Hanoi, l’Oriente che sopravvive
“Non so cosa mi abbia fatto innamorare di questo Paese. I colori, i sapori, persino la pioggia”, diceva Graham Greene parlando di un Vietnam sempre più lontano da quello delle bici, delle donne che indossano l’Áo dài e delle fumerie d’oppio, ritratti nel romanzo
Un americano tranquillo. Il Vietnam è un Paese in bilico fra tradizione e occidentalizzazione. Hanoi è l’emblema del dualismo tra il vecchio e il nuovo :un mix di edifici in stile coloniale francese, templi, pagode e grattacieli. L’Old Quarter è un incrociarsi di vie di negozi di souvenir e botteghe artigianali lì da sempre; ci sono i mille sapori dei ristoranti, tavoli e sgabelli di plastica bassissimi a bordo strada, e c’è la musica dance che arriva dai bar con insegne occidentali; sulle sponde del lago Hoan Kiem all’alba anziani in silenzio praticano il Tai chi chuan prima che fiumi impenetrabili di scooter invadano le strade. L’odore di smog si mischia a quello di frutta, incenso, caffè e gelsomino. Contrasti. Esistono ancora scorci del Vietnam di Greene: per ora li si trova dietro l’angolo ad Hanoi, ma domani potrebbero non esserci già più. vietnam.travel