Dove

LAND ART Sotto questo cielo.

- DI ALESSANDRA MAGGI, CHIARA PASQUALETT­I JOHNSON, SUSANNA PERAZZOLI, GIANFRANCO RAFFAELLI

Installazi­oni, sentieri d’autore, sculture, panchine. Dalle Alpi alla Sicilia, i museispett­acolo senza muri, né tetto

Mauro Staccioli, scultore volterrano (1937-2018), chiamava “idee costruite” i cerchi in pietra con cui voleva incornicia­re le sue campagne. Con lui, e con un gruppo di suoi colleghi e mecenati geniali, dall’Italia agli Stati Uniti, partiva negli anni Sessanta l’avventura del dialogo tra creatività e natura, fuori dai musei. Poi sono arrivati i percorsi di sculture nei boschi, le panchine giganti tra le vigne, le residenze d’artista montane e i festival della Land Art, oggi spesso sposata all'ecologia, al recupero di saperi artigiani, aperta alle scuole. Mille i generi e le formule. Ognuno è uno spunto per camminare e fare esplorazio­ni nel bello tra parchi e borghi, un’idea per viaggi slow di un pomeriggio o di un weekend. Per ritrovare il piacere di stare all’aperto appena l’emergenza sanitaria sarà alle spalle.

PIEMONTE, L’OASI CONTEMPORA­NEA

A Trivero, porta d’accesso all’Oasi Zegna, parco naturale tra le Alpi Biellesi, sono 126 le bandierine verdi-azzurre che sventolano sul tetto del lanificio. È l’installazi­one del francese Daniel Buren che ha segnato, nel 2007, l’inizio di All’aperto. Il progetto di arte pubblica promosso dalla Fondazione Zegna vede oggi sette interventi permanenti di creativi di fama internazio­nale, chiamati a confrontar­si con la natura, gli abitanti e le loro storie. Dopo Buren è stata la volta di Alberto Garutti, con le panchine in cemento dedicate ai cani di Trivero e ai loro proprietar­i, in paese. Ecco i Telepati o “teste pensanti” di Stefano Arienti, abbozzati su pietre di fiume; l’orologio senza lancette, che sbuffa vapore, di Roman Signer e il Giardino delle delizie del milanese Marcello Maloberti, illuminato da una luna al neon. Si esce dal paese, si

Installazi­oni, sculture, sentieri d’autore, panchine. Tutto, rigorosame­nte, en plein air. Dalle Alpi alla Sicilia, i musei-spettacolo senza muri, né tetto

segue per un chilometro a piedi la strada panoramica Zegna e ci si ritrova nella conca dei rododendri, dove il padiglione in vetro e acciaio di Dan Graham cattura in un gioco di riflessi tutti i colori della stagione.

LOMBARDIA. MEZZO SECOLO DI SCULTURA

A una ventina di chilometri da Monza, Rossini Art Site ,a Briosco, è un’antologia a cielo aperto della scultura italiana moderna. Incarna il sogno dell’imprendito­re-mecenate Alberto Rossini che, negli anni Cinquanta, iniziò a raccoglier­e nel suo parco i lavori dei primi pionieri che superavano lo stile figurativo. Esplorator­i della materia come Mario Negri, Lorenzo Pepe, Andrea Cascella, Giò Pomodoro, star straniere come Jean Tinguely e Hidetoshi Nagasawa. Dalle geometrie dell’astrattism­o concreto alle provocazio­ni del Nouveau Réalisme, tutto, in questi dieci ettari di verde sui colli briantei, nel parco della Valle del Lambro, dialoga con il paesaggio. Il portale d’ingresso, dell’architetto newyorches­e James Wines, ha un tetto-giardino che si fa conquistar­e dalla vegetazion­e. L’Art Site è anche spazio per eventi, residenze d’artista, attività didattiche. I figli di Rossini, scomparso nel 2015, ne continuano l’opera. L’ultima acquisizio­ne? Gli Esercizi di fuga di Chiara Mu, installazi­one per giocare con le forme dei salici e del prato.

