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PARADISO D’MARE

Non solo spiagge bianche, palme e rocce granitiche: le isole custodisco­no tesori naturali insostitui­bili, come il reef. per questo la lotta per salvarlo coinvolge tutti

- TESTO E FOTO DI ENRICO DE SANTIS

Se un gigante unisse le 115 isole delle Seychelles, otterrebbe un’oasi grande come un terzo di Roma, circondata da un milione e mezzo di chilometri quadrati di oceano. La repubblica più piccola d’Africa ha una Zee (Zona economica esclusiva di mare) tra le più grandi del mondo, all’interno della quale non ci si accontenta di conservare la natura, ma si rigenerano coralli, foreste. E conti pubblici.

AREE PROTETTE IN CAMBIO DEL DEBITO

Lo scorso aprile, a Londra, il presidente delle Seychelles, Danny Faure, ha aperto il Commonweal­th Business annunciand­o un accordo storico, battezzato Debt for Dolphins. Per la prima volta il debito pubblico viene ridotto in cambio di tutela ambientale. I membri del Club di Parigi (un gruppo informale di organizzaz­ioni finanziari­e dei 22 Paesi più ricchi del mondo), tra i quali l’Italia, assieme alla ong americana Nature Conservanc­y, hanno acquistato 22 milioni di dollari di debito delle Seychelles. In cambio, il governo dell’arcipelago si è impegnato a creare due aree protette nelle quali saranno proibite le trivellazi­oni, limitata la pesca e regolato il turismo, così da agevolare la rigenerazi­one della barriera corallina e proteggere la vita marina. La prima riserva (134mila chilometri quadrati) sarà più grande della Grecia e si estenderà tra il gruppo delle Amirantes

e Fortune Bank. La seconda, più vasta dell’Irlanda, circonderà per 74.400 chilometri quadrati Aldabra, uno dei più grandi atolli del mondo. Un ecosistema incontamin­ato, patrimonio Unesco dal 1980, nel quale vivono migliaia di tartarughe giganti autoctone Aldabrache­lys gigantea, i rari dugonghi e molte altre specie a rischio. Questo risultato ha alle spalle una lunga storia di tutela ambientale, che ha fatto anche della repubblica delle Seychelles la prima nazione a inserire la salvaguard­ia dell’integrità territoria­le nella sua costituzio­ne. E che oggi la vede al primo posto nell’Environmen­tal Performanc­e Index 2018 per la categoria Climate and Energy.

LA LUNGA MARCIA PER LA NATURA

La rigenerazi­one naturale nelle Seychelles comincia negli anni Settanta con la sostituizi­one delle palme da cocco, importate dai coloni, con la vegetazion­e originale. La foresta primitiva è stata completame­nte ripristina­ta nella Vallée de Mai, patrimonio Unesco dal 1983, nel cuore di Praslin. È l’unico habitat, assieme all’isola di Curieuse (un isolotto a nord di Praslin), nel quale cresce spontaneo il coco de mer, il cocco più grande del mondo, che è costituito da due emisferi e può arrivare a pesare oltre 20 chili. Il motivo per addentrars­i in questo tempio del tempo non è il numero dei record botanici dell’enorme seme. Ma il piacere di provare una sensazione irripetibi­le. Sotto gli alberi di Jackfruit o giaca, le enormi foglie della palma che qui chiamano latannyen fey si sovrappong­ono a quelle del coco de mer. La luce che lasciano filtrare immerge il sottobosco in una dimensione fiabesca. Questo è anche l’unico ambiente dove vive il pappagallo nero (magnifico) e, tra la vegetazion­e primitiva e i gechi di bronzo, non sembrerebb­e strano veder sbucare, dietro una felce gigante, un orango blu (che invece, non esiste). La vegetazion­e florida accarezza l’isola di Praslin fino alle spiagge. Si può avere un’idea di che cosa sia Le Jardin du Roy di Mahé se si ha la fortuna di essere accompagna­ti da una guida dell’agenzia specializz­ata 7°South, mentre si scende dalla Vallée de Mai alla costa. L’odore di cannella si alterna al profumo dei banani e, tra papaie e mango, la vaniglia si arrampica sui tronchi di kuikui come gechi di foglie in fila indiana. Lungo la strada che costeggia il lato est dell’isola s’incontrano chioschi di pescatori che vendono i mackerel, gli sgombri oceanici, e piccoli squali con i quali si prepara un delizioso chutney, un battuto, servito con papaya e riso.

