SVIZZERA
| LO SPORT RENDE FELICI
Liberi di volare. Parapendio, rafting, bici… Difficile annoiarsi, nell’Oberland bernese
Battelli e trenini, castelli e hotel vittoriani. E, di contro, voli in teleferica, rafting sui torrenti, uscite in kayak, gite in bici e passeggiate su sentieri ben segnalati. Furono gli inglesi a dare inizio alla fortuna turistica dell’Oberland bernese, regione della Svizzera addolcita dai laghi di Brienz e di Thun, incoronato dai ghiacciai e dalle vette leggendarie dell’Eiger (3.970 metri), del Mönch (4.107 metri), della Jungfrau (4.158 metri). Una delle sue località principali, Interlaken, dove nell’Ottocento salivano signore con bauli e crinoline, oggi si proclama la capitale europea dell’avventura. Non a caso: la Svizzera è la seconda destinazione al mondo in fatto di sport (più o meno) estremi, dopo la Nuova Zelanda. Primato che non ne scalfisce il fascino naturale ed elegantemente rétro.
Il paesaggio dell’Oberland bernese suggerisce uno stile di vacanza rilassato, in mezzo alla natura, dedicandosi ad attività sportive e culturali. Senza dover usare l’auto e facendo affidamento a una rete efficiente di treni e battelli. Il viaggio può iniziare da Domodossola, in Piemonte, dove si sale sul trenino verde delle Alpi, che dieci volte al giorno arriva fino a Berna. Non ingannino i vagoni banali: al di là dei finestrini sfilano paesaggi molto suggestivi, tra monti e rampe ferroviarie irte. Usciti dal buio dei quasi 20 chilometri di traforo del Sempione, che dal 1906 collega l’Italia e la Svizzera, e lasciata Briga, dominata dal castello di Stockalper, il treno sale la valle del Rodano lungo la rampa sud, con un dislivello di 450 metri su pendii assolati, attraversa la lunga galleria in quota del Lötschberg e lambisce i pascoli di Kandersteg. Da lì inizia la rampa nord, con una pendenza di oltre il 27 per cento: i vagoni si inerpicano in una galleria elicoidale di 1.655 metri, percorrono il viadotto di Kander, l’opera più fotografata della linea, per poi sfilare davanti alle rovine del castello di Tellenburg. E scendere dolcemente verso il lago di Thun.
Approfittando della carta giornaliera del trenino verde, che include nel prezzo anche altri mezzi di trasporto, a Thun si sale sui battelli che collegano le sponde. Tra questi,il Blümlisalp, a vapore, restaurato. Sulle rive si allineano borghi romantici e manieri storici, come il castello di Oberhofen, con il mastio medioevale e la torretta sull’acqua, e quello di Hünegg, immerso in un parco. Intorno troneggiano le cime: il Niederhorn, lo Stockhorn, il Niesen, a cui fanno corona quelle possenti di Eiger, Mönch e Jungfrau, e del massiccio della Blümlisalp.
Dall’imbarcadero di Beatushöhlen-Sundlauenen si sale tra i pini fino all’ingresso delle grotte di San Beato, dal nome del monaco irlandese che nel VI secolo, secondo una leggenda, riuscì a scacciare un dragone che vi si nascondeva. Oggi il percorso di un chilometro si addentra nel massiccio del Niederhorn, rivelando stalattiti e stalagmiti spettacolari, cascate e laghetti. Le grotte sono sullo Jakobsweg, il Cammino dei pellegrini diretti a Santiago de Compostela, in Spagna. In Svizzera il percorso parte dal lago di Costanza e va fino a Ginevra, lungo la riva settentrionale del lago di Thun, dopo aver lambito il vicino lago di Brienz e Interlaken.
SURF ALLE DIGHE E PARAPENDIO
Thun “gode di uno stile di vita piacevole e un ambiente ideale”, conferma Ivan Urech, del bar Atelier (bar-atelier.ch), che si è aggiudicato numerosi premi per i suoi cocktail analcolici. “La città è tra le mete preferite dai giovani, che trovano sul lago e sui monti tante occasioni per fare sport”. Il divertimento comincia già in centro, sul fiume Aare: sfruttando le onde create dalle storiche chiuse di legno, tanti ragazzi si dilettano a fare surf. All’Aare, il fiume più lungo (295 chilometri) della Svizzera, è intitolata la pista ciclabile che ne segue il corso, dal lago glaciale del Grimselpass
Dalle passeggiate nei boschi alla bici elettrica, dal kayak all’arrampicata. È il paradiso delle attività all’aperto
fino alla confluenza con il Reno. In 315 chilometri, suddivisi in sette tappe, tocca il lago di Brienz, Interlaken, Thun e il suo lago, Berna.
Anche la vicina Interlaken è incorniciata dalle vette. Sorge tra i bacini di Thun e di Brienz ed è la protagonista delle proposte più adrenaliniche di questo angolo di Svizzera, sotto l’egida di Outdoor Interlaken. Mentre i più coraggiosi fanno rafting nella parte superiore del vicino Lütschine, che scende tumultuoso dalla parete settentrionale dell’Eiger, con la famiglia si galleggia sui gommoni nell’ultima parte del fiume che si tuffa calmo nel lago di Brienz. E se i principianti si avvicinano al canyoning nel canyon Interlaken, la gola al passo di Grimsel offre un’avventura che inizia con una discesa a corda doppia di ben 50 metri, seguita da salti e teleferiche. Molto praticato anche il parapendio. “In 20 minuti si sale al monte Beatenberg e di lì si vola in tutta sicurezza con l’istruttore, davanti al panorama della Jungfrau, per scendere nel grande spiazzo erboso in mezzo alla città”, dice Tom Wagner di Paragliding Interlaken.
