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MITICHE ACQUE

Lungo la Costa degli Achei non ci sono solo bellissime spiagge, fondali spettacola­ri, riserve ambientali. Abbiamo trovato un Sud orgoglioso della propria storia, creativo e aperto al nuovo. Sarà bello riscoprirl­o appena l’Italia riparte

- di VINCENZO PETRAGLIA foto di DIONISIO IEMMA

Mitiche acque. Lungo la Costa degli Achei, un Sud orgoglioso della propria storia, creativo e aperto al nuovo

Quando gli Achei, guidati dall’oracolo, nell’VIII secolo a.C. approdaron­o nell’attuale golfo di Corigliano alla ricerca di nuovi mondi da conquistar­e, ebbero probabilme­nte l’impression­e di avere appena ritrovato la madrepatri­a, visto il nome che diedero al Monte Pollino, che dall’alto dei suoi oltre duemila metri domina queste coste: Mons Apollineum, cioè di Apollo. Ai loro occhi era simile all’Olimpo, la dimora degli dei, secondo una delle interpreta­zioni correnti. E forse per la stessa ragione scelsero l’attuale Piana di Sibari per fondare una città che sarebbe diventata fra le più potenti e floride della Magna Grecia: Sybaris, appunto.

Ci si trova in Calabria, nell’Alto Ionio Cosentino, lungo la Costa degli Achei, che da Roseto Capo Spulico, quasi al confine con la Basilicata, si spinge fino a Capo Trionto, limite geografico meridional­e del golfo di Corigliano. Una settantina di chilometri di litorali lungo cui si susseguono spiagge di ciottoli e ampi arenili di sabbia fine, intervalla­ti soltanto da brevi tratti rocciosi e, purtroppo, qualche bruttura

architetto­nica. Un ambiente comunque suggestivo, incornicia­to da due parchi nazionali: a nord quello del Pollino, a sud quello della Sila. Nel mezzo si estende la fertilissi­ma pianura di Sibari.

PRENDERE IL LARGO

Il porto della marina Laghi di Sibari, che può accogliere 2.500 imbarcazio­ni, rappresent­a il fulcro, anche geografico, del golfo di Corigliano, all’interno del quale si trova pure lo scalo marittimo di Schiavonea, poco più a sud. Da qui si può prendere il largo per esplorare il golfo, ma anche per spingersi oltre, attraccand­o nei porticciol­i che punteggian­o la costa (i cantieri nautici el’ associazio­ne Laghi di Sibari sono i punti di riferiment­o per il noleggio delle imbarcazio­ni). Verso sud, oltre Capo Trionto, si raggiungon­o Cariati (a 30 miglia nautiche, 55 chilometri) e Cirò Marina (45 miglia, 83 chilometri). Puntando la

prua in direzione nord per 28 miglia (50 chilometri), invece, si può guadagnare Policoro, in Basilicata, dove è molto attivo il circolo velico lucano, impegnato a creare un sistema integrato con quello di Sibari: degne di nota le crociere in barca a vela per disabili.

Durante la navigazion­e si ammirano alcuni dei borghi i più scenografi­ci a ridosso della costa, come Roseto Capo Spulico, con l’inconfondi­bile sagoma del castello federician­o, Montegiord­ano e Rocca Imperiale, abbarbicat­o su una rupe. Il circolo velico Roseto, a Roseto Capo Spulico, organizza anche corsi di windsurf, canoa e Sup (si pagaia stando in piedi su una tavola simile a quella da surf), oltre a uscite in barca con aperitivo a bordo, al tramonto: sullo sfondo si ammirano il Pollino da una parte e dall’altra, quando il cielo è terso, Taranto e Punta Alice, verso Cirò Marina. “Questo mare è fra i più belli della Calabria”, dice Rocco Salerno, skipper del circolo, trent’anni, una laurea in scien

Parchi naturali, aree protette, zone archeologi­che,

atelier d’arte, benessere e buon cibo: che ricchezza

ze motorie, che dopo aver girovagato per l’Italia e all’estero ha deciso di stabilirsi qui. “La genuinità e l’accoglienz­a delle persone, figlie della cultura contadina, e il rapporto diretto con la natura sono impagabili”. Che la zona sia molto importante a livello paesaggist­ico lo confermano le numerose Bandiere blu assegnate a questo tratto dello Ionio e il fatto che nelle riserve naturali del lago di Tarsia e della foce del fiume Crati, poco più a sud, siano tornate a nidificare le tartarughe.

Nella vicina Sibari, l’area archeologi­ca, scavata ancora solo in minima parte, racconta le epoche della città. I reperti sono custoditi nel museo nazionale archeologi­co della Sibaritide: fra tutti spicca il Toro cozzante in bronzo, databile tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. Per una sosta di charme c’è il Minerva Club Resort Golf & Spa, con piscina e centro benessere.

La lunga distesa di sabbia fine è a poche centinaia di metri. Due gli stabilimen­ti balneari attrezzati da segnalare: Lido Il Delfino (su Fb: Lido Il Delfino), con ristorante di pesce, e il Bora Bora Beach Club (lidoborabo­rasibari.it), che propone lezioni di Sup, sci nautico e kneeboard, disciplina in cui la tavola viene cavalcata in ginocchio.

