Sentirsi eroi
500 chilometri tra villaggi e affacci sul mare. Un’avventura? No, un viaggio interiore
Èun cammino la novità sportiva di Creta: un percorso che in 28 giorni e 500 chilometri la attraversa da un capo all’altro, mostrandone le bellezze più autentiche. Gettata nel mare tra l’Europa e l’Oriente, ultimo baluardo prima dell’Africa, la maggiore delle isole greche vanta oggi la Via Cretese, un trekking tra panorami austeri dominati da picchi rocciosi arsi dal sole e fustigati dai venti, distese di ulivi, villaggi sperduti, monasteri, con affacci sul blu e su spiaggemovimentate dai capricci delle maree. Un mondo selvaggio, rimasto tale nonostante un turismo che continua a segnare aumenti a doppia cifra; la capitale, Heraklion, premiata nel 2017 con il titolo di meta con la maggior crescita in Europa (fonte Euromonitor International) e un nuovo flusso invernale di arrivi, prima inesistente e ora promosso dal governo, che, nel primo quadrimestre del 2018, è cresciuto addirittura dell’800 per cento, secondo le dichiarazioni del ministro del turismo Elena Kountoura. I vacanzieri, per fortuna, tendono a concentrarsi a nord, lasciando intatti lunghi tratti degli oltre mille chilometri di coste, paradiso del windsurf e della bicicletta (a est); del sub (a sud) e del kitesurf (a ovest).
da kato zakros, tra CaNYoN E sCorCI sUL MarE
“Creta ha una natura speciale: solcata da monti altissimi e da gole profonde, colma di piante e profumi. Un’isola ideale per il viaggio a piedi,
tendenza che conquista sempre più persone. Il cammino di Santiago, il pellegrinaggio più famoso nel cuore della Spagna, ha visto quest’anno 25 mila italiani, secondi solo agli spagnoli, che però giocano in casa”, spiega Luca Gianotti, promotore del progetto CretanWay e tra i fondatori della Compagnia dei Cammini, associazione di turismo responsabile che organizza viaggi lungo numerosi percorsi europei. “Per la sua bellezza, la Via Cretese potrebbe diventare uno dei cammini più amati in Europa. Nasce dalle tracce della E4, il sentiero di oltre 10 mila chilometri che attraversa tutto il vecchio continente, dalla Spagna a Cipro, passando anche per Creta, dove il percorso era, però, abbandonato. Ci sono voluti più di cinque anni, una prima spedizione di un mese quasi in solitaria, innumerevoli viaggi e il lavoro di tanti volontari da tutto il mondo per farlo rinascere”, conclude Gianotti.
Lungo il percorso, che in parte si distacca dal tragitto originario, è nata una rete di accoglienza che integra nuove strutture con quelle già esistenti: il Glamping with donkeys, tende comode accanto a un ricovero per asini, aperto ad Anatoli da una coppia di scozzesi; Terra Monoica, a Kato Zakros, e Pachnes, ad Agia Roumeli, dove i proprietari, Stella Alamaki e Stelios Georgedakis, dispensano ai trekker preziosi consigli. Un valido aiuto a chi desidera muoversi in solitaria arriva dalla seconda edizione della guida The Cretan Way (edizioni Anavasi), in inglese, e da Rapporto a Kazantzakis, la traversata di Creta a piedi (Edizioni dei Cammini), il diario del primo viaggio di Gianotti sull’isola. “Perfetta sintesi di Oriente e Occiden-
Per la sua bellezza, la Via Cretese promette di diventare uno dei trekking più amati d’Europa
te”, ricorda Gianotti citando le parole di Nikos Kazantzakis, autore dei celebrati Zorba il greco e L’ultima tentazione di Cristo, a cui è dedicato un museo a Myrtia, lungo la Via: “Le persone sono capaci di vivere nel qui e ora, come gli orientali, pur avendo il carattere imprenditoriale degli occidentali”. Certo, si cammina anche un po’ per sport. Macon quasi 500 chilometri e 28 tappe, la via Cretese tocca litorali ancora non raggiunti dalle strade, dove natura e incontri trasformano il percorso in un viaggio interiore. Le sorprese iniziano già alla partenza, a Kato Zakros, piccolo centro che si snoda tra spiagge e rovine archeologiche: quelle del palazzo di Zakros, uno dei più antichi edifici minoici di Creta. Ci si inoltra cammina nella valle della morte, che a dispetto del nome è uno scenografico canyon di rocce rosse, per poi proseguire sulla Via Cretese dopo Zakros, tra vigneti e uliveti e gli odori di salvia e timo.
