Dove

Fantasia al potere.

Due città, Vilnius e Kaunas, in perenne competizio­ne. Memorie sovietiche e comunità di artisti visionari. Viaggio nella repubblica baltica, fra eredità ingombrant­i e l’ambizione di contare di più in Europa

- di Stefano Paolo Giussani foto di Giovanni taGini

Due città, Vilnius e Kaunas. Comunità di artisti e memorie sovietiche. Viaggio nella repubblica baltica, fra eredità ingombrant­i e l’ambizione di contare di più in Europa

Impettito nel suo cappotto militare, Iosif Stalin si erge in mezzo a una radura. Un elegante, enorme Lenin siede su un cubo di cemento tra le betulle, circondato da bambini che giocano. Il Gru¯tas Park, percorso di statue d’epoca sovietica in un bel bosco di Druskinink­u , è un luogo surreale, persino provocator­io. Spregiato dai locali, che lo chiamano Stalin World, è amato dai turisti, che si catenano con i selfie. Si può partire da qui per capire la Lituania. “L’ho creato perché le generazion­i future sappiano che cosa è stato il comunismo”, spiega Viliumas Malinaukas, miliardari­o arricchito­si con il commercio di funghi sott’olio e diventato famoso radunando qui ciò che altri stavano buttando: il passato, appunto. Facendone un’attrazione. Geografica­mente parlando, la Lituania è un bosco pianeggian­te, affacciato sul Mar Baltico, vasto quanto il Piemonte, la Lombardia e il Veneto messi insieme, con una popolazion­e (2,8 milioni di abitanti) equivalent­e a quella di Roma. Le due città principali, Vilnius e Kaunas, nei secoli si sono alternate come capitali. È anche uno degli stati più giovani d’Europa: soltanto nel settembre 1991 Mosca ne ha riconosciu­to ufficialme­nte e a tutti gli effetti l’indipenden­za. Nella cultura di questo Paese, membro della Nato e dell’Unione europea dal 2004, sono forti le influenze germaniche, polacche, nordiche. Ma il retaggio russo è predominan­te.

Un terzo della superficie della Lituania è ricoperto da boschi e foreste. Si contano anche migliaia di laghi

TERRA DI CONFINE

Memorie da elaborare e slancio verso il progresso. Si nota perfino nel manto stradale, correndo tra la capitale Vilnius e Kaunas. L’asfalto delle due nuove autostrade, la E85, in direzione del mar Baltico, e la E262, che porta verso la Lettonia, è steso in maniera perfetta. Ma basta uscire dai tracciati principali per ritrovarsi su viottoli di campagna che mettono a dura prova le sospension­i dell’auto. E riportano il viaggiator­e in un passato nemmeno troppo remoto. La natura è predominan­te ovunque: un verde profondo e diffuso che si sta cercando di attrezzare con parchi naturali, centri per visitatori, piste ciclabili e una rete di sentieri, dal Litorina Trail, lungo il Baltico, al tracciato fra le foreste scenografi­che della Valle di Juniper (tutte le informazio­ni sono sul sito lithuania.travel/ en). È nelle città, però, che si avverte maggiormen­te l’orgoglio del passato, misto a un fiorire di idee e iniziative e a un’atmosfera di pace sospesa che potrebbe sorprender­e senza avere sotti gli occhi una carta geografica. Vilnius è a meno di 30 chilometri dalla Bielorussi­a, fedele alleato di Mosca. Al confine occidental­e c’è l’enclave, ex Urss, di Kaliningra­d. Kaunas, cento chilometri a nordovest, resta un centro strategico a un’ora da quella frontiera che è stata attraversa­ta dagli ultimi carri armati in ritirata meno di vent’anni fa.

VILNIUS, FRA RUSSIA E WALL STREET

Nei bar di Vilnius fanno notare che le altre capitali baltiche, Riga e Tallinn, si affacciano sul mare e avvertono meno il senso di assedio e oppression­e. Parecchi temono che non sia ancora stata scritta la parola fine sul capitolo delle tensioni con l’ex blocco sovietico, e citano la crisi ucraina o la situazione della Crimea. C’è chi si spinge a dire che la regione rimarrà sempre selvaggia, per avere i boschi come ultima difesa, in caso di un’invasione, e che la E85 ed E262 siano autostrade, certo, ma soprattutt­o collegamen­ti veloci per i rinforzi Nato (la Lituania ne fa parte dal 2004). Del resto la memoria del passato è viva. Il Museo dell’Olocausto, negli scantinati del palazzo del tribunale, racconta la Shoa degli ebrei lituani, così come l’occupazion­e germanica e le persecuzio­ni comuniste. Tra chi viene a visitarlo i locali continuano a essere la maggioranz­a: non c’è famiglia che non abbia perso qualcuno sotto le armi tedesche prima e russe poi.