TRENTINO. IL RESPIRO DEI BOSCHI

Appaiono come miraggi tra gli alpeggi, all’ombra delle guglie dolomitich­e del Latemar, le opere di RespirArt, tra i parchi d’arte più alti del mondo, che si estende a Pampeago, ai confini delle province di Trento e Bolzano, su un anello di tre chilometri a duemila metri, fra il rifugio Monte Agnello e lo chalet Caserina. Tra larici e pini mughi, il Giardino di Danae

di Hidetoshi Nagasawa è un labirinto di pietre per meditare guardando le cime. 29 ottobre 2018, del gruppo Terrae, evoca la tempesta che due anni fa devastò la zona. “Per il RespirArt Day del 25 luglio inaugurere­mo quattro lavori”, spiega Beatrice Calamari, curatrice del progetto con l’artista Marco Nones. “Tra questi, la Reggia barbarica di Patrizia Giambi, sorta di rifugio che avvolge gli spettatori, realizzato con legni di scarto e feltro lavorato a mano”.

Sono una vetrina storica della Land Art le 60 opere di Arte Sella sparse a partire dal 1968 tra i boschi della Valsugana. E sono circa centomila i visitatori che vagano ogni anno tra la Cattedrale vegetale di Giuliano Mauri o Il Terzo paradiso. La Trincea della pace di Michelange­lo Pistoletto, omaggio alle ferite che la Grande guerra aprì in questi paesaggi. Due anni fa tre architetti, l’italiano Michele De Lucchi e i giapponesi Atsushi Kitagawara, autore del padiglione Giappone di Expo 2015, e Kengo Kuma, firma dello stadio per le olimpiadi di Tokyo 2020 (rinviate al 2021), hanno inaugurato Arte Sella Architettu­ra. Nuove opere si possono ammirare nello Sky Museum, nel centro di Borgo Valsugana.

Bosco Arte Stenico, presso il borgo omonimo a nord del lago di Garda, cresce e cambia nel tempo: neve e vento completano le opere, plasmandon­e forme e colori. “Le installazi­oni impiegano materiali raccolti dagli artisti nel bosco: foglie, sassi e legno profumato, dal tiglio al pino nero, dal carpino al larice”, spiega Maurizio Corradi, anima del progetto, nato nel 2012. Con un bando aperto agli artisti, il sito, oggi con un centinaio di lavori, cresce ogni anno con opere legate a un tema: quello del 2020 è Metamorfos­i.

Inno alla cultura contadina, Cataste&Canzèi si snoda nel centro di Mezzano, tra i Borghi più belli d’Italia. Qui i lunghi inverni dolomitici portano gli abitanti del borgo a ordinare imponenti, ordinate cataste di ciocchi davanti casa: i canzèi. Il legname è interpreta­to da artisti che, sfruttando le venature e la varietà di cortecce e stagionatu­re, danno vita a giocose installazi­oni. La più spettacola­re è L’aluvion di Marco Baj, dal 2012 su una vasta parete di messa in sicurezza, a ricordare la tragedia del 1966.

ALTO ADIGE. NELLA VALLE DEI CREATIVI

Sarà nell’estate 2021, in una data ancora da definire, la prossima edizione del progetto Smach, una mostra a cielo aperto di lavori site specific ,il meglio di un concorso internazio­nale che invita a confrontar­si con i paesaggi intorno a San Martino in Badia e San Vigilio di Marebbe. Nell’attesa si visita Val dl’Ert, parco d’arte con opere selezionat­e delle passate edizioni, oggi permanenti e visitabili tutto l’anno. Il percorso parte dal Museum Ladin Ciastel de Tor. Dura 40 minuti o, volendo, su un itinerario circolare più lungo, fino a due ore e mezzo. Da giugno a settembre si organizzan­o fra le opere concerti, spettacoli teatrali e cinema sotto le stelle. È alta cinque metri la grande slitta rossa del tedesco Hans Martin Lützenburg; in fibra di vetro la roccia dell’italiano Stefano Cagol; nel Riflesso del cielo, di Kei Nakamura, elementi metallici a punta creano a riflessi di luce che si espandono nella natura intorno. Come in un caleidosco­pio.

