Svelamento
Tra le riforme politiche e sociali che sta proponendo al re, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman detto MbS, ha incluso una promessa: le donne saudite non porteranno più l’abbaya, la tunica nera che le copre dalla testa ai piedi. Non si sa quando sarà abolito l’obbligo, ma averlo detto sembra un passo avanti. Sembra, ma non lo è, perché questo è un altro gesto di concessione in nome della modernità, come la precedente autorizzazione a guidare l’auto, e non un’affermazione del diritto delle donne a vestire come pare a loro. Esattamente come fanno gli uomini in ogni parte del mondo e perfino in Arabia Saudita, dove indossano la disdashae la kefiadella loro cultura o i pantaloni e la giacca occidentali, o anche mischiando i due codici, a piacimento e secondo le loro voglie. Sicuramente MbS è animato da buone intenzioni e quindi ben vengano le sue idee. Ma resta sempre la differenza tra la concessione di un diritto e la possibilità dell’affermazione di un diritto, che è un significato della libertà. Nel 1964, in una specie di congiura del progresso, a Parigi André Courrèges e a Londra Mary Quant presentarono contemporaneamente la minigonna. La moda ha letto in quel modo la richiesta femminile alla libertà sessuale e scoprire le gambe fu un diritto conquistato, anche se mai pienamente riconosciuto. Ma il successo della gonna corta è ancora lì a dimostrare che lo svelamento è un’azione volontaria e non una concessione.