Proprio da questa impegno nel ricordare le tante tempeste vissute nasce, però, la grande, diffusa voglia di riscatto del Paese, dove la memoria

e il futuro si mescolano in ogni dettaglio. La stessa capitale oggi sembra vivere proprio del contrasto tra diverse anime. Ecco il centro storico patrimonio Unesco, caratteriz­zato dai colori pastello degli intonaci appena restaurati. Quelli di via Literatu˛sono stati ricoperti di targhe e simboli dedicati a oltre 200 scrittori, lituani e no, che hanno avuto un ruolo importante nella storia del Paese. Per cogliere al meglio la vista sulla città vecchia c’è la collina di Gedminas. La torre ottagonale sull’altura è l’unica rimasta del castello che cingeva la città; al civico 5 di Arsenalo, ospita un museo archeologi­co. Ancora più in alto, sul colle adiacente, dove sorge il monumento delle tre croci, in ricordo di sette francescan­i che sarebbero stati decapitati nel XVII secolo,si ha il colpo d’occhio migliore sulla parte nuova della città e sul bosco. Alle spalle della collina il Kalnu Park ospita, in estate, manifestaz­ioni ed eventi, fra i quali vanno annoverati i concerti di cori popolari. Un’arte molto sentita qui: in era sovietica la musica corale (patrimonio immaterial­e Unesco dal 2003) era un’occasione per riunirsi e scambiarsi comunicazi­oni senza destare sospetti. Per rivivere quelle atmosfere, vale la pena di trascorrer­e una notte all’hotel Astorjia, simbolo della vecchia Vilnius, con i suoi abbaini, le mansarde e i muri di mattoni a vista. E di fare un pranzo, a base di selvaggina, tra i pavimenti di cotto e i mobili d’epoca del ristorante Ertlio Namas.

Tutta un’altra Vilnius è quella che si scopre nel quartiere finanziari­o luccicante sul fiume Neris, con le vetrate in cui si specchiano stu--

denti di economia e manager rampanti intenti a giocare a pallavolo nei rettangoli di sabbia ricavati sulle sponde. Un luogo-metafora del Paese, che insegue con decisione il progresso e lo sviluppo e guarda come modello alle economie scandinave. Un secolo fa era un sobborgo contadino, oggi è una selva di grattaciel­i incentrata sulla vertiginos­a Europa Tower (114 metri), ultimata nel 2004. All’epoca il tutto venne contestato da chi denunciava uno stravolgim­ento della vecchia skyline e difeso invece da chi con questo complesso voleva celebrare l’entrata nell’Unione europea e le nuove sorti del Paese.

C’è poi una parte di Vilnius che sembra disinteres­sarsi alla rincorsa di Wall Street e resta con i piedi ben ancorati nel passato. Basta superare l’altro fiume della città, il Vilnia, nei pressi del luogo in cui fu fondata l’attuale capitale, prima dell’anno Mille. Finestrell­e e terrazzini dei bar affacciati sull’acqua o sui viottoli tortuosi sembrano sospesi in un mondo a parte. Un cartello annuncia l’ingresso nella Repubblica di Uzˇupis. Sembra uno scherzo finché, iniziando a passeggiar­e intorno alla via Uzˇupio, che dà nome al quartiere, non si nota che, in effetti, c’è qualcosa di diverso. Niente targhe patinate di avvocati e notai, né uomini d’affari in ora d’aria. Perfino auto e taxi hanno un che d’antan. Gli abitanti invitano a non chiamarlo quartiere. Si sentono una nazione a parte, qui. Come segnala la serie di piastre in metallo sul muro di via Paupio, con le incisioni in varie lingue, italiano compreso, della Costituzio­ne dello stato di Uzˇupis. Sono 41 articoli, uno più stravagant­e dell’altro. Il primo, per esempio, recita: tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrere. Intorno, ecco cortili dove si vendono e comprano pezzi d’epoca, opere di creativi e cianfrusag­lie varie, caffè, ristoranti tipici, come Sweet Root, atelier, gallerie d’arte. Non distante, Thomas Abrajtis, occhi da lupo incornicia­ti da una barba folta e capelli selvaggi, ha fatto della sua passione un lavoro: con legni, cotte in maglia e corni produce, nel suo The Old Crafts Workshop, elmi e armature, molto apprezzate dagli appassiona­ti che arrivano a trovarlo da tutta Europa. Non lontano dai confini di Uzupis ha il suo studio Tadao Cerniauska­s, fotografo e artista le cui installazi­oni a base di palloncini neri hanno girato il mondo, dalla Saatchi Gallery di Londra al Van Gogh Museum di Amsterdam.

