NUOVA ZELANDA
Dune di sabbia dorata battute del vento. Ghiacciai che si specchiano nel mare. Vulcani protagonisti di cult movie. La Nuova Zelanda è un pianeta selvaggio e primordiale. La meta ideale per sfuggire all'arrivo dell'autunno (e dell'inverno) boreale
La primavera dell’altro emisfero. Dune, ghiacciai, vulcani... un pianeta selvaggio e primordiale. E i consigli di Allianz per una vacanza senza inconvenienti e problemi
È sulla “cintura di fuoco”, la linea di confne tra la zolla continentale Indo-Australiana e quella del Pacifco, la Nuova Zelanda. Terra estrema, tra le ultime parti del globo a essere scoperta e colonizzata. dai Maori prima, arrivati dalla Polinesia verso l’anno Mille, dagli inglesi poi. Il primo esploratore europeo, Abel Tasman, sbarcò nel 1642, seguito da James Cook, che nel 1769 circumnavigò l’arcipelago e ne fece la mappa. Aprendo la rotta a commercianti, avventurieri e conquistatori. Per secoli il Paese fornì infatti lana e granaglie all’Impero Britannico.
Ma la Nuova Zelanda del terzo millennio non è più terra di contadini e pecore: il 72% della popolazione (4,6 milioni di abitanti) vive in città, il 53% tra Auckland, Christchurch, Wellington e Hamilton. Il turismo rappresenta l’8,6% del Pil e impiega il 10% della popolazione. Nel 2011 i visitatori hanno fatto affuire 9,7 miliardi di dollari neozelandesi (5,8 miliardi di €. Fonte: Immigration New Zealand). Il Ministero dell’economia prevede l’arrivo di 3 milioni di turisti nel 2015, il 5% in più dell’anno scorso (Fonte: Statistic New Zealand). Attirati anche da cinema e pop music: la Nuova Zelanda è stata infatti il set dei flm di Peter Jackson, la trilogia de Il Signore degli Anelli e The Hobbit, e è balzata al top delle classifche mondiali grazie a Lorde, la cantautrice di Auckland che nel 2013 ha venduto 7 milioni di copie dell’hit Royals. Quest’anno il Paese ha elevato il suo proflo internazionale diventando membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il 2015-2016.
NORTH ISLAND: SpIAgge e vuLcANI
Il viaggio da Auckland, la città delle vele, all’estremità settentrionale della North Island è lungo e conviene dividerlo in tappe. Si può fare un primo beach stop al Waipu Cove, fra le più belle spiagge della east Coast: sabbia candida e mare di giada. È attrezzata con tavoli da picnic, docce e spogliatoi, ma ci sono anche un paio di chilometri di arenile deserto. Le onde si arricciano perfette, per la gioia dei surfsti, al largo si staglia Taranga Island.
valgono una sosta le Whangarei Falls: con un sentiero ad anello si raggiunge il belvedere, poi la base delle cateratte. L’insenatura di Whangarei, profonda e frastagliata, è chiusa dal promontorio di Whangarei Heads, dove inizia Ocean Beach, spiaggia molto popolare tra i giovani Kiwi (la popolazione della Nuova Zelanda, dal nome dell’uccello simbolo del paese) e le famiglie, perché dotata di bagnini e noleggio tavole da surf. Proseguendo verso nord, la costa, con le colline basse ricoperte di prati, è interrotta qua e là da anse sabbiose. S’incontrano villaggi come Pataua e Ngunguru. Baie rocciose annunciano il marina di Tutukaka, affollato di barche per la pesca d’altura e gruppi di subacquei, Matapouri bay e Sandy Bay, teatro di gare di surf. La celebre Bay of Islands è ormai vicina.
Si raggiunge Russell con la panoramica Russell Road. oggi la città ha seppellito il passato turbolento da “inferno del Pacifco” come era chiamata nell’800, ha case chiare con verande, tetti rossi, negozietti di souvenir, un waterfront alberato e la chiesa più antica del paese (Chri-
stchurch, datata 1836). Nata come villaggio Ngapuhi, nell’800 Russell divenne la prima colonia britannica, ma si trasformò in ritrovo per ceff di galera, marinai ubriachi e balenieri. di fronte, Paihia è il centro turistico della Bay of Islands. da esplorare dal mare o dall’aria: in elicottero, su uno yacht in charter (greatescape.co.nz) o con una crociera durante la quale nuotare coi delfni (explorenz.co.nz). Più a nord si scopre la solitudine selvaggia di Matauri Bay: mare caraibico, ma acqua fredda. Si devia dalla State Highway 1 sulla mezzaluna di Doubtless Bay, che culmina nella Karikari Peninsula, per un tuffo a Matai Beach.
A nord, l’Aupouri Peninsula fa da spartiacque tra l’oceano Pacifco e il Mar di Tasmania. Sulla costa occidentale si allunga l’interminabile Ninety Mile Beach. diverse stradine conducono al bagnasciuga (si percorre anche in 4x4), ma la più spettacolare concentrazione di dune è a Te Paki, dove si noleggiano tavole da surf per scivolare sulle gobbe dorate. Poi la strada panoramica si fa tortuosa, ma in una manciata di chilometri arriva al Te Rerenga Wairui (Cape Reinga). Il sito sacro dei maori è un luogo mistico. Qui, secondo la mitologia, le anime dei defunti si lanciano nel viaggio verso l’aldilà. Il faro che campeggia sul promontorio sorveglia il matrimonio tempestoso tra i futti del maschio Te Moana-a-Rehua (il Mar di Tasmania) e quelli della femmina Te Tai-o-Whitirea (l’oceano Pacifco).
A est del Capo si spalancano le anse di Taputupotu e Kapowairua, accessibili sia in auto, sia attraverso il Cape Reinga Coastal Walkway: 53 chilometri di tramping (trekking, in gergo locale) panoramico. A Kapowairua (Spirit Bay) c’è una magnifca spiaggia bianca, dove si può campeggiare, pagando il permesso all’uffcio dei parchi nazionali (doc.govt.nz/parks-and-recreation).
L’epicentro del vulcanismo è nel cuore della North Island, fra Rotorua e il Lake Taupo, nella caldera di un vulcano, e si estende a tutto il plateau centrale, inglobando il Mount Ruapehu, nel Tongariro National Park, la cima più alta della North Island (2.797 metri). L’odore di zolfo, i geyser, le piscine termali sono l’attrattiva del Wai-OTapu Geothermal Park a Rotorua. Invece al Tongariro National Park si va per l’Alpine Crossing, lo strepitoso trekking di 8-10 ore attraverso paesaggi lunari, rocce nere, crateri rossi e gialli, laghi color smeraldo. Protagonista è