DOLOMITI | LO SPORT RENDE FELICI
Fra San Martino di Castrozza e Passo Rolle si dispiega una sfilata di vette, guglie, torri. Uno scenario naturale fra i più emozionanti delle Alpi. Bello da contemplare. E da vivere sugli sci
Deserto bianco. Sotto le Pale di San Martino, scenario da contemplare e da vivere sugli sci
Nella trasparenza dei giorni invernali, il Cimon della Pala, la Vezzana, la Pala, la Rosetta, il Sass Maor, con i loro riflessi grigi e gialli incappucciati di bianco, paiono poderosi manieri eretti a proteggere la valle. Lo sguardo scorre incantato sulla sfilata di vette, entrate da quasi dieci anni nella rosa delle cime patrimonio dell’Unesco: una parata di campanili e di torrioni che compone uno degli scenari più emozionanti del Trentino. Qui cade una neve unica, da provare almeno una volta nella vita, lontano dalle località mondane o dai caroselli con centinaia di chilometri di piste. Tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle, dove si scia lungo 60 chilometri di discese, è stata inaugurata in questa stagione una cabinovia, il primo passo del collegamento con Passo Rolle, che tuttavia non ha intaccato l’autenticità del paesaggio, una grandiosa scenografia naturale protetta dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino .Enonè forse un caso che questa spettacolare rassegna di creste e pinnacoli, che già a fine Ottocento era meta di villeggiatura dei sudditi dell’Impero asburgico, abbia ispirato scrittori e musicisti, da Dino Buzzati al drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler, che qui scrisse la La signorina Else, a Richard Strauss, a cui questo paesaggio suggerì la Sinfonia delle Alpi.
Oggi si scende sulla Tognola Uno, nera-gioiello del Carosello delle Malghe, il comprensorio di San Martino, impegnandosi sui cambi di pendenza e i tratti ripidi. Si è facilitati dalla neve perfetta, ma allo stesso tempo distratti dalle capricciose guglie delle Pale o dagli avvistamenti di camosci e aquile reali. Altrettanto panoramico è il comprensorio di Passo Rolle, appena 15 chilometri e 11 tracciati. In un paesaggio d’alta quota, attraversato dalla strada su cui si affaccia un gruppo di case, ecco scendere la nera Paradiso, teatro di gare internazionali, e la pista Castellazzo, ancor più vicina al Cimon della Pala, il “Cervino delle Dolomiti” come l’avevano soprannominato i primi alpinisti inglesi, colpiti dalla sua forma svettante. Si scia memori che questi obelischi naturali furono un tempo barriere coralline in un mare primordiale, modellate poi da vento, pioggia, neve fino a farne l’attuale labirinto di spigoli e torri.
UN CAROSELLO ANCHE GASTRONOMICO
L’emozione del paesaggio anima anche le soste gastronomiche del Carosello delle Malghe, come rammenta il nome. Sulle piste si entra volentieri al rifugio Tognola, con la terrazza e le vetrate affacciate sulle Pale. Oltre a spuntini veloci, a pizze e crêpes, nella saletta alpina sono proposti piatti della tradizione, con ingredienti locali e servizio al tavolo. E, poi, aperitivi con stuzzichini e formaggi di Primiero, abbinati alla birra artigianale prodotta a Mezzana e alle bollicine Trentodoc, spumante metodo classico delle cantine trentine. La Malga Fratazza è invece in mezzo al bosco, alla fine della pista Tognola Uno: qui si gustano polenta con lugànega, la tipica salsiccia, funghi e tosela, il formaggio fresco. Merita anche ritornarci per la cena, con la salita in motoslitta tra gli alberi innevati e la discesa in slittino. Ultrapanoramica, Malga Valcigolera, ristrutturata in chiave contemporanea, si raggiunge solo con gli sci o con le ciaspole e offre uno sguardo privilegiato su Cima Rosetta, Cima di Roda, Pala di San Martino, il Sass Maor: una vista che accompagna l’assaggio degli gnocchi di polenta con ragù di salciccia o delle uova con patate e speck. Sull’omonima pista e sull’incontaminata Valbonetta ecco Malga