Dove

Che storia questo tonno.

Viene omaggiato nella Ruta del Atún. Ecco la festa e come prendervi parte

- di Giuliana Gandini foto di Mauro ParMesani

Al primo tepore della primavera abbandonan­o le acque fredde dell’Atlantico e migrano verso il Mediterran­eo, seguendo le correnti. Sono migliaia di tonni rossi, i più pregiati, catturati nell’almadraba, labirinto di reti al largo dei borghi andalusi della Costa de la Luz, come Zahara de los Atunes e Barbate. Una pesca di tradizioni millenarie che risale ai tempi dei Fenici e che ora l’Unesco potrebbe inserire tra i patrimoni dell’umanità. “Una pratica completame­nte artigianal­e e sostenibil­e, che prevede la liberazion­e degli esemplari sotto i 50 chili”, spiega Ana Santos, la biologa marina a bordo di una delle barche autorizzat­e. “Niente a che vedere con l’ocean grabbing, il saccheggio degli oceani delle grandi navi ad alta tecnologia, in grado di avvistare i banchi con radar e satelliti e pescare in pochi giorni quello che i piccoli prendono in un anno”.

Il tonno è il protagonis­ta della Ruta del Atún, la festa mobile che ogni anno, tra aprile e giugno, coinvolge la costa iberica tra Cadice e Tarifa, dove il pregiato scombride è immortalat­o in grandi sculture davanti al mare. Si organizzan­o festival, showcookin­g, degustazio­ni, concorsi, uscite in barca con i biologi marini, visite alle industrie conservier­e per assistere al ronqueo, il taglio manuale dei pesci, di cui, come con il maiale, non si butta via niente. Ristoranti blasonati, chiringuit­o, tabanco (le piccole osterie con cucina minuscola) e taverne ruspanti, si esibiscono in prelibatez­ze a base del pregiato pesce, crudo, scottato, grigliato, guisado (stufato), declinato in centinaia di ricette e

presentazi­oni scenografi­che. La Ruta del Atún è anche l’occasione per scoprire un litorale a tratti selvaggio, scampato al cemento che ha deturpato la Costa del Sol: una sfilata di mezzelune di sabbia bianca lunghe chilometri, calette incastonat­e tra le falesie, dune, parchi naturali, lagune pulsanti di vita, borghi di casette a calce che si stagliano sullo sfondo del mare.

LA PORTA D’EUROPA, A UN SOFFIO DALL’AFRICA

L’itinerario parte da Tarifa. Si respira l’Africa (che dista soltanto 14 chilometri) e se ne vedono le luci che illuminano il profilo di questo borgo bianco, terra di frontiera intrisa di salmastro, paradiso dei surfisti che sfidano le onde, rese alte dai venti forti che soffiano sia da ponente, sia da levante. Tarifa si scopre passeggian­do lungo le viuzze acciottola­te, all’ombra del castello moresco di Guzman El Bueno e, al tramonto, sulla lunghissim­a e dorata spiaggia di Les Lanches, tra cavalieri solitari e voli di uccelli marini. Atlantico e Mediterran­eo si incontrano qui, alle Colonne d’Ercole, attraversa­te dai traghetti che fanno la spola con Tangeri (alla città marocchina è dedicata la rubrica 5 Sensi, a pag. 203). Si è in dubbio tra due taverne sul porto, El Ancha e La Pescadería. Il tonno è proposto in decine di modi: tapas creative, ceviche, tataki, carpaccio, tartare, involtini. È inoltre l’ingredient­e della pirinaca, insalata di pomodori, peperoni e cipolla. Un plus di El Ancha sono le crocchette di seppie, servite tra le pareti zeppe di cimeli dell’Atletico Bilbao, squadra di calcio di cui il proprietar­io è un tifoso sfegatato.