I paesaggi mutano salendo di quota, sui 2.100 metri del Monte Dikti e sullo Psiloritis, detto Monte Ida in onore di Zeus, il più alto dell’isola (2.456 m). E poi i Monti Bianchi, con le rocce abbacinanti a perdita d’occhio e gli improvvisi affacci sul mare. “Il blu è protagonista anche nel percorso lungo la costa, tra Chora Sfakion e il monastero di Chrysoskalitissas, con la chiesetta bizantina di agios Pavlos sulla spiaggia e i villaggi sull’acqua di agia Roumeli, Sugia, Paleochora. È la zona delle grandi gole, quelle di agia irini e di Samaria, le più lunghe d’Europa. Nonostante vengano percorse da migliaia di turisti l’anno,conservano tutta la loro spettacolare bellezza”, continua Gianotti. Dopo tante cale solitarie, ecco la famosa e affollata (in stagione) spiaggia rosa di elafonisi e il monastero di Chrysoskalitissas (scalino d’oro), che spicca, bianco, sulla scogliera. È la tappa finale e deve il suo nome alla leggenda secondo cui uno dei 98 gradini che portano al monastero è d’oro, visibile però solo ai devoti e ai puri di cuore. “Un luogo di meditazione e di preghiera, dal forte valore simbolico. Come, del resto, la conclusione di tutti i cammini”, chiosa Gianotti.
EVOLUZIONI SULL’ACQUA, GIOCANDO COL VENTO
Fila, velocissimo, l’incrocio di vele multicolori sulle acque della baia di Kouremenos. Dista meno di 30 chilometri dall’avvio della Via Cretese di Kato Zakros, a conferma della predisposizione sportiva di quest’angolo di Creta. Sono i windsurf di centinaia di appassionati che, ogni anno, arrivano qui da tutta Europa. “Il golfo di Palekastro è il più ventoso di Creta e, forse, d’estate, dell’intero continente: il meltemi vi soffia teso per più di cento giorni all’anno”, spiega l’austriaco Hannes unterweger. Dopo studi economici, nel 2004 ha coronato il suo sogno avviando la Freak Surf Station, il centro, aperto da maggio a ottobre, dove noleggiare tavole e vele e prendere lezioni di windsurf, anche in italiano. “Particolari fenomeni termici fanno sì che il meltemi qui spiri potente: non a caso in zona sorge una delle più grandi centrali per la produzione di energia eolica di tutta la Grecia”, continua. “Il vento soffia da ovest, con una forza tra quattro e sette della scala Beaufort e una media, nei mesi estivi, di ben sei gradi Beaufort, mentre l’acqua vicino a riva è piatta e
Sabbia bianca dalle sfumature rosa: la laguna
di Elafonisi fa invidia ai mari polinesiani
poco profonda”. Con grande divertimento di principianti e professionisti. A dispetto del vigore di vento e sport, sotto il tetto in paglia del centro l’atmosfera è rilassata. Come sulla spiaggia di sabbia chiara, ombreggiata dai lentischi e chiusa da Capo Tenta e dalla scenografica collina rossa di Kastri, sormontata dalle rovine di una fortezza. “Anche in piena stagione non c’è mai troppo folla: siamo lontani dalle rotte del turismo di massa”, aggiunge Unterweger.