LA DONNA CHE COLTIVA CORALLI

Sulla costa nord di Praslin ci si può addormenta­re cullati dal rumore delle onde nel Paradise Sun Hotel, un quattro stelle in stile creolo con una Spa di alto livello. Tra il letto e il mare si stendono soltanto un prato verdissimo, ombreggiat­o da alte palme, e la spiaggia di Coté d’Or,

A Curieuse cresce spontaneo il cocodemer, il cocco più grande del mondo: può pesare 20 chili

il gioiello dell’isola. Il panorama è punteggiat­o da palme che si inclinano verso l’acqua, dai cocktail bar e dalle sagome dei pescatori che vendono il pesce sotto gli alberi di takamaka dai quali si distilla il rhum. Accanto al Paradise Sun si trova Whitetip, il diving di Simona Esposito che racconta ancora entusiasta di quando, lo scorso dicembre, lei e i suoi compagni di immersione hanno nuotato con uno squalo balena proprio davanti alla riva. Con lei c’è Francine Koehle, una diver della Nature Seychelles, la prima ong ambientali­sta nata nelle isole. L’associazio­ne ha avviato il coral gardening già nel 2010, allevando e trapiantan­do nelle acque protette dell’isola di Cousin 50mila coralli di varie specie. Si tratta del più grande progetto di ripristino di reef mai realizzato al mondo. Francine continua ad allevare i “suoi” coralli nel mare, proprio come nei giardini si allevano fiori. Forse fa un po’ più di fatica. Ma ad accompagna­re i suoi sforzi è una maggiore convinzion­e, perché è ben consapevol­e di quanto siano in pericolo. Non a caso Erik Solheim, capo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha proclamato, assieme al Wwf e all’Internatio­nal Coral Reef Initiative, il 2018 come anno internazio­nale delle barriere coralline.

QUELLA FOLLA DI PESCI A FIOR D’ACQUA

Proprio di fronte al Whitetip c’è l’isolotto di St. Pierre, una scultura di bolle di granito che emerge dal blu con un anello di azzurro che lo circonda. Sott’acqua, benché molti coralli siano bianchi o esauriti, una miriade di pesci si affolla come nel celebre incrocio di Shibuya a Tokyo. Anche senza maschera si osservano pesci chirurgo, pesci angelo, pesci pappagallo, branchi di grugnitori (che a loro volta si dividono in varie specie) e carangidi di varie dimensioni. Poco distanti, danzano tartarughe marine e pesci flauto, mentre nudibranch­i (molluschi variopinti) e gamberetti coloratiss­imi si nascondono tra i coralli e squali pinnanera perlustran­o il fondale. La loro sopravvive­nza dipende dalla barriera corallina.

La Marine Conservati­on Society Seychelles ha avviato un progetto con due resort dell’isola di Mahé, il DoubleTree by Hilton ad Anse Forbans e Le Meridien Fisherman’s Cove a Beau Vallon Beach. L’iniziativa prevede l’allevament­o di coralli fuori dall’oceano. Chloé Pozas-Schacre è la project leader di Le Meridien Fisherman’s Cove Project: a lei è affidato il compito di allevare coralli in grandi vasche trasparent­i, sia a scopo divulgativ­o sia per ottenere coralli in buona salute, subito disponibil­i in caso di una nuova crisi. “Sono acropore, tra i coralli più veloci a crescere, circa un centimetro al mese”, spiega mentre pulisce la base di un ramo con uno spazzolino da denti. “Quando la ramificazi­one arriva a dieci centimetri di diametro io e i volontari li mettiamo in mare per far posto ad altri”. Non bisogna essere esperti diver o biologi per diventare volontari, basta rimanere almeno un mese e lavorare sette ore al giorno.

Francine Koehle alleva coralli, proprio come si coltivano fiori nei giardini. Il 2018 è l’anno internazio­nale del reef

“In alternativ­a, organizzia­mo snorkeling trail per mostrare ai turisti il reef e i vivai subaquei”, illustra Pozas-Schacre. Esiste anche la possibilit­à di adottare i coralli, scegliendo­li e dando loro un nome. Quando sono reinseriti in mare, il “genitore adottivo” riceve le coordinate gps, un certificat­o e gli aggiorname­nti sulla crescita. L’esempio dato dalla Nature Seychelles nell’isola di Cousin ha dato i suoi frutti e la rigenerazi­one sta ripopoland­o l’area. Cousin è una riserva totale e quest’anno compie 50 anni. Non vi si può fare il bagno e non ci si può avvicinare con la barca. Un ranger va a prendere i visitatori al largo con un’imbarcazio­ne che “plana” a grande velocità direttamen­te sulla spiaggia. Sull’isola vivono in libertà le tartarughe giganti di Aldabra e molte specie di uccelli endemici (che non si trovano, cioè, in nessuna altra parte del mondo), tra i quali l’elegante sterna bianca che compare nel logo di Air Seychelles. Anche nella riserva dell’isola di Curieuse le tartarughe prestorich­e si muovono libere. Con la loro maestosa lentezza, si avvicinano senza paura ai visitatori. Il bagno si può fare ad Anse St José, in un mare turchese che si stende, come un velo mosso dal vento, su una spiaggia bianchissi­ma.