Intanto Interlaken fa bella mostra dei contrasti tra il nuovo e il passato. In pieno centro si staglia la moderna torre dell’Hotel Metropole con il Top o’Met, il ristorante all’ultimo piano, circondato dalla terrazza panoramica in vetro. Non lontano, è intatto il fascino del VictoriaJungfrau Grand Hotel & Spa, che da oltre 150 anni accoglie gli ospiti fra stucchi, velluti e lampadari Belle Époque. Una suggestione che continua passeggiando tra le strade di Unterseen, la città vecchia al di là del ponte sull’Aare, con le case medievali strette intorno alla piazza, la torre duecentesca, il municipio del XV secolo. L’emozione si fa ancor più forte sulla vicina funicolare dell’Harder Kulm, che da oltre un secolo sale da Interlaken fino a 1.322 metri, a pochi passi dal ristorante con torretta e tetto di tegole rosse e dalla piattaforma panoramica con vista su Eiger, Mönch,
I paesi e le città dell’Oberland conservano l’amosfera
un po’ rétro che nell’800 contribuì allo sviluppo del turismo
La piattaforma panoramica sporge di 45 metri nel nulla. E si è al cospetto di cime e ghiacciai
Jungfrau e, sotto, sui laghi scintillanti. O salendo a bordo dello storico treno a vapore che dal 1892 sale, sbuffando, dagli chalet in legno scuro di Brienz alla cima del Rothorn. Un lungo, tortuoso tragitto tra pini, pascoli, alpeggi, trainati dall’unica locomotiva a carbone ancora attiva in Svizzera. Riporta a un’epoca di viaggi lenti e rumorosi, ma all’arrivo lo sguardo vola a 360 gradi sulle Alpi bernesi, il lago di Brienz, il Pilatus, la Jungfrau e altre 690 vette.
È storica anche la funicolare che dalle acque turchesi del lago di Brienz arriva al Grand Hotel Giessbach: datata 1879, è la più antica d’Europa a uso turistico. L’albergo, costruito a fine Ottocento, ha ospitato artisti e imperatori, poi ha subito il declino e l’abbandono prima di essere restaurato, nel 1984. A fargli da sfondo, la cascata poderosa che gli dà il nome e che precipita nel lago con 14 salti. La Giessbach è una delle mete dello scenografico sentiero delle tre cascate, che da Bönigen conduce a Brienz lungo il lago, passando per il borgo di pescatori di Iseltwald. È un percorso di 18 chilometri che si snoda tra boschi, prati e rive, toccando anche le cascate di Eschwanden e di Mülibach.
Da Interlaken si sale in treno a Grindelwald, borgo dominato da un scenario montano imponente. Durante il viaggio si stagliano la sagoma frastagliata del Wetterhorn, le lingue scintillanti dei ghiacciai, l’Oberer Gletscher e l’Unterer Gletscher, i profili levigati della parete settentrionale
Il rispetto e la cura per l’ambiente sono assoluti. Perciò è incentivata la mobilità
green: treno, bici, vie d’acqua
dell’Eiger. Una cima che è parte della storia dell’alpinismo: la prima scalata alla difficilissima vetta avvenne nel 1858, mentre la conquista del lato nord solo nel 1938. Grindelwald è una delle più antiche località di villeggiatura della Svizzera, dal fascino immutato. Certo, non mancano le modernità, come la funivia che arriva a First, la montagna di casa, dove c’è un grande parco-avventura, il Grindelwald First. Imbragati e appesi ai fili di acciaio del First Flyer (o dell’aquila del First Glider), si arriva fino a Schreckfeld alla velocità di 80 chilometri orari.
LE CASCATE DI SHERLOCK HOLMES
Da Bort, con le trottibike, monopattini dalle ruote rinforzate, ci si può lanciare giù per la valle fino a Grindelwald. Brividi anche sul Cliff Walk, il percorso circolare che conduce al lato ovest dello sperone roccioso di First. Si cammina - in sicurezza - lungo un ponte sospeso e una passerella con una vista straordinaria sull’Eiger e su un mare di ghiacci e vette. Per chi ama il trekking, dal Grindelwald First si snodano cento chilometri di sentieri. “Consiglio quello che va al lago di Bachalp, all’hotel Faulhorn e giunge alla Schynigen Platte, tra prati e viste panoramiche”, dice la guida Brigitte Gosteli. “La meta a cui sale anche un trenino a cremagliera da Interlaken, oltre alle atmosfere fine secolo offre l’Alpengarten, che ospita 650 tipi di piante montane, tra cui fanno capolino genziane e stelle alpine”. Per i ciclisti, una delle più belle salite delle Alpi si inerpica da Grindelwald ai 1.962 metri della Grosse Scheidegg, il valico verso Meiringen. Qui il traffico è vietato e si incontrano solo i caratteristici autopostali gialli. Un sogno per gli appassionati della bici da strada. La discesa poi corre accanto alla gola Rosenlauischlucht e alle cascate Reichenbach, che fanno un balzo di 120 metri: qui lo scrittore Sir Arthur Conan Doyle fece scomparire Sherlock Holmes, nella lotta contro il professor Moriarty. Difficile immaginare, per il leggendario investigatore, un’uscita di scena più degna delle tumultuose acque dell’Oberland bernese.