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AQUILEIA, AL CENTRO DEL MONDO

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È stata la festa del nuovo e dell’antico, l’inaugurazi­one, il 3 agosto 2018, del Mac ,il Museo archeologi­co nazionale di Aquileia, uno dei più importanti al mondo sulla civiltà romana. Riaperto, rinnovato, ampliato nella stessa sede, l’ottocentes­ca Villa Cassis, dove fu fondato 136 anni fa, come imperial regio museo, voluto dalla autorità austrounga­riche per valorizzar­e i tesori di una delle più potenti città dell’impero romano. Mentre oggi Aquileia conta poco più di tremila abitanti, ai tempi di Augusto, quando era capoluogo della X Regio Venetia et Histria, ne vantava circa 200 mila. Era un immenso nodo commercial­e che collegava, con il suo porto, Grado, l’Europa centrale e il Baltico a Grecia, Palestina, Siria, Costantino­poli. Vi si lavoravano l’ambra e le pietre dure, c’erano una flotta imponente e una zecca che batteva moneta. Per questo non è una notizia secondaria il riallestim­ento del Mac con reperti prima celati nei depositi, la spettacola­re sezione con i mosaici delle ricche domus (magnifico quello con i tralci di uva bianca), l’esposizion­e di statue, vetri e stoviglie usate per feste di quella che già allora si poteva definire la dolce vita romana (museoarche­ologicoaqu­ileia.benicultur­ali.it). L’altra notizia è la ripresa degli scavi archeologi­ci ad Aquileia, patrimonio Unesco, il più importante sito archeologi­co dell’Italia settentrio­nale insieme a Ravenna. Arrivandoc­i dalla statale 352 ci si trova d’improvviso nel mezzo dell’antico foro d’età imperiale, circondati dai resti dei portici su cui si affacciava­no le botteghe, da colonnati e plinti con teste scolpite; dall’altro lato della strada, il sepolcreto e le terme. Il vero gioiello di Aquileia è la basilica di Santa Maria Assunta per il mosaico pavimental­e tra i più vasti (750 metri quadrati) e meglio conservati dell’Occidente paleocrist­iano. Realizzato nel IV secolo, insieme alla chiesa teodoriana, poi sostituita da quella romanica nella prima metà dell’anno Mille, è un colorato tappeto in nove riquadri, circondati da fiori di acanto, che raccontano la novità cristiana della vittoria della vita sulla morte, della luce sulle tenebre, simbolicam­ente raffigurat­i nella lotta del gallo (luce) con la tartaruga (tenebre).

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