UNA STRADA NEL BOSCO

Basta invece una passeggiat­a di pochi chilometri verso la periferia per tuffarsi in atmosfere da fratelli Grimm. È ancora un’altra Vilnius, questa volta con le case a graticcio che spuntano tra edere e aiuole, incornicia­te da palizzate in legno che lottano per resistere al tempo, lungo marciapied­i dove verde e profumo di muschio riempiono vista e olfatto ancora in pieno abitato. Lasciando la città alle spalle, di nuovo lungo il

Il centro di Vilnius, sito Unesco, mescola barocco e Rinascimen­to, chiese gotiche e scorci medievali

fiume Neris, su strade poco battute c’è persino la possibilit­à di incappare in una volpe, un cervo o un uccello palustre che si leva dalla boscaglia.

A una quarantina di chilometri dalle capitale si raggiunge il lago Galve. Arrivarci al tramonto assicura lo spettacolo del castello di Trakai, con i mattoni che rosseggian­o tra le torri, collegate alla riva da una passerella in legno. Il maniero sarebbe stato edificato dal granduca Kestutis per consolare l’amata Birute che, nata sul mare, non sopportava di vivere circondata di sola terra. Più pragmatica­mente, la posizione straordina­ria era una difesa dalle minacce esterne dell’epoca.

TRA DEMONI E DESIGN

Il gioco di ponti e rogge aumenta la suggestion­e in questa parte del Paese dominata dall’acqua. Rimanendo in tema, si arriva poco più a ovest sulle anse del fiume Nemunas, il più importante della Lituania. I locali vengono a farci il bagno tra i riflessi delle candide architettu­re del monastero camaldoles­e di Pazˇaislis. Il contrasto tra il convento di clausura, ancora attivo, e l’albergo di lusso aperto nella foresteria è un altro modo di raccontare un popolo dalla storia religiosa, ancora una volta, peculiare. Questa è stata l’ultima terra pagana d’Europa: la conversion­e al cristianes­imo avvenne nel 1387. Perciò è ancora forte, nella cultura e nell’arte locale, l’influenza di riti e miti di epoche remote. Le cupole barocche del complesso, intanto, sono solo un anticipo della ricchezza della vicina Kaunas, che ha fama di essere stata una delle città meglio fortificat­e, e più attaccate, d’Europa. Quarto centro abitato per popolazion­e tra le repubblich­e baltiche, è un luogo in piena rinascita. Nel 2015 l’Unesco l’ha eletta Città del design; nel 2022 sarà Capitale europea della Cultura, mentre le tracce verdi che segnalano i percorsi ciclabili la annunciano già come centro a vocazione green. “Tutti vogliono scrollarsi di dosso la sensazione da eterni numeri due alle spalle di Vilnius. E l’occasione del 2022 è davvero ghiotta”, dice con orgoglio Bella Shirin, del comitato promotore di Kaunas 2022. Gli spunti su cui lavorare per lanciare la città come nuova meta turistica non mancano. A partire dal centro storico sulla penisola tra i fiumi Neris e Naumas, con l’ampia piazza, animata dai dehors dei ristoranti, e la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dalle candide volte barocche.

La vera magia di Kaunas è però nella sua capacità di accendere di vita e colori anche le lugubri architettu­re veterocomu­niste. Lo si impara in una corte affollata di installazi­oni contempora­nee, tra murales, immagini di bambini sorridenti e cassonetti della spazzatura dai tratti antropomor­fi. Questo luogo delle meraviglie si chiama Kiemo Galerija

Ceramisti, fotografi, chef: c’è un mondo vivace dietro i vecchi magazzini di Uzupis

e bisogna avere la pazienza di cercarla, al 25 di Ozeskienes, ˇ ˇ · non distante dal più gettonato museo della città, dedicato al pittore e musicista Mikalojus Konstantin­as Ciurlionis ˇ (in Putvinskio 55, ciurlionis.lt). All’epoca della prima grande mostra italiana, nel 2010 al Palazzo Reale di Milano, il critico Gillo Dorfles definì Ciurlionis ˇ (1875-1911) un genio anomalo con la passione per l’occultismo, capace di evidenziar­e l’elemento magico delle cose. Di fronte, in un anonimo edificio, lo stesso complesso ospita il museo del diavolo, tre piani di rappresent­azioni del maligno nelle culture popolari del mondo.

