A tutta birra.
Una terra di castelli, foreste, fantasmi. Dove sorseggiare ottime bionde e vivere storie leggendarie. Lontano dalle folle di Praga
Borghi e foreste, castelli e fantasmi. Lontano dalle folle di Praga
Birretra le più antiche e celebrate al mondo, castelli, fiumi, foreste e qualche fantasma: ecco i tesori di una delle tre regioni storiche della Repubblica Ceca. La meno affollata. Il turismo nel Paese è cresciuto tra il 2017 e il 2018 di oltre il sei per cento: 21,3 milioni di arrivi contro i 20 del 2017. Ma oltre l’80 per cento dei visitatori atterra a Praga e non si allontana dalla capitale. È il sud, dunque, dove si trova la Boemia, la direzione consigliata da Dove per lasciarsi sorprendere.
la cittadina degli stagni
La prima tappa, TrÞebonÞ, sede del birrificio Bohemia Regent, attivo dal 1379, si raggiunge in poco più di un’ora e mezzo di auto da Praga. Dalla piazza principale, sulla quale si affacciano le costruzioni barocche, color pastello, si cammina fino al cinquecentesco castello, legato al nome della potente famiglia Schwarzenberg, che lo possedette per tre secoli, dalla fine della Guerra dei trent’anni (1648). Prima era appartenuto ai Rosenberg. L’emblema di questa casata, come il nome lascia intendere, è una rosa, la stessa che decora, con spighe di malto e fiori di luppolo, l’etichetta delle birre della Bohemia Regent. Lo stabilimento, appena fuori dal castello, organizza degustazioni. TÞrebonÞ merita anche per la sua corona di laghi, canali e bacini ricchi di carpe, gloria della gastronomia locale. Le proprietà antireumatiche del fango delle torbiere
sono invece sfruttate da oltre un secolo dalle terme di Bertiny lázneÞ.
Un fantasma in cUcina
Un paesaggio di stagni, boschi, campi e colline appena accennate segue l’asfalto fino a JindrÞichu˚v Hradec,a metà strada tra Praga e Vienna, fulcro dei commerci fra le due città. Ha il castello più grande della Repubblica Ceca (320 stanze). Nella cucina nera, così chiamata per la fuliggine depositata sui muri, secondo una leggenda, il fantasma di una dama bianca si mostra ai discendenti delle casate nobili nell’imminenza della loro morte. L’altro vanto cittadino è nelMuzeumJ in drÞich oh radecka, ex seminario dei gesuiti con il più grande presepe meccanico al mondo: 1.398 figure in legno mosse da un motore elettrico.
nel castello del vampiro
A un’ora d’auto, in direzione sudovest, ecco CÞeský Krumlov, adagiata nella doppia ansa creata dalla Moldava. Il borgo è dominato dal trecentesco castello. Seconda meta turistica del Paese, CÞeský Krumlov, visitata ogni anno da oltre due milioni di persone, è un simbolo tanto riconosciuto della regione che il gigante cinese dell’elettronica Huawei ne sta creando una copia per farne un centro di ricerca a Dongguan, a circa un’ora da Shenzhen. Affacciandosi sul lato che guarda verso il fiume Moldava, ecco un affastellarsi di tetti rossi e casette color mattone che, a inizio Novecento, conquistarono Egon Schiele, pupillo di Gustav Klimt, esponente di punta del primo espressionismo viennese. Alcune delle tele dedicate da Schiele a CÞeský Krumlov, dov’era nata la madre, sono nell’Egon Schiele Art Centrum, ex birrificio. Di notte le dolci atmosfere mostrano un volto cupo, umido, sfuggevole: tra le strette vie, a inizio Settecento, imperversava Eleonore von Schwarzenberg, cacciatrice e sospetto vampiro. Pare che, alla sua morte, una pietra venisse posta sulla sommità della bara, nella cappella (non visitabile) di San Vito, per impedirle di uscire. Evitare morsi dei
vampiri sarebbe anche il motivo per cui alcuni venivano sepolti con una pietra in bocca. Lo scrittore irlandese Bram Stoker (1847-1912) attinse a piene mani da queste credenze per il romanzo Dracula.
Tornando a nord, rallegra l’umore Hluboká nad Vltavou, sede di un castello, quasi disneyano, ispirato alla reggia inglese di Windsor, e di una piccola, deliziosa birreria: Solidní Šance. Nei dintorni, ecco le candide fattorie del villaggio, preservato dal XIX secolo, di Holasˇovice, nello stile qui definito “barocco popolare della Boemia del sud”, con le facciate ornate di simboli e motivi geometrici e i tetti curvilinei. La tappa finaleè CÞeské BudeÞjovice, dove da 700 anni si produce la Budejovický Budvar. Il nome, in tedesco, è Budweiser: lo stesso del marchio di birre americane, omonimia che ha dato vita a un’intricata vicenda legale. Al birrificio Masné Krámy si gustano varie lager. Un’avvertenza: quando è buio, tagliando Prˇemysla Otakara II , la piazza quadrata, con i palazzi barocchi che si distinguono appena, attenzione a non calpestare la pietra centrale. Leggenda vuole che chi lo faccia non torni più a casa. Meglio non rischiare. A meno che l’intenzione sia proprio quella...