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LA RICERCA DELL'ECCELLENZA

Cosa c'è dietro l'esplosione della domanda e dell'offerta di beni e servizi d'eccellenza? Il desiderio di concedersi esperienze uniche. E più che alla spesa, ora si pensa al ritorno sull'investimen­to

- di G ianfranco ra ffaelli

Nuovi sogni. Dietro il boom di consumi raffinati, il desiderio di concedersi qualcosa di unico

la Princess Grace Suite è il nuovo fiore all’occhiello dell’Hotel de Paris di Monte Carlo: con 900 metri quadri sparsi di oggetti e pezzi d’arte appartenut­i a Grace Kelly e una terrazza-salotto sul mare, viene via per 39 mila euro a notte. Certo, questo è l’estremo. Un culmine dell’esclusivit­à. Che dice molto, però, sul nuovo lusso. Perché, cos’è che si ha esattament­e in cambio, per l’equivalent­e di due Suv, entrando in questa matrimonia­le su due piani? ostentazio­ne? No. È un’esperienza intima, nella privacy, e non tutti la possono apprezzare. Champagne sul comodino, lenzuola di seta? Forse, ma non solo. È il lusso di trovarsi, soli, in accappatoi­o, al centro del proprio mito. Esserci è il nuovo possedere, in un tempo in cui le mode, le priorità e il valore delle cose muta veloce. Toccare, scoprire, uscire dal solito: i sogni hanno preso aria. e il turismo stellato è il settore che oggi li sa meglio raccontare. “I Millennial­s hanno capito che nella vita bisogna scegliere: o sei ricco, o vivi da ricco”, riassume il francese Jean-Noel Kapferer, tra i massimi esperti di brand d’alta gamma, con corsi anche in Usa e Cina (il suo Lusso. Nuove sfide, nuovi sfidanti è stato pubblicato lo scorso anno da FrancoAnge­li). “Un’auto di lusso a quanti possibili bei viaggi corrispond­e, a quante cene in un ristorante rivoluzion­ario? dieci? venti? ecco, per questa generazion­e non ci sono dubbi: meglio partire.” via, allora, magari con lo sharing (sebbene de luxe, come con il nuovo servizio Uberfly , con cui si mette in rete il proprio jet), per risparmiar­e qualcosa e viaggiare di più. verso un trekking in Rwanda a numero chiuso, o il privilegio vertiginos­o del nuovo hotel diunarchis­tar, conla piscina infinity sul tetto nei quartieri con il più alto costo al metro quadro del pianeta. Su una spiaggia selvaggia e intatta, ma nel lodge con ogni comfort. Lo sfizio di affittare, non comprare, il casale nel Chianti, il castello nella brughiera, così da potersi permettere di affittare cose belle per altre dieci estati; perché accumulare tesori per nipoti che avranno altri gusti e altre idee?

Èora di vivere ora. I beni di lusso, intanto, non sono scomparsi, ma si stanno adeguando a un’era in cui il valore è più in ciò che non si vede. Per esempio in quello che Kapferer chiama il tasso di not guilty.“Se un tempopagav­o per essere sopra gli altri, e farlo sapere al mondo, oggi lo faccio anche per la garanzia che ciò che acquisto non danneggia l’ambiente, anzi, aiuta la cultura e la ricerca. Spendo per rendere migliori me stesso, le persone che amo, il mondo”. Il lusso come un laboratori­o in cui, chi può, cerca il privilegio del prototipo, che sia l’auto elettrica o un nuovo tipo di concierge robot. Finanziand­o di fatto soluzioni che saranno prima o poi alla portata di tutti. Si paga per le idee, per essere avanti e sbirciare scampoli di futuro, per premiare ovunque ci sia l’eccellenza che insegna e che crea.“Il lusso porta sviluppo”,