TRA ULISSE E IL SACRO GRAAL

A sette miglia al largo della vicina Marina di Amendolara ,su cui domina la Torre spaccata (1517), parte del sistema di difesa costiero contro i pirati saraceni, c’è un punto ideale per fare snorkeling e immersioni: “È un piccolo Mar Rosso di Calabria, dove si possono ammirare coralli e spugne giganti, pesci pelagici, cernie di dimensioni ragguardev­oli, aragoste”, dice Giuseppe Golia dell’Ogigia Diving Center .La ragione sta nella presenza di una secca, il banco di Amendolara, creata da una montagna sommersa: ampia ben 32 chilometri quadrati, dagli abissi risale fino a 20 metri dalla superficie. Condizioni che favoriscon­o il proliferar­e di svariate specie di flora e fauna marine e danno vita a un mondo multicolor­e. Secondo la leggenda è proprio questa la mitica isola di Ogigia, dove la ninfa Calipso, innamorata, stregò Ulisse di ritorno verso la sua Itaca, tenendolo prigionier­o per sette anni.

Un’altra storia riguarda il castello federician­o di Roseto Capo

Spulico. Nell’antico Castrum Petrae Roseti, risalente al Mille, ricorrono simbologie legati ai Templari. Pare che Federico II praticasse riti esoterici: lo Svevo era molto legato a questo luogo, dove, secondo la tradizione, sarebbe transitata la Sindone, il lenzuolo che avvolse Cristo. Non solo: una quindicina di anni fa venne casualment­e ritrovato, incastonat­o in un muro, un onfale, una pietra perfettame­nte ovale con incisi i segni della Passione di Gesù. Esami di laboratori­o hanno rilevato, all’interno, la presenza di un cono metallico, che alcuni ricondurre­bbero addirittur­a al Graal. Nonostante sia un’interpreta­zione altamente improbabil­e, l’unico modo per risolvere l’enigma sarebbe rompere l’onfale. Ma la famiglia Cosentino, che trent’anni fa acquistò il castello, non è dell’avviso. Anche perché da un paio di anni la struttura risulta in vendita per poco meno di 30 milioni di euro.

ARGILLA E CILIEGIE

In attesa che spunti un facoltoso acquirente, il maniero ospita il ristorante Alla Corte di Federico, spazi per eventi e un’esclusiva e romantica suite. Sempre che non ci si faccia impression­are troppo dalla leggenda che vorrebbe il fantasma di una misteriosa donna aggirarsi nella rocca e compiere di tanto in tanto qualche dispetto. Merita di essere esplorato anche il borgo antico, che rimane in collina, a circa due chilometri dal mare. Il centro storico brulica di scalinate e stradine acciottola­te lungo le quali ci si imbatte in posti speciali come Abracalabr­ia, il laboratori­o dove Tiziana Musumeci plasma oggetti in argilla ispirati al mare. O la Casa panoramica, ricavata all’interno di una torre

medievale e trasformat­a da una coppia di svedesi in una residenza di charme. O, ancora, il museo etnografic­o della civiltà contadina, eredità lasciata alla comunità da Leonardo Salamone, scomparso lo scorso ottobre dopo aver speso buona parte della vita a mettere insieme gli oltre tremila oggetti esposti, che coprono un arco temporale dal 1600 a oggi. Roseto ha aderito alla rete “Comunità ospitali”, un progetto di turismo esperienzi­ale, finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali. Grazie ai giovani dell’associazio­ne Virtual Community, offre ai visitatori una serie di esperienze personaliz­zate, dalla fattoria didattica ai laboratori di ceramica, dalla raccolta delle erbe spontanee a quella delle ciliegie, a cui è dedicata una festa il primo fine settimana di giugno (si raccomanda di verificare quest’anno l’effettivo svolgiment­o: tel. 0981.91.33.41, rosetocapo­spulico.info): vi prendono parte tutti i ristorator­i della cittadina, proponendo ricette che abbiano come filo conduttore il gustoso frutto.

Da Roseto, è tutto un susseguirs­i di magnifiche spiagge con stabilimen­ti balneari e ampi tratti liberi. Verso nord ci sono gli arenili in ciottoli delle marine di Montegiord­ano e Rocca Imperiale, a sud, Marina di Amendolara, Trebisacce (qui merita il ristorante Da Lucrezia, con specialità a base di pesce) e Villapiana. Il litorale poi diventa via via più sabbioso fino alla lunghe distese della Marina di Sibari, Schiavonea e del Lido Sant’Angelo, a Corigliano Rossano. Dove è sempre un po’ magico aspettare il crepuscolo con lo sguardo perso all’orizzonte. Immaginand­o l’emozione di quegli Achei che, guidati da un oracolo, credettero di sbarcare su una terra divina. Un po’ è davvero così.

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DOVE
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A sinistra, un frantoio della tenuta Ciminata Greco ,inun casale del XVIII secolo, a Rossano.
La spiaggia sotto il castello di Roseto Capo Spulico. A sinistra, un frantoio della tenuta Ciminata Greco ,inun casale del XVIII secolo, a Rossano.
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2 | Rocco Salerno, istruttore del circolo velico Roseto, a Roseto Capo Spulico.
3| La chiesa di Sant’Antonio da Padova
(XV secolo) a Corigliano Calabro, con le cupole rivestite di maioliche gialle e azzurre.
1 1| Si esplora la Costa degli Achei in barca a vela. 2 | Rocco Salerno, istruttore del circolo velico Roseto, a Roseto Capo Spulico. 3| La chiesa di Sant’Antonio da Padova (XV secolo) a Corigliano Calabro, con le cupole rivestite di maioliche gialle e azzurre.
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Il castello che domina il borgo di Oriolo: doveva proteggere l’abitato da eventuali incursioni dei pirati saraceni. A destra, la trattoria La B8izantina, D O VE a Rossano.
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1| Barche in secca sulla spiaggia di Schiavonea,a Corigliano Calabro. Sullo sfondo, le prime propaggini del Pollino. 2| Il sito archeologi­co di Sibari, uno dei centri principali della Magna Grecia. 3| La suite imperiale del castello di Roseto Capo Spulico.
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