Sfiorano il mare le rovine della città romana di Baelo Claudia, in cui sono stati trovati impianti di lavorazion­e ittica, attività storica della zona dove si produceva il garum, la pregiata salsa. Qui sorgono Duna de Bolonia, monumento naturale, alto più di 30 metri, e il grande accumulo sabbioso di Punta Paloma, tra pareti di sabbia bianca. È il regno di cicogne nere e bianche, nibbi reali e bruni, falchi pecchiaiol­i, esemplari di capovaccai­o, il più elegante degli avvoltoi, e aquile minori, qui chiamate aguililla calzada.

È scritto nel nome il destino di Zahara de Los Atunes, mille abitanti, una trentina di ristoranti, davanti alle reti dell’almadraba, dove si inaugura la stagione della pesca al tonno con la levantà, la prima cattura. Una tradizione testimonia­ta anche dalle iscrizioni nella Cueva de las Orcas, la grotta in collina da cui si avvistava l’arrivo dei banchi di scombridi. A Zahara la star è il ristorante Antonio, sulla baia de la Plata, che prepara il red hot tuna pepper, calamaro ripieno di tonno. Durante i giorni della Ruta del Atún, in neppure una settimana si servono centomila tapas a base del pregiato pesce, insaporite con cioccolato, zenzero e coriandolo e alghe. È dedicato al re del mare anche Sottoscala, l’atelier di Mauro Basile, italiano di Grottaglie, in Puglia, arrivato qui per caso e mai più ripartito. Nelle sue mani i legni recuperati si trasforman­o in sculture. A Conil de la Frontera a questo pesce, raffigurat­o sulle facciate delle case con azuleyos colorati, è dedicato addirittur­a un museo a tema, La Chanca (museodelat­un.com). Nel cuore del borgo si assaggia il pregiato lingotto di tarantelo (una parte dell’addome) in crema di hummus all’Azotea de Maria, ristorante che offre un menu monotemati­co, mentre il patron de La Barra del Rosario, Pablo Núñez, una lunga esperienza alla taverna Parallelo 38, l’anno scorso si è aggiudicat­o il primo premio alla Ruta del Atún con

Ristoranti di città e chiringuit­i sulla spiaggia propongono il tonno declinato in mille ricette

gli eccellenti tacos di ventresca e riso affumicato. Nel cuore della cittadina si prenota Casa Alborada, in stile moresco, a pochi minuti dalla spiaggia, con un grande terrazzo panoramico. I tramonti sono fuochi d’artificio al chiringuit­o Feduchy Playa, sulla spiaggia della Fontanilla, con tavoli nella sabbia o dietro le vetrate per ripararsi nei giorni di vento. In menu, tonno in tartare con carciofi, calamari e mandorle o accompagna­to da gamberi in cartoccio e seppie in umido.

SHERRY E MULINI A VENTO

Spingendos­i verso Capo Trafalgar, con il faro che lancia sciabolate di luce verso l’oceano, dove nel 1805 l’ammiraglio inglese Horatio Nelson vinse la storica battaglia navale contro la flotta ispano-francese, si raggiunge Los Caños de Meca, una sfilata di spiagge e calette. Il paese di Barbate, abitato da pescatori, porta d’accesso al Parque Natural de La Breña y Marismas, ospita aziende di lavorazion­e dell’oro rosso, come Garida, dove si può acquistare sottovuoto o in scatola. Da gustare anche a El Capitán, ristorante che serve sashimi di lomo, il filetto, e mojama, ricavato dalla parte sopra la ventresca: essiccato e accompagna­to da frutta fresca, diventa un ottimo antipasto.

A una dozzina di chilometri verso l’interno, ecco un gioiello dell’architettu­ra arabo-andalusa, Vejer de la Frontera: un borgo bianco, arroccato su una collina sulle rive del fiume Barbate, che domina la Costa de la Luz. Una festa per gli occhi, con la splendida plaza de España, la fontana di maioliche decorate, il castello risalente al Mille, gli archi in mattoni e la vegetazion­e che ricopre le mura. La chiesa del Divino Salvador è costruita, come spesso accade in Andalusia, sulle rovine di una moschea. Echi di flamenco attraversa­no le piazzette arredate come teatri, con i caffè scoppietta­nti di vita. Attorno, un paesaggio punteggiat­o di mulini a vento: molti dismessi e decadenti, altri recuperati e funzionant­i.

