Noi c’eravamo
PHILIPPE ARNAUD philippe, agent d'artistes, sorride. ama il buon vino e la buona cucina, i viaggi nelle sue Landes, l’arte e la fotografia. Un uomo colto, raffinato. Un intellettuale di quelli che ci si immagina seduti a leggere un libro sulla spiaggia, al tramonto. Arnaud sorprende. Lo fa aprendo il libro dei ricordi e aiutandoci a comprendere un periodo dai contorni che si allargavano dall’Università alla politica, e che coinvolgevano tutta la nazione. “Nel ’68 ho lasciato gli studi al liceo per unirmi alla classe operaia. La Francia era divisa in due parti, ed erano una in rivolta contro l’altra: alle rivolte studentesche fece seguito la manifestazione gollista del 30 maggio sugli Champs Elysées. Era stata organizzata per convogliare una parte della popolazione che voleva essere rassicurata, soprattutto dal vuoto di potere creatosi dopo la partenza del generale de gaulle, avvenuta il 29 maggio (a seguito degli eventi era partito per Baden Baden). Durante la manifestazione, de gaulle prese la parola e riuscì a galvanizzare l’esercito e un milione di persone raccolte sugli Champs Elysées. È proprio il caso di dire che il potere si era riversato per le strade. gli slogan erano all’ordine del giorno e scandivano il ritmo delle giornate. in quei giorni stava nascendo un nuovo modo di comunicare, di scrivere. Oggi si sarebbero chiamati tag!”.
EDMONDE HURET Hélène Huret le arti visive, guillaume Huret la musica. passioni trasformate in mestiere: una dirige la Fondation Bernardaud, per la quale organizza esposizioni (come il pavimento in porcellana realizzato con le immagini degli eventi del maggio ’68), l’altro ha creato rejoice, un universo orientato sulla ricerca di suoni. Entrambi hanno l’obiettivo comune della condivisione. Hélène e guillaume sono fratelli e forse questo espritdepartageha radici profonde almeno cinquant’anni. “abitavamo nel 17° arrondissement”, ricorda Edmonde, la madre, “quindi eravamo fisicamente distanti dalle manifestazioni del Quartiere Latino, ma ne eravamo comunque coinvolti. in quel periodo mancava la benzina e quando mi capitava di dover accompagnare Hélène e guillaume a un appuntamento ed ero costretta a prendere l’auto, davo sempre un passaggio alle persone in attesa alla fermata dell’autobus o agli angoli delle strade. Era normale. Un’esperienza che non dimentico”.