Queste opere, formate spesso da alberi e radici,

mutano nel tempo insieme al paesaggio

TOSCANA: IL GIARDINO DEI MAESTRI

È un trekking particolar­e quello che promette l’ingresso a Villa Celle, a 40 chilometri da Firenze, nelle pieghe delle colline pistoiesi. Dietro al cancello di questa dimora secentesca - la volle costruire il cardinale Carlo Agostino Fabroni - si nasconde un parco immenso: 20 ettari con piante centenarie, boschetti e angoli di pace disegnati secondo quel modello romantico che, ancora alla fine dell’Ottocento, suggeriva di disegnare una natura da contemplar­e nella sua bellezza malinconic­a. È questo lo scenario di una formidabil­e raccolta di installazi­oni e sculture, tra le più importanti al mondo di arte ambientale: la collezione Gori. Sono creazioni monumental­i commission­ate nell’arco di trent’anni, l’ultima inaugurata due anni fa. Tutte “da toccare, sentire con le mani“, ha dichiarato più volte Giuliano Gori, artefice del progetto. “Le opere sono oltre 80, ciascuna firmata da artisti che hanno lavorato a lungo qui, alcuni anche per due anni, e sempre nel rispetto della natura esistente”, precisa ancora Gori, che ha aperto al pubblico il suo tesoro il 12 giugno 1982. Da allora, da maggio a settembre, invita a esplorare un percorso che coinvolge, oltre alla fattoria e alla cascina, anche la voliera realizzata dal poeta-architetto Bartolomeo Sestini, la palazzina del tè, il monumento egizio, le scogliere con le cascate, i laghetti. E la cappella della villa, con il portale di bronzo, opera di Daniele Lombardi, con scolpite le note dell’ultimo brano per violino della sua composizio­ne Divina.com. “Le opere devono essere progettate per il luogo e create sul posto”, sottolinea Gori. Robert Morris ha scolpito una Venus di tre metri, una sorta di dea della fertilità. Loris Cecchini ha aggiunto una seconda pelle a un leccio secolare, una rete di ritagli cromati che riflettono la luce e il verde. Luigi Mainolfi, con Per quelli che volano, ha collocato una panchina sul tetto della fattoria in ricordo della moglie di Gori, Pina, che amava guardare il tramonto dalla terrazza. In uno degli angoli più intimi del parco, tra gli ulivi, l’artista turca Hera Büyükta¸sçıyan ha piantato nel terreno 14 elementi in acciaio, fino a formare una sorta di tunnel che “si nutrisse di aria e di vento”. A ogni passo, il dialogo con la natura è incessante. Un appello all’ascolto?

Un'altra tappa è nei dintorni di Volterra, città-stato etrusca tra Firenze e Pisa. Nelle sue campagne vanno cercate in una piccola caccia al tesoro per adulti (non c'è un sentiero istituzion­ale, né indicazion­i) le enormi opere di Mauro Staccioli. Persi tra campi e burroni, fra rovine e lungo le strade, sono dieci dei 18 lavori esposti nel 2009 per la mostra itinerante Luoghi di esperienza, donati in via permanente dall'artista, scomparso nel 2018, alla sua città. Ecco il Portale, a cavallo di una sterrata in località Lischeto. I Prismoidi, tra i ruderi della badia Camaldoles­e. Primi passi, una delle sue grandi ellissi d'acciaio, a Piancorbol­i.

LAZIO: SORPRESE LUNGO IL CAMMINO

Sculture di ferro, di marmo o di radici. Installazi­oni sonore, dipinti murali, ma anche performanc­e, foto, video, diari di viaggio. Sono le 26 opere realizzate per il progetto Arte sui Cammini lungo quattro percorsi storico-religiosi del Lazio: il Cammino di Francesco, dall’Umbria a Roma lungo la Valle Santa Reatina, quello di San Benedetto, da Leonessa a Monte

Nata negli anni Sessanta, questa forma espressiva si rilancia con concorsi internazio­nali e festival

cassino, e due tratti della Via Francigena: dal confine toscano a Roma e, a sud, dalla capitale al confine con Campania e Molise. Il parco di Vejo, sulla Francigena del Nord, ospita per esempio Three Gates of IN-Perfection: trittico sulla dimensione spirituale del cammino. Da citare anche Atlante di Davide Dormino, una scultura in marmo di Carrara che riproduce la prima vertebra tra cranio e spina dorsale, anello tra il corpo e la mente, ma anche finestra sui prossimi orizzonti dello spostarsi. Il viaggio come incontro e dialogo con l’altro è il tema della struttura in ferro di Giancarlo Neri: due sedie che si guardano, unite da un arco che “disegna” una porta sul sé e sull’altro. Connession­e, del duo Goldschmie­d & Chiari, è una panchina a forma di cerchio, simbolo dell’infinito, illuminata da un lampione di legno e con una scritta intagliata: “Un solo raggio di sole è sufficient­e per cancellare milioni di ombre”.

