UN CALEIDOSCOPIO DI POPOLI
Punto d’appoggio nella rotta dall’Oriente all’Africa, il Madagascar nel corso della storia ha visto sbarcare sulle sue coste popoli provenienti da tutto il mondo: africani, indonesiani, malesi, indiani, arabi. Queste genti hanno dato origine a 18 principali etnie, ancora oggi presenti con tradizioni e usi tribali propri. A partire dal XVI secolo le tribù inaugurarono diversi regni, poi unificati sotto la corona dei sovrani Merina. A causa di guerre intestine furono proprio i Merina ad aprire per primi agli europei: portoghesi, inglesi e infine francesi, che alla fine dell’Ottocento imposero il protettorato, sbarcando con l’esercito. Sanguinosi movimenti indipendentisti portarono nel 1960 all’istituzione della Repubblica malgascia che, nel tentativo di affrancarsi dall’influenza francese, iniziò un difficile cammino verso una democrazia stabile. Oggi il presidente, eletto a suffragio universale, rimane in carica per cinque anni. Le ultime votazioni politiche nel 2018 hanno visto il successo di Andry Rajoelina, precedentemente sindaco della capitale Antananarivo e già autore di un colpo di stato. Nonostante le coltivazioni di spezie, vaniglia, riso, caffè, le risorse minerarie di nickel, oro, pietre preziose e petrolio, il crescente sviluppo turistico, il Madagascar rimane ancora un Paese estremamente povero.