L’isola dove la vita è bella
La più orientale delle Piccole Antille è un paradiso naturalistico, con baie cristalline e giardini lussureggianti, eleganti dimore coloniali e una elettrizzante atmosfera creola. Tra eventi culinari, rum e ballerini di calypso
Una vacanza in paradiso nell’isola di Barbados, eden naturalistico nell’Oceano Atlantico con 110 chilometri di litorale caraibico protetto dalla barriera corallina - habitat naturale di pesci colorati, coralli, spugne e cavallucci marini - e un entroterra con gole, foreste e grotte di primordiale bellezza. La più orientale delle Piccole Antille è un’isola speciale. A cominciare dai suoi abitanti, frutto di un affascinante melting pot di culture con radici inglesi, africane e indo-occidentali da cui nasce il bajan (la cultura creola locale). Ma anche dall’alto standard qualitativo di vita, celebrato ogni mese dalla popolazione locale con festival ed eventi, come suggerisce il mood caraibico. L’ex colonia britannica, indipendente dal 1966 e membro del Commonwealth, ha tradizioni europee (come l’irrinunciabile rito pomeridiano del tè e il cricket, lo sport più popolare) ma un’anima propria che si riflette in un eccezionale patrimonio storico, culinario e artistico. Caratteristiche che i turisti, in netta crescita (+ 4,5%, nel 2018) sull’isola, apprezzano, presto agevolati dall’arrivo, nell’inverno 2019, di un nuovo volo diretto Lufthansa da Francoforte e Monaco. L’evento più atteso? Il suo carnevale, il Crop Over Festival, il più eccentrico dei Caraibi. Con la sua Grand Kadooment, la
tradizionale sfilata in costume che chiude la kermesse, attrae, per sei settimane, tra giugno e agosto, visitatori da ogni dove con feste culinarie (imperdibile il cou cou ,il piatto nazionale a base di flying fish, crema di farina di mais e purè di okra) e i travolgenti ritmi musicali del calypso e della soca, la danza locale. Allegra e british style, Barbados ha una varietà infinita di spiagge (oltre 60), tutte bianche e di sabbia finissima. Iconiche, quelle di Mullins Beach, Paynes Bay, Crane Beach e Accra Beach. Romantiche, come la Spiaggia di Batsabea, dalla sabbia bianca accecante e onde spumeggianti, dedicata a Batsabea, la moglie del re Davide, che pare amasse fare il bagno nel latte per mantenere morbida la pelle. Ma anche perfette per il kayak o la canoa (l’acqua turchese di Pebble Beach è calma e poco profonda), per il surf e il kitesurf (lungo la costa orientale), lo stand-up paddle, lo snorkelling e le immersioni. Per un’esperienza fuori dal comune, la gita in catamarano al largo della costa occidentale regala il bagno con le tartarughe marine Hawksbill (giganti), specie protetta che vive tra le baie di Carlisle, Freshwater e Batts Rock. L’interno non è da meno. Nel distretto di St. Thomas, la “sala di cristallo” della Harrison’s Cave è un capolavoro di stalattiti e stalagmiti, laghi e cascate. Di origine vulcanica, Barbados ha giungle tropicali (Port Ferdinand) e paradisi botanici (Hunte’s Gardens, dove gustare un eccezionale rum locale insieme al proprietario); migliaia di ginger e lillà, heliconie e orchidee nei giardini pubblici e privati, questi ultimi visitabili, la domenica da gennaio a marzo, con la Barbados Horticultural Society. Le eleganti dimore padronali di St. Nicolas Abbey e Sunbury Plantation House, nel distretto di St. Peter, restituiscono invece la suggestiva atmosfera del passato coloniale dell’isola, tra piantagioni di canna da zucchero e distillerie. Per i migliori blend locali, altro vanto di Barbados, Mount Gay ha più di 1.600 rivenditori sparsi in tutta l’isola. Perfetti per un aperitivo al tramonto prima di dedicarsi allo shopping nei negozi duty free di Bridgetown, la capitale; di concedersi una notte nei boutique hotel che sanno di storia (come il Little Arches Hotel, littlearches.com) o di regalarsi un’esperienza di street food indimenticabile: al villaggio di pescatori di Oistins, il venerdì, sfrigolano, al tramonto, i miglior mahimahi e marlin locali, mentre al The Village Bar-Lemon Arbor, a St John, si serve cibo rigorosamente bajan. Con vista sul blu infinito dell’oceano.