Nel Viterbese, piante e sculture dialogano, crescono e si influenzan­o a vicenda nel giardino La Serpara, nato dalla visione dell’elvetico Paul Wiedmer in una valle nascosta dell’Alta Tuscia, vicino a Civitella d’Agliano. Un luogo di contemplaz­ione con, ogni anno, una nuova opera in simbiosi con la natura. Dal 1997, oltre 30 artisti internazio­nali hanno lavorato qui: l’ultimo, nel 2019, è stato Davide Dormino. Poltergeis­t, la sua scultura di dieci metri, è una sequenza di chiodi in acciaio in equilibrio precario, ai confini di un fitto bosco.

BASILICATA: TREKKING D'AUTORE

Anish Kapoor, Carsten Höller, Giuseppe Penone. Sono le stelle contempora­nee riunite dal progetto ArtePollin­o. Un altro Sud che, tra il 2008 e il 2010, ha portato l’arte nel parco del Pollino, l’area protetta tra Basilicata e Calabria. I loro lavori si scoprono camminando. In Val Sarmento, partendo da Senise e oltrepassa­ndo le timpe di Noepoli, il piccolo canyon del Pollino, si arriva alla fiumara del Sarmento, scelto dallo scultore Giuseppe Penone, esponente dell’Arte Povera, per il suo Teatro Vegetale: uno spazio a forma di cerchio, creato con pietre, alberi e cespugli, per accogliere rappresent­azioni teatrali, ma anche lo spettacolo della natura stessa. Nel verde a perdita d’occhio della valle del Frido il sentiero da San Severino Lucano alla timpa della Guardia porta alla giostra, con 12 braccia e navicelle, del tedesco Carsten Höller. Ci si può anche salire per guardare il panorama. A Latronico, nella valle del Sinni, Earth Cinema, dello scultore angloindia­no Anish Kapoor, è un "taglio" di cemento che affonda per 45 metri nel terreno. Ci si entra, si cammina, si incontrano immagini e suoni.

CALABRIA: UNA PARENTESI URBANA

Anche se si trova vicino al centro di Catanzaro, il Parco della biodiversi­tà, scenario del Parco internazio­nale della scultura, è un piccolo altro mondo rispetto al traffico del capoluogo. Un polmone verde con

Dietro molti percorsi di Land Art c’è la passione di mecenati e imprendito­ri

20 spettacola­ri sculture internazio­nali: da Daniel Buren a Jan Fabre, da Antony Gormley a Mimmo Paladino. Arrivano dal parco archeologi­co di Scolacium, scenario dal 2005 al 2015 del progetto Intersezio­ni, mostre, a cura di Alberto Fiz, che terminavan­o ogni anno con l’acquisizio­ne di un’opera, a testimonia­nza del passaggio di un grande maestro della scultura in città. Oggi è tra le maggiori collezioni d'arte pubblica in Italia. E i suoi prati, laghetti e cascate sono sempre un invito a rilassarsi e a esplorare.

SICILIA: IL CANTO DELLE MACERIE

“Io farei così, compattiam­o le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di questo avveniment­o”. Parlava in questo modo Alberto Burri di fronte alle rovine di Gibellina vecchia, devastata dal terremoto del Belice del 14 gennaio 1968. Era giunto in questa terra bruciata dal sole dopo l’appello del sindaco Ludovico Corrao: bisognava ridare slancio alla storia, alla cultura, lasciare un traccia. Era il 1985. Burri fece colare, sopra le macerie, cemento fino a creare un gigantesco Cretto (così l’artista chiamava le opere di colore bianco o nero, dalla superficie screpolata come la terra essicata), una sorta di immenso simulacro bianco. Oggi si vede a chilometri di distanza nella campagna trapanese: la più grande opera di Land

In luoghi come Mezzano di Primiero, in Trentino, o San Sperate, in Sardegna, i segni creativi hanno rilanciato l’intera comunità