Le spiagge delle Seychelles compaiono sempre ai primi posti nelle classifich­e delle più belle del mondo. Acominciar­e da Anse Source d’Argent, sull’isola di La Digue, circondata da una cintura di reef che la separa dal grande blu e Anse Lazio, su Praslin. La capitale Victoria sorge invece sull’isola di Mahé: ogni giorno, nel suo mercato ittico, tra cernie rosse, tonni e barracuda, volteggian­o aironi a caccia di pranzi facili. Il mercato di frutta e verdura è coloratiss­imo. Proprio come il vicino tempio indù di Arul Mihu Navasakthi Vinayagar, che svetta su Quincy Street.

A OGNUNO LA SUA ISOLA

Le Seychelles sono celebri per accogliere favolose lune di miele, come quella del principe William e Kate Middleton, e per le offerte esclusive dei suoi resort (da poco ha aperto il Four Seasons Resort Seychelles su Desroches Island, un cinque stelle lusso che prevede anche l’opportunit­à di affittare l’intera isola di Desroches). Nell’arcipelago, sparso tra il quarto e il decimo grado a sud dell’equatore, ci sono anche piccoli hotel di charme, guest house economiche e case in affitto. Non ancora rimodellat­e dal turismo, le isole accolgono un numero crescente di visitatori (349 mila arrivi nel 2017, con un incremento del due per cento nei primi mesi del 2018) proprio perché hanno sviluppato la capacità di soddisfare curiosità e modi di viaggiare diversi. Consideran­do che solo 36

Si possono adottare i coralli, dare loro un nome e seguirli a distanza

Quando il mare è più calmo, i pescatori delle Seychelles catturano in abbondanza il gustoso mackerel

isole, delle 115, sono abitate, è facile credere a Lionel Ferrari, il giovane direttore del Maia, quando dice che ci sono più tartarughe che uomini alle Seychelles. Il Maia è il miglior resort dell’isola diMahé ed uno dei migliori dell’arcipelago. Comprende 30 ville nascoste in un giardino botanico che ricopre il promontori­o tra Anse Boileau e Anse Louis. Le residenze sono del tutto autonome e godono di grande privacy, oltre a garantire un lusso in sintonia con l’ambiente. La Spa, una sintesi tra tradizioni d’Africa e d’Asia, è stata costruita modellando le leggere strutture e gli arredi alla natura circostant­e. Risulta così avvolta in un’armonia di profumi e suoni che amplifica gli effetti dei trattament­i rigenerant­i. In fondo, sul concetto di rigenerazi­one è edificata la filosofia del resort. Maia è l’antica dea greca e romana della fecondità e della rinascita. Se a Roma era identifica­ta come la compagna di Vulcano, per i greci era la madre del dio Ermes, oltre che la più bella delle Pleiadi, le figlie di Atlante e Pleione, conosciute come le Sette sorelle. Guarda caso questo era il nome che indicava le Seychelles nelle prime mappe portoghesi. Per gli astronomi, le Pleiadi sono un grappolo di stelle che, nelle notti d’estate, brilla su quest’arcipelago con un’intensità magica. Quasi a suggerire che siamo noi a inventare il tempo e lo spazio e che su queste isole tutto si rigenera: foreste, coralli e anime.

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 ??  ?? In spiaggia a Cousin, a due chilometri emezzo dalla costa ovest di Praslin. L’isola, di 29 ettari, è la più ricca di piante e animali endemici. In alto a destra, uno scorcio di Curieuse.
In spiaggia a Cousin, a due chilometri emezzo dalla costa ovest di Praslin. L’isola, di 29 ettari, è la più ricca di piante e animali endemici. In alto a destra, uno scorcio di Curieuse.
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1| Uno scorcio di Curieuse Island. 2| Un banchetto che vende mackerel, uno sgombro dell’Oceano Indiano, ad AnseVolber­t, Praslin. 3| Una camera del Paradise Sun Hotel, affacciato sulla spiaggia Côte d’Or, nell’isola di Praslin.

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