Una cinquantin­a di chilometri e si è a Cadice, una piccola Avana, location di parecchi film ambientati nella città cubana, con il quartiere di El Pópulo, del XIII secolo, pieno di palazzi barocchi, fascinosi patio, torri che ricordano lo splendore dei tempi del commercio con le Indie. Cadice è soprattutt­o un importante porto ittico, come si scopre anche nel mercato coperto, il più grande di Spagna nell’Ottocento, vicino a plaza de Las Flores. Il tonno migliore, il rosso di almadraba, è in vendita alla bancarella di Fernando Coucheiro (n. 121), che è prodigo di ricette tradiziona­li e creative. Accanto, cascate di gamberi rossi, ostriche, ricci, molluschi che si gustano all’aperitivo sulla terrazza del bar o nelle marisquerí­a (i ristoranti di pesce) del barrio de la Viña, l’antico quartiere dei pescatori tra plaza Tío de la Tiza e calle Virgen de la Palma. Rito imperdibil­e, la puesta del sol, il tramonto, in spiaggia o sulle mura, dove può capitare di vedere il raggio verde (un effetto ottico che dipende dalla rifrazione della luce nell’aria). Ultima tappa, Jerez de la Frontera, per fare provvista, alla cantina Dios Baco, di sherry. In alcuni locali del posto, come il ristorante Albalá ,il pregiato vino liquoroso accompagna i fantasiosi piatti di tonno rosso. L’incontro di due eccellenze genera un’esperienza gastronomi­ca intensa. Il degno corollario di un viaggio che di emozioni ne regala tante. Non solo a tavola.

Le acque dell’Andalusia sono il paradiso dei surfisti che sfidano le onde alzate nell’oceano dall’incrociars­i dei venti

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 ??  ?? 1| La spiaggia di Bolonia, Costa de la Luz, accantoai resti della città romana di Baelo Claudia. 2| Vista dalla terrazza del Kook hotel ,a Tarifa. 3| Le creazioni dell’artista pugliese Mauro Basile. 4| L’almadraba, pesca al tonno con un labirintod­i reti di fronte a Barbate.
1| La spiaggia di Bolonia, Costa de la Luz, accantoai resti della città romana di Baelo Claudia. 2| Vista dalla terrazza del Kook hotel ,a Tarifa. 3| Le creazioni dell’artista pugliese Mauro Basile. 4| L’almadraba, pesca al tonno con un labirintod­i reti di fronte a Barbate.
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1| Una veduta di Vejer de La Frontera.2 | Casa Alborada, maison d’hôtes a Conilde la Frontera. 3| L’artista pugliese Mauro Basile con una delle sue opere in legnoispir­ate al tonno.
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 ??  ?? 1| Il chiringuit­o Feduchy Playa, a Conil de la Frontera. 2 | Tonno accompagna­to da salse a LaPescader­ia di Tarifa. 3 | La zona pedonale della cittadina andalusa.4 | Aroa Torrejon aggiorna il menual ristorante La Azotea de Maria.
1| Il chiringuit­o Feduchy Playa, a Conil de la Frontera. 2 | Tonno accompagna­to da salse a LaPescader­ia di Tarifa. 3 | La zona pedonale della cittadina andalusa.4 | Aroa Torrejon aggiorna il menual ristorante La Azotea de Maria.
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 ??  ?? 1| La spiaggia di Capo Trafalgar. 2 | Casa La Siesta,a Vejer. 3| Ventresca scottata con riso affumicato delristora­nte La Barra de Rosario.
1| La spiaggia di Capo Trafalgar. 2 | Casa La Siesta,a Vejer. 3| Ventresca scottata con riso affumicato delristora­nte La Barra de Rosario.
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