Art al mondo proprio sopra il paese distrutto. Un omaggio alla memoria, ma anche un’opera custode della storia. “Il Cretto di Gibellina non è solo un gesto umanissimo di pietas. Non si limita a commemorar­e poeticamen­te una tragedia. Esso mostra il valore profondo che accompagna l’azione dell’arte in quanto tale: la morte non è l’ultima parola sulla vita, la forma dell’opera salva il mondo dal puro orrore”, scrive Massimo Recalcati nel suo Alberto Burri. Il grande Cretto di Gibellina, con immagini in bianco e nero di Aurelio Amendola (Magonza editore, 2018). Si cammina lungo i tagli, scavati come fossero crepe nel terreno, profondi poco più di un metro e mezzo: erano le strade del paese e l’opera ricalca i tracciati delle vie. Il percorso è un labirinto che insegue il profilo della collina, riproduce la geometria delle strade, la forma del paese. “Ci si può smarrire, ma è fatto anche per alzare lo sguardo. Un luogo straordina­rio dove l’uomo non deve sentirsi sommerso”, sottolinea il critico e storico dell’arte palermitan­o Sergio Troisi. Così lo immaginò Burri, che rivoluzion­ò la materia pittorica con legni bruciati, pittura rosso fuoco, combustion­i di plastiche ed elaborò i cretti a partire dal 1973. Ancora oggi, esplorando questa mappa, si ha l’impression­e di solcare un luogo mistico, di inoltrarsi in un sentiero che alterna luce a smarriment­o. Forse perché “l’arte non può accontenta­rsi di celebrare il visibile e il suo ordine conformist­ico, ma deve discendere nell’abisso dell’informe, del Terrifican­te, dove incontriam­o,

insieme alle macerie del mondo, le nostre”, scrive ancora Recalcati. Resta il tempo per vedere Gibellina nuova e gli esiti di quell’esperiment­o di “ricostruzi­one” affidato ad artisti celebri, da Pietro Consagra a Carla Accardi, da Andrea Cascella a Mimmo Paladino. Oltre 60 tra installazi­oni e sculture: uno “slancio intellettu­ale rarissimo per il periodo” ricorda Sergio Troisi.

Sulla costa settentrio­nale sicula, a Castel di Tusa, Fiumara d'arte è una galleria a cielo aperto che riunisce i grandi della scultura contempora­nea alla foce del fiume Tusa. Un'idea di Antonio Presti, collezioni­sta che, nel 1982, alla morte del padre, chiese allo scultore Pietro Consagra un monumento funebre da donare alla collettivi­tà. Ne nacque, nel 1986, un percorso ispirato alla prima stagione della Land Art, quella che plasmava e sottolinea­va gli spazi aperti con grandi strutture. Sono portali che incornicia­no il mare, onde di cemento nei prati, la grande piramide di Mauro Staccioli su un promontori­o, teatro ogni anno a fine giugno di un Rito della luce con performanc­e, mostre e visite guidate.

SARDEGNA: LE PIETRE CHE SUONANO

San Sperate, nel Cagliarita­no, è la terra di Pinuccio Sciola (19422016), che qui promosse l’arte dei murales e ideò le Pietre sonore, sculture di grande inventiva, con un utilizzo sempre ispirato dei diversi minerali, esposte nei maggiori musei del mondo. Molte di esse sono nel grande Giardino sonoro della sua abitazione, in paese. Ma è tutta la zona a essere ormai un grande libro dell'arte contempora­nea, con il Giardino fantastico di Fiorenzo Pilia, raccolta di opere con materiali recuperati, e oltre 400 tra sculture e installazi­oni nel borgo. Arte che cambia i luoghi. E anche le persone.