Una passeggiata tra le vie di Palekastro, il paese più vicino, lo conferma: circondato dagli uliveti, conserva l’aria sonnacchiosa del villaggio contadino. Niente vita notturna, pochi alberghi spartani, qualche taverna. In una decina di chilometri si raggiungono le splendide baie accanto alle rovine di Itanos, città-stato risalente all’era minoica, poco dopo il nastro della celebre spiaggia di Vai - invasa dai turisti - ombreggiato da cinquemila palme. Anche in piena stagione ci si può trovare soli a godere dell’intenso turchese dell’acqua delle cale di Itanos e di Capo Sidero. È poco frequentato pure il sito archeologico diRoussolakkos, accanto alla spiaggia di Chiona, dove gli scavi stanno portando alla luce un grande palazzo minoico. Si pedala, nel silenzio, con i tour in bicicletta di FreakMountain Bike Centre, partner di Freak Surf, che affitta mountain bike (pure elettriche) e organizza escursioni guidate anche di più giorni. “Il tour più suggestivo è quello che da Paleokastro porta a Kato Zakros, Makrigialos, Mochlos, Sitia, con tappe giornaliere di 45-55 chilometri. Raggiunge la costa nord e sud, tra salite più o meno ardue inmezzo alla natura”, racconta JanDeVriendt, istruttore di fitness belga e titolare del centro. Altrettanto scenografici sono i tour, più brevi, che portano a Xirolimni ea Moni Toplou attraverso il Parco Naturale di Sitia, riserva che protegge quasi 370 ettari di coste, colline e montagne, tra Cavo Sidero e Zakros. Lungo il percorso, lande e gole; arbusti di pimpinella spinosa, timo, santoreggia e origano cretese che profumano l’aria; villaggi, quasi abbandonati, di case candide, come Xirolimni; un monastero-fortezza tra i più importanti di Creta, Moni Toplou, la cui storia è segnata dalle invasioni turche e dalle lotte per l’indipendenza. Vale la pena di scendere di raggiungerlo a piedi e ammirare la collezione di icone del XV secolo e il capolavoro Megas Ei Kyrie dell’artista cretese Ioannis Kornaros, con 61 scene ispirate dalla preghiera ortodossa.
Sul lato opposto dell’isola, il vento fa letteralmente “volare” i kitesurf con evoluzioni acrobatiche al largo di Elafonisi, celebre spiaggia, con la rena candida dipinta di rosa da milioni di conchiglie frantumate e una penisola di dune costellate da cespugli e gigli di mare. È collegata alla terraferma da un passaggio sabbioso di 200 metri che, al ritmo delle maree, emerge e sprofonda. Un luogo dall’aspetto più polinesiano che greco, protetto da una riserva naturale ed esposto a venti forti, per la gioia degli appassionati di tavola e aquilone che volteggiano sulle basse acque della laguna. Sulla spiaggia, si affittano materiali e si prendono lezioni di kitesurf da Elafonisi Kite Club e da Surf Island. Quest’ultimo noleggia anche windsurf, surf e il nuovo Sup. Per filare sul mare stando in piedi su una tavola.
COSTA SUD: PARADISO DELLE IMMERSIONI
I siti preferiti dai sub si trovano nella zona di Sfakià, a sud di Creta. È infatti questa la parte più inalterata dell’isola, nell’elenco dei Doing well del NationalGeographic, unico luogo del Mediterraneo inserito nella classifica delle mete costiere del pianeta valutate per sostenibilità e autenticità. Protetta da monti che precipitano in mare e scalfita da gole profonde, è un rosario di baie segrete e di anse celesti. Un incanto che si allunga anche in acqua, con i canyon, le rocce e le caverne profonde fino a 75 metri. “Un panorama marino di grande varietà, che cambia con il variare delle sabbie”, conferma Damulis Tsirintanis, di Notos Mare, attrezzato diving center nel porto di Hora Sfakion. “L’area è lambita da acque cristalline: la visibilità sott’acqua è davvero speciale e supera i 40 metri. Se nelle caverne si nuota tra stalattiti e stalagmiti, in notturna si vedono seppie, gronghi e polpi avventurarsi fuori dai nascondigli giornalieri”. Tra le immersioni spicca la Timios Stavros, che prende il nome dalla chiesa del piccolo borgo marinaro di Loutro. “Sembra di galleggiare su un’isola sommersa, cosparsa di rocce e caverne dove trovano rifugio granchi e aragoste, mentre, più in basso, si nuota tra barracuda e dentici”, aggiunge Tsirintanis. Con Notos Mare si può anche partecipare a uscite di snorkeling: per immergersi nell’intenso blu del mare libico bastano maschera e pinne. A Creta, tra facili cammini e tuffi nel blu, non si può che condividere le parole di Nikos Kazantzakis in Zorba il greco. “La felicità è una cosa semplice e frugale. Unbicchiere di vino, una castagna, un povero braciere, il fragore del mare; nient’altro”.