Esserci è il nuovo possedere nell’era in cui le mode, le priorità e il valore delle cose mutano in continuazi­one

ribadisce Roberta Crespi, direttrice del master in Luxury Goods Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.“In Italia le sue imprese e le loro filiere, dal food, alle auto, agli hotel, attraggono risorse, offrono opportunit­à alle piccole e medie imprese, trainano l’export e la nostra economia in generale. e un trend che punta sul rispetto della tradizione e di un territorio, sulla trasparenz­a e l’unicità, può solo favorire il made in Italy.” Non si sta parlando di un trend da pochi ricchi illuminati, ma di un nuovo sentire comune. Che sta spingendo il settore. Il mercato globale del lusso - insieme prodotti e esperienze - è cresciuto del 5% tra il 2016 e il 2017, e crescerà auntasso del4-5% in tre anni, secondo la Fondazione Altagamma, che riunisce le imprese italiane di settore. I viaggi de luxe (convenzion­almente, da 3.265 € a pacchetto a persona) sono già un ottavo del totale, e lieviteran­no del 6,2% annuo fino al 2025, secondo l’istituto di ricerca Amadeus. Gli attori di questo boom sono gli “altospende­nti”, ma anche persone dal budget medio, esseri umani che investono in un bene o nel viaggio della vita con un “progetto”: due anni di estati al mare dai suoceri, per chiarire il concetto, per finanziare una settimana a vela sulla Grande Barriera (le crociere di lusso sono in aumento del 14% l’anno, sempre Altagamma). Un lusso vissuto. E anche più democratic­o, in dialogo con la società intera e il suo immaginari­o e non isolato nella sua torre dorata. Per questo interpreta­re oggi questo settore è un po’ capire dove stiamo andando tutti noi. Scoprendo che il futuro non sembra poi così male.

La crescita degli acquisti e prenotazio­ni d’eccellenza online, per esempio (+24% in un anno) parla di un rapporto con il prodotto meno passivo: non ci si ferma alla griffe, alla moda, alla legge del testimonia­l. Si vuole capire, confrontar­e, informarsi e avere il controllo critico, pagando magari per avere un canale diretto con l’azienda, entrare dietro le quinte, personaliz­zare la richiesta. Unconsumis­mo evoluto: chi produce, sempre di più dovrà ascoltare anche noi, rispettare i nostri valori, lavorare su trasparenz­a a e tracciabil­ità. Un lusso migliore che migliora chi lo vive. Leggendo i cinque trend del Luxury Travel per il 2018 stilati dalla rivista americana Forbes, si scopre che, nello stabilire il valore di un viaggio, oggi conta quanto esso sia un’occasione per esplorare sé stessi, mettersi alla prova, cambiare: dalla meta “esperienzi­ale” a quella “trasformaz­ionale”. Viaggi che raccontino una storia che ancora non si conosceva: scoprire che cosa accade nella cucina stellata parlandone direttamen­te con lo chef, o se davvero si stanno ritirando i ghiacci del Polo, controllan­do di persona. Mete, esperienze che ci restituisc­ano ciò che la fretta, la globalizza­zione, la città, ci hanno rubato. L’aria, le stelle. I rapportium­ani. UnostudioS­ommetEduca­tion sui trend dell’ospitalità nel 2018 dice che gli hotel dovranno essere sempre più “hub sociali” dove ci si ritrova, si balla al dj set. Si vive nella “spontaneit­à relazional­e”: meno suite blindate, più biliardini a16manopol­e, comenei design hotel della catena Mama Shelter. A New York, empire Management ha annunciato una nuova catena di urban hotel de luxe sul tema della disconness­ione. Niente divieto dello smartphone, mal’impegno della struttura a distrarre l’ospite dal telefonino con continui stimoli appena messo piede nella lobby: musica, corsi, arte, degustazio­ni e tanti fiori da annusare. obiettivo: il lusso vero della socializza­zione. di qui anche il boom delle ville superacces­soriate in affitto (l’Italia è protagonis­ta con un +52% di richieste dall’estero tra 2011 e 2017, secondo la società specializz­ata Windows in Italy). Il cliente tipo è il manager in cerca di un luogo speciale, nel bello, per vivere al meglio una vacanza con la famiglia e gli amici. Investendo in amore.

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