 ??  ?? Mimmo Paladino, Montagna di Sale (1990). Fa parte della collezione d’arte contempora­nea della Fondazione Orestiadi, con sede nel baglio Di Stefano, a Gibellina. Non è distante il grande Cretto di Burri, una
delle opere più spettacola­ri della Land Art italiana.
DOVE
Mimmo Paladino, Montagna di Sale (1990). Fa parte della collezione d’arte contempora­nea della Fondazione Orestiadi, con sede nel baglio Di Stefano, a Gibellina. Non è distante il grande Cretto di Burri, una delle opere più spettacola­ri della Land Art italiana. DOVE
 ??  ?? Cédric Le Borgne, La donna invisibile, dal 2018 nel bosco dell’area di Malga Costa, lungo il
percorso di Arte Sella, in Valsugana .Èuno dei più interessan­ti esempi di Land Art
in Trentino.
Cédric Le Borgne, La donna invisibile, dal 2018 nel bosco dell’area di Malga Costa, lungo il percorso di Arte Sella, in Valsugana .Èuno dei più interessan­ti esempi di Land Art in Trentino.
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 ??  ?? Rossini Art Site, a Briosco (MB): uno scorcio, con sculture di Fausto Melotti, Pietro Consagra, Bruno Munari ed Erik Dietman, fra gli altri. A fianco, Giulio Turcato, Libertà (1973). Nel museo all’aperto si organizzan­o anche eventi e attività didattiche.
Lombardia
Rossini Art Site, a Briosco (MB): uno scorcio, con sculture di Fausto Melotti, Pietro Consagra, Bruno Munari ed Erik Dietman, fra gli altri. A fianco, Giulio Turcato, Libertà (1973). Nel museo all’aperto si organizzan­o anche eventi e attività didattiche. Lombardia
 ??  ?? Alto Adige
Il parco di sculture Val dl’Ert, tra San Martino in Badia e San Vigilio di Marebbe, propone il meglio di Smach, concorso biennale. Ecco I due papà di Bambi, di Francesco Begna (2013).
Alto Adige Il parco di sculture Val dl’Ert, tra San Martino in Badia e San Vigilio di Marebbe, propone il meglio di Smach, concorso biennale. Ecco I due papà di Bambi, di Francesco Begna (2013).
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Davide Dormino, Tree Gates of IN-perfection - Atlante, 2019, nel parco di Vejo, presso Sacrofano (Roma). L’installazi­one si inserisce nel progetto Arte sui cammini.
Lazio Davide Dormino, Tree Gates of IN-perfection - Atlante, 2019, nel parco di Vejo, presso Sacrofano (Roma). L’installazi­one si inserisce nel progetto Arte sui cammini.
 ??  ?? Piemonte
Liliana Moro, 29,88 KMQ, 2015, opera realizzata a Trivero (Bl) nell’ambito di All’aperto, rassegna patrocinat­a dalla Fondazione Zegna.
Piemonte Liliana Moro, 29,88 KMQ, 2015, opera realizzata a Trivero (Bl) nell’ambito di All’aperto, rassegna patrocinat­a dalla Fondazione Zegna.
 ??  ?? Toscana
Daniel Buren, La cabane Éclatée aux 4 salles, 2005, parte della
Collezione Gori nel parco di Villa Celle di Santomato, vicino a Pistoia.
Toscana Daniel Buren, La cabane Éclatée aux 4 salles, 2005, parte della Collezione Gori nel parco di Villa Celle di Santomato, vicino a Pistoia.
 ??  ?? DOVE
DOVE
 ??  ?? Sardegna
Le sculture del Giardino sonoro di Pinuccio Sciola a San Sperate (Sud Sardegna). L’opera di questo maestro (1942-2016), che ha inciso basalti e calcari, ha attirato in questo paese artisti e creativi da tutto il mondo.
Sardegna Le sculture del Giardino sonoro di Pinuccio Sciola a San Sperate (Sud Sardegna). L’opera di questo maestro (1942-2016), che ha inciso basalti e calcari, ha attirato in questo paese artisti e creativi da tutto il mondo.
 ??  ?? Basilicata e Calabria
Basilicata e Calabria
 ??  ?? RB Ride, operagiost­ra di Carsten Höller, dal 2009 a San Severino Lucano (Pz), sul percorso di ArtePollin­o.
A destra, un punto di osservazio­ne per ammirare i lavori del Premio ArtePollin­o.
RB Ride, operagiost­ra di Carsten Höller, dal 2009 a San Severino Lucano (Pz), sul percorso di ArtePollin­o. A destra, un punto di osservazio­ne per ammirare i lavori del Premio ArtePollin­o.
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Sicilia
 ??  ?? Mauro Staccioli, Piramide 38° Parallelo (2010), a Motta d’Affermo (Me); sotto, Luigi Mainolfi, Terra e fuoco (1996), a Castel di Tusa (Me). Sono entrambe opere del percorso di Fiumara d’arte.
Mauro Staccioli, Piramide 38° Parallelo (2010), a Motta d’Affermo (Me); sotto, Luigi Mainolfi, Terra e fuoco (1996), a Castel di Tusa (Me). Sono entrambe opere del percorso di Fiumara d’arte.

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