Dove

ALTO ADIGE

È un’immersione nella natura la ciclabile della Val Venosta, quasi sempre in discesa. Tra borghi medievali, masi contadini e distese di alberi da frutto

- testo e foto di Fabrizia Postiglion­e

Pedalar nel verde. È un tuffo nella natura la ciclabile della Val Venosta, quasi sempre in discesa

LaVal Venosta con la bella stagione dà spettacolo, dai pianori del Passo Resia fino a Merano. Colori e profumi da scoprire in sella, sulla ciclabile lungo l’Adige. Sono un’ottantina di chilometri, in piano o in leggera discesa, quasi sempre su asfalto, tra borghi e castelli, masi e boschi, meleti e vigneti dell’Alto Adige. Là dove la Via Claudia Augusta unì per secolo il mondo romano e quello germanico attraverso le Alpi. Le bici si noleggiano in uno dei tanti bike shop e, se non si vuole rifare l’itinerario a ritroso, si può tornare al punto di partenza con il trenino da Merano. Il percorso può essere suddiviso anche in due o più tappe. Ed è anche possibile seguirlo a piedi, in tre o quattro giorni. Si parte da Resia, sulla sponda occidental­e dell’omonimo lago, con un saliscendi che offre scorci sul campanile semisommer­so di Curon.

Si costeggia poi il lago di San Valentino alla Muta e si scende a sud tra le conifere verso il borgo di pietra di Burgusio, dove in questa stagione piazze e balconi si accendono di fiori. Si sfiora Malles, con le sue sette chiese romaniche, e si raggiunge la cittadina medievale di

Glorenza, uno dei Borghi più belli d’Italia, tagliato dal fiume Adige. Appena dentro le mura, si possono posare le bici e fare una passeggiat­a tra le stradine lastricate, con i portici massicci dai colori pastello, fino alla piazza del mercato.

In

forma dIvertendo­sI

Di nuovo in sella, l’occhio spazia tra villaggi a mezzacosta e castelli, pedalando in piano verso Sluderno e Prato allo Stelvio. I bene allenati possono puntare ai 2.757 metri del Passo dello Stelvio, la cima Coppi del Giro d’Italia, 1.842 metri di dislivello con punte di pendenza fino al 14 per cento: di solito è aperto da metà maggio. Chi cerca la pausa punta invece al lago dei pescatori, per uno spuntino alla Fischerstu­be di Prato allo Stelvio, tra strudel, birra, pesce affumicato e merende tirolesi. I meleti sono

ovunque, come nuvole rosa che occupano l’orizzonte fino ai primi pendii e allo scorcio delle vette del Parco nazionale dello Stelvio .Ed ecco Lasa, il paese del marmo. Unico per purezza e consistenz­a, viene estratto dalle alture e utilizzato per lastricati, scale e fontane. Altro lago, altra pausa: il Bicigrill Brugg offre gnocchi di formaggio su ragù di asparagi e sdraio al sole. Si pedala lungo l’Adige fino a Silandro, abitata fin dal Neolitico e ricca di castelli e conventi. All’ombra del campanile di Santa Maria Assunta, il più alto (90,31 metri) della regione, si dorme al maso Bachguthof di Michael e Ingeborg Rettenbach­er, produttori di formaggio, salumi e frutta. Passata Vezzano, un contadino ha aperto Ortlerhof, un chiosco di succhi e marmellate: si lasciano i soldi in una cassettina (Vinschgaue­r Straße 15, Silandro, facebook.com/ ortlerhofk­ortsch). Sempre tra i meli, che a ottobre daranno la Val Venosta igp, si arriva a Laces, dove la valle si restringe e si intreccian­o la ferrovia e la statale, il fiume e la ciclabile. Sopra Castelbell­o, cuore vinicolo della zona, spunta su una roccia il castello del XIII secolo. Qui il Radbar offre spuntini per ciclisti, cartine, e la bicioffici­na. Ed è quasi traguardo: a Naturno la Val Venosta si riapre. Dopo il balcone panoramico di Lagundo si serpeggia in picchiata su Merano. Il finale? A spasso per la città sul Passirio tra i Giardini di Castel Trauttmans­dorff, i palazzi Art Nouveau, i portici, i musei delle donne e del vino e l’antico castello principesc­o dove ancora oggi ci si sposa. Proprio come nelle fiabe.

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1| La chiesina nel parco del Museo reale e imperiale dei Bagni Egart ,a Parcines (Bz). 2I I Giardini di Castel Trauttmans­dorff ,a Merano. 3| Paesaggio primaveril­e lungo la ciclabile della Val Venosta, presso Naturno (Bz).
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DOVE
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 ??  ?? Janett Platino, del ristorante Onkel Taa ,a Parcines (Bz).
Janett Platino, del ristorante Onkel Taa ,a Parcines (Bz).

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