A ovest, verso il fiume e l’università, Kauno Fotografij­os è la galleria dove si ritrovano i creativi, oltre che uno dei punti fermi del festival di ottobre Kaunas in Art. Una delle ultime mostre svoltesi qui raccontava il 1968 in città. Ancora l’orgoglio e il passato che ritornano. Per questo l’ultima tappa, prima di tornare verso Vilnius, non può che essere proprio tra le statue di Lenin e Marx nel bosco di Druskinink­u˛, un paio d’ore d’auto a sud, lì dove sono finiti i monumenti di regime dei villaggi della regione e alcune autentiche torrette di guardia con tanto di filo spinato, per ricordare i deportati nei gulag della Siberia. Per completare il tuffo nel socialismo reale, vale la pena di concedersi un vero menu d’epoca: vodka e aringhe crude, servite su un piatto di latta nel ristorante del parco. Questo è il sapore della storia.

Loft di artisti, monumenti sovietici e un castello in periferia: tutto a Vilnius racconta un passato denso e tormentato

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 ??  ?? Il castello di Trakai, eretto alla fine del XIII secolo sul lago Galve, alle porte della capitale lituana Vilnius, è unito alla terraferma 92 da una DOV passerEell­a.
Il castello di Trakai, eretto alla fine del XIII secolo sul lago Galve, alle porte della capitale lituana Vilnius, è unito alla terraferma 92 da una DOV passerEell­a.
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 ??  ?? Kaunas. 1 | Musica dal vivo nella galleria Kauno Fotografij­os. 2| La Kiemo Galerija, in un cortile al civico 25 ·di via Ozeskiene.ˇ 3| Il Santakos Hotel. 4| Il Gru¯tas Park,a Druskinink­ai.
Kaunas. 1 | Musica dal vivo nella galleria Kauno Fotografij­os. 2| La Kiemo Galerija, in un cortile al civico 25 ·di via Ozeskiene.ˇ 3| Il Santakos Hotel. 4| Il Gru¯tas Park,a Druskinink­ai.
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 ??  ?? 1| La Porta dell’Aurora ,a Vilnius: custodisce l’icona della Madonna Nera, la più venerata del Paese. 2| Il caffè Beigelista­i, in via Literatu , a Vilnius. 3| Il Gru¯tas Park.˛
1| La Porta dell’Aurora ,a Vilnius: custodisce l’icona della Madonna Nera, la più venerata del Paese. 2| Il caffè Beigelista­i, in via Literatu , a Vilnius. 3| Il Gru¯tas Park.˛
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 ??  ?? Vilnius. 1 | Il portico della cattedrale cattolica, dedicata ai santi Stanislao e Ladislao. 2| Il fotografo, artista e pittore Tadao Cerniauska­s nel suo studio. 3| Un murale vicino al mercato coperto di Halès Turgus. 4| Un antipasto del ristorante Sweet Root, nel quartiere di Uzupis.ˇ
Vilnius. 1 | Il portico della cattedrale cattolica, dedicata ai santi Stanislao e Ladislao. 2| Il fotografo, artista e pittore Tadao Cerniauska­s nel suo studio. 3| Un murale vicino al mercato coperto di Halès Turgus. 4| Un antipasto del ristorante Sweet Root, nel quartiere di Uzupis.ˇ
 ??  ?? 1| Il muro di via Literatu,a Vilnius, dedicato ai grandi scrittori. 2| Una ceramista del 4 Boobs Studio di viaUzupio, cuore diˇ Uzupis . 3 | L’orafoˇ Saulius Vaitiekuna­snel suo atelier Terra Recognita,a Vilnius. 4| Il bistrotMed­žiotoju˛ užeiga ,a Kaunas.
1| Il muro di via Literatu,a Vilnius, dedicato ai grandi scrittori. 2| Una ceramista del 4 Boobs Studio di viaUzupio, cuore diˇ Uzupis . 3 | L’orafoˇ Saulius Vaitiekuna­snel suo atelier Terra Recognita,a Vilnius. 4| Il bistrotMed­žiotoju˛ užeiga ,a Kaunas.
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 ??  ?? 1| Il murale The Old Wise Man ,a Kaunas, Capitale europea della Cultura designata per il 2022 . 2| Il collettivo d’arte Uzˇupis 2, sul fiume Vilnia, a Vilnius. 3| L’ingresso del Teatro nazionale lituano ,a Vilnius (info: teatras.lt/en).4| Il monastero di Pazˇaislis, presso Kaunas (pazaislis.org).
1| Il murale The Old Wise Man ,a Kaunas, Capitale europea della Cultura designata per il 2022 . 2| Il collettivo d’arte Uzˇupis 2, sul fiume Vilnia, a Vilnius. 3| L’ingresso del Teatro nazionale lituano ,a Vilnius (info: teatras.lt/en).4| Il monastero di Pazˇaislis, presso Kaunas (pazaislis.org).
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