola d’erica. Scelta dagli autori di Lonely Planet tra i
Best in Travel del 2015, la Wild Atlantic Way percorre un pezzo di Irlanda che spegne la mente e regala emozioni, con i suoi spazi immensi, il fragore delle onde, gli odori di salsedine e di erbe. Vale la pena di programmare un paio di settimane di fuga e percorrerne la parte centrale, toccando il Donegal, lontano dalle rotte turistiche, fino al più conosciuto Clare.
DONEGAL: TWEED E SCOGLIERE
“Up here it’s different”. Quassù è diverso, si dice nel Donegal. E a ragione. Lasciata Dublino, il viaggio verso nord porta in una terra battuta dalle bufere, che mostra una bellezza selvatica nei giorni di sole. Rimasta separata a lungo per ragioni storiche e politiche, ancora oggi la contea è poco frequentata. È stata eletta a buen ritiro da due star del cinema, Matthew Broderick e la moglie Sarah Jessica Parker, che trascorrono le vacanze in un cottage a Muckross Head, baia sperduta a 40 chilometri da Donegal Town. Broderick continua una tradizione di famiglia: il nonno, irlandese, passava qui le estati da piccolo. A raccontare volentieri la storia è Hugh O’Donnell, il proprietario di Kitty Kelly’s, che annovera la coppia di Hollywood tra i suoi clienti. Con la sua facciata rosa shocking e il pescato in arrivo da Kil
lybegs, dove attraccano i grandi pescherecci oceanici, il ristorante è una tappa immancabile sulla R263, la strada per le Slieve League, le spettacolari scogliere alte 601 metri, il triplo delle famose Cliffs of Moher. Seguendo il percorso del pellegrinaggio cristiano che si compie da oltre mille anni, si sale sulla sommità, ricompensati dalla vista che si apre sull’Atlantico, la Baia di Donegal, le montagne di Sligo e, sotto, le onde, rese minuscole dall’altezza.
La città più vicina è Donegal Town, a 50 chilometri, con il castello che il capo tribù O’Donnell fece costruire nel XV secolo a fianco del fiume Eirne. Per contrastare la crisi, che qui ha colpito pesantemente, sette giovani artisti si sono riuniti nel Donegal Craft Village, fuori dal centro. Se le sorelle Elaine e Lyndsey hanno dato vita al Mc Gonigle Glass, con gioielli e oggetti in vetro molto originali, Clare O’ Presto ha recuperato l’antica tradizione del tweed, tipica della regione, tessendo cuscini, sciarpe, coperte, berretti. È fuori del paese anche l’Ard Na Breatha, guesthouse che Albert e Theresa Morrow hanno aperto accanto alla loro fattoria. Circondata dai campi e dal giardino, ha stanze con arredi rusti-
Il nastro d’asfalto della Wild Atlantic Way è la strada segnalata più lunga al mondo: 2.500 km di pura bellezza
Fra una tappa e l’altra si sosta in città e paesi che sembrano usciti da una pagina di Joyce o Wilde
ci, una lounge riscaldata dal camino e un ristorante che propone ricette con ingredienti locali e biologici.
MULLAGHMORE: IL PARADISO DEI SURFISTI
Puntando invece verso sud sulla N51, l’itinerario ha uno dei suoi clou dopo 45 chilometri, nella penisola di Mullaghmore, resa famosa dai surfisti che affrontano le prowler, onde capaci di raggiungere la straordinaria altezza di 30 metri. Il popolo delle tavole si dà appuntamento davanti alle irte e pericolose falesie del Mullaghmore Head, che offre anche una suggestiva passeggiata. Spettacolare è pure il tratto dopo Grange, a 10 chilometri di distanza, che lambisce il Ben Bulben, la Table Mountain di Sligo. È la terra di William Butler Yeats, il poeta - premiato Nobel per la letteratura nel 1923 - di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita.
Oltrepassata la città appare, dopo una decina di chilometri, Strandhill, un altro paradiso dei surfisti. Quello che cercavano Jane e Myles Lamberth: irlandese di Dublino lei, sudafricano di Cape Town lui. Conquistati dalla spiaggia e dalle onde, hanno deciso di aprire il beach café
Shells e Little Shop. A pranzo servono divertenti piatti, mentre nel piccolo negozio accanto si fa incetta di pane, dolci, torte e altre prelibatezze irlandesi. Merita una visita anche il vicino Voya Seaweed Baths: Neil Walton ha riportato in vita la tradizione dei bagni d’alga, da secoli usati dagli irlandesi per le loro preziose proprietà. A mollo nelle vasche vittoriane riempite di acqua calda e fasci d’alga raccolti a mano, si dimenticano tensioni e dolori (voyaseaweedbaths.com). La cena? Al The Venue, in un edificio del 1880 con strepitosa vista sull’Oceno (venuestrandhill.ie).
