MITICHE ACQUE
Lungo la Costa degli Achei non ci sono solo bellissime spiagge, fondali spettacolari, riserve ambientali. Abbiamo trovato un Sud orgoglioso della propria storia, creativo e aperto al nuovo. Sarà bello riscoprirlo appena l’Italia riparte
Mitiche acque. Lungo la Costa degli Achei, un Sud orgoglioso della propria storia, creativo e aperto al nuovo
Quando gli Achei, guidati dall’oracolo, nell’VIII secolo a.C. approdarono nell’attuale golfo di Corigliano alla ricerca di nuovi mondi da conquistare, ebbero probabilmente l’impressione di avere appena ritrovato la madrepatria, visto il nome che diedero al Monte Pollino, che dall’alto dei suoi oltre duemila metri domina queste coste: Mons Apollineum, cioè di Apollo. Ai loro occhi era simile all’Olimpo, la dimora degli dei, secondo una delle interpretazioni correnti. E forse per la stessa ragione scelsero l’attuale Piana di Sibari per fondare una città che sarebbe diventata fra le più potenti e floride della Magna Grecia: Sybaris, appunto.
Ci si trova in Calabria, nell’Alto Ionio Cosentino, lungo la Costa degli Achei, che da Roseto Capo Spulico, quasi al confine con la Basilicata, si spinge fino a Capo Trionto, limite geografico meridionale del golfo di Corigliano. Una settantina di chilometri di litorali lungo cui si susseguono spiagge di ciottoli e ampi arenili di sabbia fine, intervallati soltanto da brevi tratti rocciosi e, purtroppo, qualche bruttura
architettonica. Un ambiente comunque suggestivo, incorniciato da due parchi nazionali: a nord quello del Pollino, a sud quello della Sila. Nel mezzo si estende la fertilissima pianura di Sibari.
PRENDERE IL LARGO
Il porto della marina Laghi di Sibari, che può accogliere 2.500 imbarcazioni, rappresenta il fulcro, anche geografico, del golfo di Corigliano, all’interno del quale si trova pure lo scalo marittimo di Schiavonea, poco più a sud. Da qui si può prendere il largo per esplorare il golfo, ma anche per spingersi oltre, attraccando nei porticcioli che punteggiano la costa (i cantieri nautici el’ associazione Laghi di Sibari sono i punti di riferimento per il noleggio delle imbarcazioni). Verso sud, oltre Capo Trionto, si raggiungono Cariati (a 30 miglia nautiche, 55 chilometri) e Cirò Marina (45 miglia, 83 chilometri). Puntando la
prua in direzione nord per 28 miglia (50 chilometri), invece, si può guadagnare Policoro, in Basilicata, dove è molto attivo il circolo velico lucano, impegnato a creare un sistema integrato con quello di Sibari: degne di nota le crociere in barca a vela per disabili.
Durante la navigazione si ammirano alcuni dei borghi i più scenografici a ridosso della costa, come Roseto Capo Spulico, con l’inconfondibile sagoma del castello federiciano, Montegiordano e Rocca Imperiale, abbarbicato su una rupe. Il circolo velico Roseto, a Roseto Capo Spulico, organizza anche corsi di windsurf, canoa e Sup (si pagaia stando in piedi su una tavola simile a quella da surf), oltre a uscite in barca con aperitivo a bordo, al tramonto: sullo sfondo si ammirano il Pollino da una parte e dall’altra, quando il cielo è terso, Taranto e Punta Alice, verso Cirò Marina. “Questo mare è fra i più belli della Calabria”, dice Rocco Salerno, skipper del circolo, trent’anni, una laurea in scien
Parchi naturali, aree protette, zone archeologiche,
atelier d’arte, benessere e buon cibo: che ricchezza
ze motorie, che dopo aver girovagato per l’Italia e all’estero ha deciso di stabilirsi qui. “La genuinità e l’accoglienza delle persone, figlie della cultura contadina, e il rapporto diretto con la natura sono impagabili”. Che la zona sia molto importante a livello paesaggistico lo confermano le numerose Bandiere blu assegnate a questo tratto dello Ionio e il fatto che nelle riserve naturali del lago di Tarsia e della foce del fiume Crati, poco più a sud, siano tornate a nidificare le tartarughe.
Nella vicina Sibari, l’area archeologica, scavata ancora solo in minima parte, racconta le epoche della città. I reperti sono custoditi nel museo nazionale archeologico della Sibaritide: fra tutti spicca il Toro cozzante in bronzo, databile tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. Per una sosta di charme c’è il Minerva Club Resort Golf & Spa, con piscina e centro benessere.
La lunga distesa di sabbia fine è a poche centinaia di metri. Due gli stabilimenti balneari attrezzati da segnalare: Lido Il Delfino (su Fb: Lido Il Delfino), con ristorante di pesce, e il Bora Bora Beach Club (lidoboraborasibari.it), che propone lezioni di Sup, sci nautico e kneeboard, disciplina in cui la tavola viene cavalcata in ginocchio.
