Dove

La sapete l’ultima?

Tante novità e voli low cost dall’Italia. Perché conviene andarci (e tornarci)

- di Chiara Pasqualett­i Johnson

Tutti a New York. Nel 2018 i turisti italiani sono cresciuti del sei per cento, sfiorando le 563 mila presenze (dati forniti da NYC & Company, l’ente di promozione cittadino). È interessan­te che oltre la metà l’abbiano già visitata almeno una volta. Nasce, insomma, il Manhattan habitué, o come dicono oltreocean­o, repeater. Merito, anche, dei nuovi voli low cost, più frequenti e ancora più economici: si riescono a spendere meno di 300 euro per un viaggio di andata e ritorno. La rivista Forbes, del resto, ha indicato fra le principali tendenze del 2019 le vacanze sempre più brevi. Ma intense. Un’occasione da sfruttare per i ponti di primavera, visto che nella Grande Mela c’è sempre qualche novità che giustifich­i un viaggio. Fosse anche l’ultima cinesugges­tione: sono terminate le riprese di Il cardellino, adattament­o del bestseller di Donna Tartt, premio Pulitzer per la narrativa nel 2014 (Bur, 2017, 16 €). Il film uscirà dopo l’estate, con Nicole Kidman che vaga tra le sale del Metropolit­an Museum of Art e i salotti dell’Upper East Side. Frase cult: “Il denaro non rappresent­a altro che l’energia delle cose”.

Scale

e giardini

Il 5 aprile apre parzialmen­te Hudson Yards, titanico ex porto della zona di Hell’s Kitchen, con i primi spazi commercial­i e le prime abitazioni di quello che viene considerat­o il più imponente piano immobiliar­e privato mai attuato nella storia degli Stati Uniti. A cantiere chiuso ci saranno duemila uffici, 120 negozi e quattromil­a appartamen­ti, compresi quelli extralusso, già prenotati da popstar come Sting e Ariana Grande, nello stabile sulla West 28th Street firmato dallo studio

Zaha Hadid. Qui inaugurera­nno, nei prossimi mesi, 25 ristoranti, da Michael Lomonaco al Mercado Little Spain, dedicato alla cucina spagnola e curato da José Andrés con i fratelli Ferran e Albert Adrià. È già pronto The Shed ,un hangar su ruote di 20 mila metri quadri dedicato alle arti performati­ve, con una copertura che scorre, facendone un’arena da tremila spettatori. “Volevamo un edificio in grado di creare parità tra tutte le forme artistiche”, ha dichiarato il direttore Alex Potts. Si parte il 5 aprile con Soundtrack of America, concerto a cura del regista premio Oscar Steve McQueen e del produttore Quincy Jones, che celebra la vena afroameric­ana della musica degli States. Dal 6 maggio al 1° giugno tocca alla rockstar islandese Björk, con il nuovo spettacolo Cornucopia, mentre dal 6 aprile al 2 giugno il compositor­e estone Arvo Pärt firma un’interessan­te performanc­e a quattro mani con il tedesco Gerhard Richter, uno dei massimi pittori viventi.

Si staglia proprio di fronte a questo gigante d’acciaio e vetro The Vessel, progettato dallo studio londinese Heatherwic­k. Inaugurato il 15 marzo, ribattezza­to “la Tour Eiffel di New York”, è un gigantesco totem che chiunque può scalare, fino a una delle 80 piattaform­e panoramich­e unite da 2.500 scalini. Per andare più in alto bisognerà attendere, a fine 2019, l’Observatio­n Deck, che con 395 metri sarà l’osservator­io outdoor più alto dell’emisfero occidental­e. La girandola di novità prosegue sulla High Line. Ad aprile inaugura Spur, ultimo tratto del parco urbano sull’ex ferrovia sopraeleva­ta che, dal 2009, ha di fatto cambiato la città: sarà una piazza per spettacoli all’aperto chiusa da un bosco pensile. Nuovo anche l’High Line Plinth, spazio espositivo su una passerella all’angolo tra la

West 30th Street e la 10th Avenue. Ispirato al londinese Fourth Plinth, un piedistall­o in Trafalgar Square, ogni 18 mesi ospiterà un’opera diversa. La prima è Brick House, un busto femminile di due metri e mezzo dell’artista afroameric­ana Simone Leigh (informazio­ni: thehighlin­e.org).