ACHILL ISLAND: IL PARADISO DELLO SPORT
La Wild Atlantic Way scorre lenta anche in Mayo, costeggiando Downpatrick Head, con il suggestivo sperone di roccia che si erge di fronte; il sito archeologico di Céide Fields, con il complesso monumentale più antico d’Europa (età della pietra); la solitaria penisola di Mullet. Chi è alla ricerca dei sentieri poco battuti si spinge ad Achill Island, lungo strade che costeggiano brughiere deserte (R314) e paludi incorniciate dai monti Nephin
Beg (N59) fino al ponte che la collega alla terraferma. Battuta dai venti, protesa sullo sconfinato oceano, l’isola regala scenari d’incanto, con scogliere a picco sull’acqua e spiagge di sabbia premiate con la Bandiera Blu. La strada corre, sempre panoramica, fino alla spiaggia di Keem Strand, perfetta mezzaluna dorata tra le Benmore Cliffs e la Croaghaun Mountain. Invita al passeggio e, nei mesi più caldi, a un tuffo o allo snorkeling: è uno dei Blueways, itinerari suggeriti perché facili. Del resto tutta Achill è perfetta per gli sport: si fila veloci con il surf e il kite surf, ma si scivola più lenti con il kajak o il nuovo Sup, lo Stand Up Paddleboard, pagaiando in piedi sulla tavola.
L’isola, poi, è il punto di arrivo della pista ciclabile più lunga d’Irlanda, la Greenway (42 km), che corre lungo il blu della costa, tra ponticelli e prati punteggiati di pecore e fattorie. La partenza? Dalla città di Westport (le bici si affittano da Clew Bay Bike Hire, clewbaybikehire.ie), per i lettori dell’Irish Times il luogo migliore dove vivere in Irlanda, con viali alberati e splendide case georgiane che si affacciano sul fiume Carrowbeg. Si fa una sosta al negozio di Foxford per le celebri coperte e poi via, alla scoperta dei ristoranti gourmet della città. Come An Port Mor, il nome irlandese del paese natio dello chef Frankie Mallons, che cucina il pesce dell’Atlantico accostandolo a sapori del Mediterraneo. Immancabile pure il Matt Molloy’s Pub, il locale del flautista della storica band Chieftains, dove spesso si esibiscono gruppi tradizionali (mattmolloy.com). Per la notte, sonni tranquilli all’Ardmore Country House, scelta anche dall’ex presidente irlandese, Mary McAleese, per le vacanze. Si trova a poca distanza dal porto e ha solo tredici stanze affacciate sul giardino, sulla Clew Bay e sul Croagh Patrick, il monte che sovrasta la città.
CONNEMARA: IL GIARDINO D’IRLANDA
Pare più un lago che un pezzo di mare il fiordo di Killary, a 40 chilometri. Si insinua con le sue acque lente tra i pendii del Mayo e del Connemara. Oggi chi arriva qui, non ha più l’impressione di essere alla fine del mondo, come pensò, nel 1948, il filosofo Ludwig Wittgenstein che lo scelse come luogo di riposo. Vale la pena di lasciare l’auto per salire a bordo di uno dei catamarani in partenza dal molo: con un po’ di fortuna, oltre agli allevamenti di cozze e salmoni, si avvistano i delfini (killarycruises.com). Lambito il fiordo di Killary, la Kylemore Abbey appare all’improvviso sulla N 59, tra il folto degli alberi del Connemara National Park. Fatta
costruire da Mitchell Henry per la sua sposa nel 1867, è dal 1920 un convento di suore benedettine, maestre nella cura del giardino vittoriano.