TRA ULISSE E IL SACRO GRAAL
A sette miglia al largo della vicina Marina di Amendolara ,su cui domina la Torre spaccata (1517), parte del sistema di difesa costiero contro i pirati saraceni, c’è un punto ideale per fare snorkeling e immersioni: “È un piccolo Mar Rosso di Calabria, dove si possono ammirare coralli e spugne giganti, pesci pelagici, cernie di dimensioni ragguardevoli, aragoste”, dice Giuseppe Golia dell’Ogigia Diving Center .La ragione sta nella presenza di una secca, il banco di Amendolara, creata da una montagna sommersa: ampia ben 32 chilometri quadrati, dagli abissi risale fino a 20 metri dalla superficie. Condizioni che favoriscono il proliferare di svariate specie di flora e fauna marine e danno vita a un mondo multicolore. Secondo la leggenda è proprio questa la mitica isola di Ogigia, dove la ninfa Calipso, innamorata, stregò Ulisse di ritorno verso la sua Itaca, tenendolo prigioniero per sette anni.
Un’altra storia riguarda il castello federiciano di Roseto Capo
Spulico. Nell’antico Castrum Petrae Roseti, risalente al Mille, ricorrono simbologie legati ai Templari. Pare che Federico II praticasse riti esoterici: lo Svevo era molto legato a questo luogo, dove, secondo la tradizione, sarebbe transitata la Sindone, il lenzuolo che avvolse Cristo. Non solo: una quindicina di anni fa venne casualmente ritrovato, incastonato in un muro, un onfale, una pietra perfettamente ovale con incisi i segni della Passione di Gesù. Esami di laboratorio hanno rilevato, all’interno, la presenza di un cono metallico, che alcuni ricondurrebbero addirittura al Graal. Nonostante sia un’interpretazione altamente improbabile, l’unico modo per risolvere l’enigma sarebbe rompere l’onfale. Ma la famiglia Cosentino, che trent’anni fa acquistò il castello, non è dell’avviso. Anche perché da un paio di anni la struttura risulta in vendita per poco meno di 30 milioni di euro.
ARGILLA E CILIEGIE
In attesa che spunti un facoltoso acquirente, il maniero ospita il ristorante Alla Corte di Federico, spazi per eventi e un’esclusiva e romantica suite. Sempre che non ci si faccia impressionare troppo dalla leggenda che vorrebbe il fantasma di una misteriosa donna aggirarsi nella rocca e compiere di tanto in tanto qualche dispetto. Merita di essere esplorato anche il borgo antico, che rimane in collina, a circa due chilometri dal mare. Il centro storico brulica di scalinate e stradine acciottolate lungo le quali ci si imbatte in posti speciali come Abracalabria, il laboratorio dove Tiziana Musumeci plasma oggetti in argilla ispirati al mare. O la Casa panoramica, ricavata all’interno di una torre
medievale e trasformata da una coppia di svedesi in una residenza di charme. O, ancora, il museo etnografico della civiltà contadina, eredità lasciata alla comunità da Leonardo Salamone, scomparso lo scorso ottobre dopo aver speso buona parte della vita a mettere insieme gli oltre tremila oggetti esposti, che coprono un arco temporale dal 1600 a oggi. Roseto ha aderito alla rete “Comunità ospitali”, un progetto di turismo esperienziale, finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali. Grazie ai giovani dell’associazione Virtual Community, offre ai visitatori una serie di esperienze personalizzate, dalla fattoria didattica ai laboratori di ceramica, dalla raccolta delle erbe spontanee a quella delle ciliegie, a cui è dedicata una festa il primo fine settimana di giugno (si raccomanda di verificare quest’anno l’effettivo svolgimento: tel. 0981.91.33.41, rosetocapospulico.info): vi prendono parte tutti i ristoratori della cittadina, proponendo ricette che abbiano come filo conduttore il gustoso frutto.
Da Roseto, è tutto un susseguirsi di magnifiche spiagge con stabilimenti balneari e ampi tratti liberi. Verso nord ci sono gli arenili in ciottoli delle marine di Montegiordano e Rocca Imperiale, a sud, Marina di Amendolara, Trebisacce (qui merita il ristorante Da Lucrezia, con specialità a base di pesce) e Villapiana. Il litorale poi diventa via via più sabbioso fino alla lunghe distese della Marina di Sibari, Schiavonea e del Lido Sant’Angelo, a Corigliano Rossano. Dove è sempre un po’ magico aspettare il crepuscolo con lo sguardo perso all’orizzonte. Immaginando l’emozione di quegli Achei che, guidati da un oracolo, credettero di sbarcare su una terra divina. Un po’ è davvero così.