Patagonia, un viaggio senza Rete
Preparare lo zaino, prima di un viaggio, è diventato un rito che oggi affronto con la maggiore consapevolezza possibile: da un po’ di tempo mi impegno a portare con me solo quello che penso sia essenziale. Il che non significa poche macchine fotografiche e pochi obiettivi, oppure niente hard disk. Oggi studio prima il luogo che voglio visitare, cerco di costruirci un mio sguardo critico, di interpretarlo. La ricerca dell’essenziale si manifesta in molti modi; è una disciplina che obbliga a un pensiero consapevole nei confronti della realtà che si ha davanti. È il godere del proprio sguardo “qui e ora”, senza dovere condividere con altri la visione e l’emozione che si sta vivendo. Un dialogo tra sé e sé, senza social network, senza tag. Questo è il sentimento che ho provato quando ho viaggiato da Punta Arenas, nel Cile meridionale, fino a Ushuaia, in Argentina. Una settimana senza connessioni, con la possibilità di mandare solamente sms in un paio di punti vicino alla frontiera con il Cile.
Il viaggio senza internet dà un senso di solitudine solo per i primi due giorni; poi ci si abitua. Si rimane in attesa a guardare quello che si ha davanti. La concentrazione è tutta nello scatto. Non devi cercare subito il monitor, puoi anche decidere di non schiacciare il pulsante, se capisci che non è il momento giusto lasci andare.
Sono tornato da questo viaggio, a bordo della nave Stella Australis, purificato, ricaricato da una settimana in mezzo alla natura solo con la mia macchina fotografica, senza WhatsApp, senza social network: libero di fare una foto senza dovere mostrarla né caricarla su qualche piattaforma. www.australis.com/site/it