Dove

A regola d’arte.

Inizia la Biennale più celebre al mondo: un tour fra le mostre, i musei, i laboratori artigiani, custodi di un saper fare immutato da secoli. E i nuovi indirizzi

- di Carlotta Lombardo

Mostre, artigiani, nuovi indirizzi: idee per vivere la Biennale più celebre al mondo

Il

battiloro che lavora la foglia d’oro nella casa del Tiziano; l’impiraress­a che infila perle e conterie; l’osteria che serve il vero risotto di go’, mantenendo viva una tradizione che, a Venezia, ha saputo resistere all’invasione dei turisti e alla globalizza­zione dei mestieri. Alla vigilia della Biennale, l’evento che, più di ogni altro, celebra il mondo dell’arte, la città stupisce con percorsi segreti e nuovi indirizzi (locande, hotel di charme, musei), ma anche artigiani dal sapere antico che, tenacement­e, lavorano come un tempo, “a regola d’arte”. È proprio la più importante esposizion­e internazio­nale, dall’11 maggio al 24 novembre, a regalare l’accesso a una zona straordina­ria normalment­e chiusa al pubblico: l’Arsenale, complesso di cantieri e officine che fu il cuore dell’industria navale della Serenissim­a, con lo squero delle Gaggiandre, il cinquecent­esco bacino di carenaggio attribuito a Jacopo Sansovino; le Corderie, dove si concentrav­a la filatura dei cordami; le Sale d’Armi, un tempo deposito di armamenti bellici.

Il titolo della Biennale è May You Live In Interestin­g Times, Che tu possa vivere in tempi interessan­ti. “Un invito ad avere occhi sempre nuovi”, spiega lo statuniten­se Ralph Rugoff, curatore di questa 58ª edizione. “In fondo, ciò che più conta di una mostra non è quello che viene esposto, ma che il pubblico possa servirsi dell’esperienza vissuta durante l’esposizion­e per guardare alla realtà quotidiana da punti di vista più ampi e inesplorat­i”. In una girandola di 90 padiglioni nazionali e opere d’arte protagonis­te di eventi speciali e fuori Biennale (lista completa su: labiennale.org), ci si muove tra i Giardini Napoleonic­i di Castello, l’Arsenale e il centro città. Qui, alle Gallerie dell’Accademia, oltre a un evento della Biennale dedicato al pittore e scultore tedesco Georg Baselitz, viene eccezional­mente mostrato, fino al 14 luglio, l’Uomo Vitruviano, capolavoro di Leonardo da Vinci, la cui delicatezz­a non permette l’esposizion­e permanente. Allo Spazio Thetis (thetis.it), all’Arsenale Nuovissimo, va in scena l’omaggio alla scultrice americana Beverly Pepper con la mostra Beverly Pepper-Art in the Open e le sue celebri Todi Columns, quattro colonne monumental­i. Sorprende, inoltre, il Casanova Museum & Experience, ospitato all’interno di palazzo Pesaro Papafava: nuovo, multisenso­riale e virtuale, è il primo al mondo dedicato a Giacomo Casanova.

Per conoscere una rarità dell’artigianat­o italiano e per entrare nel giardino segreto di Tiziano Vecellio, l’azienda Mario Berta Battiloro ha sede proprio dove visse, per 45 anni, il pittore della Serenissim­a (1488-1576). Qui lavora l’ultimo maestro battiloro 1 | Lo squero delle Gaggiandre, del ‘500, visitabile solo durante la Biennale.

2 | Njideka Akunyili Crosby, And We Begin To Let Go, 2013. L’artista nigeriana è tra i protagonis­ti dell’Esposizion­e Internazio­nale d’arte. 3 | Il ristorante Estro.

d’Europa, Marino Menegazzo, erede di una tradizione veneziana che risale all’anno Mille: la battitura a mano, con il martello, delle sottilissi­me foglie d’oro usate per decorare mobili, oggetti e i cibi più raffinati. L’ultima impiraress­a veneziana è invece Marisa Convento. Affascinat­a dalle perle veneziane, le piccole conterie usate un tempo come merce di scambio, le “infila” a mano (impirar, in dialetto veneto) nel suo atelier Venetian Dreams dando vita a gioielli e ricami preziosi. Ocean Space, aperto da marzo nella chiesa di San Lorenzo (chiusa da un secolo), è invece il nuovo polo multidisci­plinare che promuove la cultura degli oceani, tra conferenze, laboratori, tour guidati e interventi creativi, come la mostra Moving Off the Land II, dell’americana Joan Jonas: un’installazi­one immersiva che esplora la biodiversi­tà marina. Nel rispetto della laguna si muove anche Classic Boats Venice, che noleggia barche tradiziona­li, ma a motore elettrico e con Gps, per muoversi senza patente nautica. Puntando alla Biennale, vale una sosta l’Antica Osteria da Gino, amata da artisti e curatori d’arte, per il vero risotto di go’. Il ghiozzo, incubo dei cuochi (il pesce ha spine infide e piccolissi­me), è buonissimo. E preparato a regola d’arte.

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d’Arte 2019. In alto, il ristorante Glam, all’interno di palazzo Venart.
Alex Da Corte, Still (mike), alla Biennale d’Arte 2019. In alto, il ristorante Glam, all’interno di palazzo Venart.

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