Con Clifden, la città principale, si torna lungo la costa. È sulla marina affollata di barche, che con la bassa marea si appoggiano sul fondo, la Quay House, una casa costruita due secoli fa per il comandante del porto, divenuta poi monastero francescano e convento; oggi èaperta all’ospitalità. Restaurata da Julia e Paddy Foyle con quadri di famiglia, mobili d’epoca, oggetti di vetro e ceramica recuperati da rigattieri e nei mercatini d’antiquariato, ha 16 stanze. Clifden è un’ottima tappa gourmande: in una casa di inizio secolo scorso, con pietra, legno e vecchi camini, Mitchell’s Restaurant propone le cozze di Killary, il granchio della baia di Mannin, naselli, merluzzi e branzi-
ni. Poi, niente di meglio di una facile passeggiata a cavallo tra le brughiere e le spiagge della vicina penisola di Errislannan in groppa ai famosi pony del Connemara. La Errislannan Manor Riding School (errislannanmanor.com) organizza tour alla Mannin Bay, tra coralli frantumati, o lungo l’infilata di arenili candidi che sfilano lungo la R341 fino alle spettacolari sabbie di conchiglie polverizzate di Dog’s Bay e Gurteen Beach, a Roundstone.
Mentre il litorale si sbriciola in isole, isolotti e lidi, il Connemara, giardino ipnotico d’Irlanda, si svela lungo la N59, verso l’interno, tra brughiere e limpidi laghi fino al capoluogo: Galway. Sulle strade del centro, stretto tra il fiume Corrib e le mura medioevali, si affacciano le vetrine eleganti di Cobwebs, con antiche teiere d’argento e gioielli vittoriani, e di Kilkenny, che sfoggia porcellane, ceramiche, vetri, abiti e accessori creati da designer irlandesi. Anche il G Hotel testimonia l’Irlanda che cambia: il glamour dei 1.600 metri quadri delle aree comuni fa immediatamente dimenticare la posizione periferica. Disegnato dall’irlandese Philip Tracey, a cui si devono gli estrosi cappelli indossati dalla popstar Lady Gaga, è un tripudio di lampade di Tom Dixon, tappeti psichedelici, divani di velluto, colori accesi. Le stanze sono sobrie e confortevoli, e l’Espa at the G, il centro benessere agli ultimi due piani, è tra i migliori del Paese. Il cibo? A Galway non bisogna farsi scappare le ostriche. E se si è in un mese con la r, le ostriche Edulis, raccolte da settembre a aprile. Morans Oyster Cottage, accanto a Kilcogan, a 20 chilometri sulla veloce N18, è il posto migliore per assaggiarle. Giunto, con Catherine Moran, alla settima generazione, è in un cottage al Weir, che fu un affollato porto di trasporto della torba. Oggi accanto alla stanzetta con il camino dell’edificio originario, si sono aggiunte sale capienti, ma l’attenzione alla preziosa conchiglia piatta è rimasta intatta.
BURREN: BIRRA, SALMONE E CASE GEORGIANE
La contea del Clare inizia dopo Ballyvaughan. È l’inconsueta area del Burren, territorio carsico intessuto da enormi lastricati di pietra calcarea, che dall’entroterra si spinge fino all’oceano. Un ambiente unico, dove crescono fiori artici, mediterranei e alpini. Per
Il viaggio in Irlanda è anche un’avventura gastronomica: a Galway si fanno scorpacciate di ostriche; a Lisdoonvarna si gusta il salmone affumicato. Da accompagnare a un’ottima birra
goderne appieno si cammina sul Burren Way in compagnia delle guide locali, che organizzano escursioni anche in lingua italiana (heartofburrenwalks.com). Il silenzio del paesaggio è intatto al Gregans Castle Hotel, da cui si gode pure una splendida vista sulla baia di Galway: appena 21 stanze ricavate da una casa georgiana del XVIII secolo arredata con mano felice e mobili d’epoca da Simon e Freddie Haden, i proprietari. Per cena, sfilano sulla tavola i piatti creati dallo chef, che cucina pesce atlantico, aragoste della vicina Ballyvaughan, agnelli e vitelli biologici del Burren. Il salmone, invece, arriva dalla The Burren Smokehouse di Lisdoonvarna, a 20 chilometri, dove si può assistere all’arte antica dell’affumicatura, fare incetta di leccornie nel negozio, assaggiare i pesci innaffiati da una birra prodotta nella vicina Burren Brewery. Una volta qui, l’impulso è quello di ripartire. E di raggiungere altri luoghi leggendari: il pittoresco villaggio di Doolin; le ultra celebrate Cliffs of Moher; la spiaggia, amata dai surfisti, di Lahinch; la penisola di Loop Head, illuminata dal faro. Inseguendo l’orizzonte e il ruggire del mare.
Il Burren è l’Irlanda fuori dagli schemi: un territorio carsico intessuto da enormi lastricati di pietra calcarea. Regno di fiori alpini e artici