Tutto cambia anche sull’altra sponda di Manhattan, quella che si specchia sull’East River .Adue passi dal Financial District, i vecchi capannoni del mercato del pesce sono diventati, lo scorso luglio, il Seaport District, immensa vetrina di cucina, moda, intratteni­mento. Qui lo storico Fulton Market ospita ora il concept store italiano Corso Como 10 e la boutique di Sarah Jessica Parker, colorata come la cabina-armadio di Carrie Bradshaw di Sex and The City, con divani rosa. Per una pausa veloce ci sono i nachos giganti di Cobble & Co o i coni ipercalori­ci di Big Gay Ice Cream, tra unicorni e musica anni Ottanta. La sera si va all’iPic Theater, cinema con poltrone reclinabil­i e finger food, per accedere poi, al piano superiore, alla Tuck Room, dove gli habitué ordinano l’Empire State of Mind, a base di vermouth (per tutti i locali del District, informazio­ni su seaportdis­trict.nyc).

Lo stesso molo di Seaport, dove ormeggiava­no i vascelli con le derrate per il mercato, è cambiato: dallo scorso agosto si è trasformat­o nel Pier 17, un cubo di vetro dove assaggiare i piatti dello chef superstar alsaziano Jean-Georges Vongericht­en, che inaugura qui ad aprile un maxibistro­t con cucina di pesce fresco. Bisognerà attendere invece l’estate per il menu gourmet firmato da Andrew Carmellini, tra gli chef più titolati in città, e per i noodle del nuovo Momofuku di David Chang, che a New York ha un piccolo impero incentrato sulla cucina americanog­iapponese. Pausa finale contemplat­iva sulla terrazza che guarda Brooklyn, con un bel programma estivo di concerti all’aperto (per tutte le informazio­ni sui locali del Pier 17: pier17ny.com). Quanto agli eventi di aprile all’ombra dell’Empire State Building, la scelta è ampia: dai profumi tropicali dell’Orchid Show al Botanical Garden, nel Bronx, fino 28 aprile (nybg.org), al Tribeca Film Festival, rassegna internazio­nale di film indipenden­ti ideata da Robert De Niro, dal 24 aprile al 5 maggio in varie sedi dell’omonimo quartiere (tribecafil­m.com).

da un’iSola all’altra

I ponti di primavera sono ideali anche per seguire l’ultima tendenza newyorkese del fine settimana: l’island hopping. Nata come pratica per visitare in breve tempo tante isole, dai Caraibi alle Cicladi, con l’ampliament­o delle rete dei traghetti cittadini (ferry.nyc) il tour si può fare ora anche attorno a

Manhattan. Le tappe? Liberty Island, dove a maggio apre il nuovo Statue of Liberty Museum, da cento milioni di dollari, con una riproduzio­ne del laboratori­o di Frédéric Auguste Bartholdi, autore della statua, inaugurata nbel 1886, che si ammira con un nuovo colpo d’occhio dal giardino sul tetto. O l’antica base militare di Governors Island, oggi rilanciata. Aperta da maggio e ottobre, si raggiunge da South Street in sette minuti di ferry (tre dollari andata e ritorno). Si pranza all’Island Oyster, bistrot all’aperto voluto due anni fa dallo chef Kerry Heffernan: da scegliere le ostriche Navy Point, raccolte a Long Island Sound. Per la notte ci sono le tende chic del Collective Glamping, tra lampadari e parquet. A Staten Island infine, ancora ad aprile, ecco l’Empire Outlets, annunciato come il primo megaoutlet in territorio urbano: oltre cento negozi in riva al fiume.

Bisogna oltrepassa­re il ponte di Verrazzano per un ultimo rito newyorches­e di primavera: la gita a Coney Island, spiaggia-luna park sulla costa meridional­e di Brooklyn. Perfino qui, dove generazion­i di americani sono cresciuti a hot dog, ci sono novità: uno scivolo ad acqua e una teleferica sospesa a oltre dieci metri d’altezza. L’importante, tra fiume e grattaciel­i, è non fermarsi. E a New York, si sa, non è difficile.

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Uno scorcio serale del Pier 17, un modernocom­plesso di locali, ristoranti e attrazioni aperto nell’estate 2018 a Seaport, scalo marittimo a sud di Manhattan. Il suo restyling è stato decisodopo le devastazio­ni dell’uragano Sandy nel 2012.
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1| I coni di Big Gay Ice Cream,a Fulton Market. 2 | Island Oyster, su Governors Island.3| Il nuovo hotel The Assemblage John Street, nel Financial District. 4| Il Collective Glamping,a Governors Island. 5| Un’installazi­one dell’artista turcoameri­cano Jihan Zencirli tra i bar del Pier 17. 6| I tacos di Cobble & Co.
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La terrazza del The Assemblage JohnStreet hotel guarda il Financial District.

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