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L’ERA DELLA BICICLETTA

Dai Campi Flegrei a Posillipo, fuga a pedali fuori città. Per scoprire, tra siti archeologi­ci e pizze d’autore, perché il futuro prossimo sarà (anche) su due ruote

- Fabrizia Postiglion­e

bicicletta giocherà un ruolo importante nella ripresa dopo le chiusure. In città, per non affollare i mezzi pubblici e alleggerir­e il traffico. Fuori, per godere in tutta sicurezza di gite con gli amici o con la famiglia nel verde o lungo il mare. La Federazion­e italiana amici della bicicletta lancia la campagna #Primalabic­i e su bicitalia.org offre molte idee per ripartire. Conviene già prepararsi in casa a un’estate a pedali. Alan Marangoni, ex profession­ista in squadra con Vincenzo Nibali, ha fatto allenare gli italiani in casa dal canale YouTube Global Cycling Network. “Chi ha una bici può allenarsi mettendola sui rulli o sui ciclomulin­i”, suggerisce. “Senza esagerare. Nei viaggi in bici non è richiesta la performanc­e, ma il pedalare spensierat­o: basta un’ora intensa due o tre volte la settimana. Fondamenta­le idratarsi: sui rulli si suda”. Anche la cyclette può aiutare, “perché asseconda un movimento che attiva gli stessi gruppi

testo e foto di muscolari”. Vanno bene anche le scale, che tonificano i quadricipi­ti. Pistecicla­bili.com è un encicloped­ico sito, sempre aggiornato, sui tracciati per le due ruote. Da tenere d’occhio: secondo Legambient­e la pandemia sta spingendo molte città a rilanciare i piani urbani per la mobilità sostenibil­e che dovrebbero aumentare in breve, anche con piste temporanee e nuove regole sulla viabilità, le ciclabili italiane: da 2.341 a 2.626 chilometri. Per esempio, a Napoli, punto di partenza dell’itinerario di Dove ,è già iniziato il rifaciment­o della segnaletic­a orizzontal­e per le due ruote.

iDal centro del capoluogo campano si possono esplorare i Campi Flegrei, territorio ricco di bellezze naturali e archeologi­che. Un tour di livello medio-facile: in due giorni si coprono 65 chilometri, raggiungen­do i 740 metri di quota. Ovunque la natura ricorda

l’origine vulcanica del luogo, con le colline che si tuffano verso il golfo. Il primo giorno si pedala per 43 chilometri, con 480 metri di dislivello. Prima di partire da piazza Plebiscito, è quasi d’obbligo una sosta alla vicina pasticceri­a Poppella per assaggiare i famosi fiocchi di neve, dolcetti ripieni di crema al latte, panna e ricotta di pecora. Poi si imbocca la ciclabile che segue il mare. Al Borgo Marinari, che sorge sull’isolotto di Megaride, collegato alla terraferma da un ponte, si ammirano il Castel dell’Ovo (chiuso per manutenzio­ne salvo comunicazi­oni su comune.napoli. it/casteldell­ovo) e i coloratiss­imi gozzi e le barche a vela che si stagliano sullo sfondo del Vesuvio. Proseguend­o sul lungomare Caracciolo si arriva a Mergellina, dove i pescatori sistemano le reti. Da qui la salita di via Posillipo regala viste strepitose sul golfo. Scollinand­o si comincia a zigzagare sulla discesa di Coroglio che, dopo il pavé ruvi

I gozzi dei pescatori nel porticciol­o di Borgo Marinari, con i locali della movida serale illuminati e Castel dell’Ovo sullo sfondo. Sotto, ciclisti sulla litoranea presso Torre Gàveta. Anche a Napoli è partito un rilancio della mobilità leggera, cruciale per la fase 2.

1 | Piazza Plebiscito con il colonnato della basilica di San Francesco da Paola. 2 | Ciro Salvo nella sua pizzeria 50 Kalò.

3 | Un gruppo di ciclisti in sosta a Pozzuoli. 4| Gli scavi del macellum, mercato romano del II-I secolo a.C.

a Pozzuoli. 5| I fiocchi di neve

della pasticceri­a Poppella, a Napoli. do di via Posillipo, sembra velluto. Oltrepassa­to il belvedere su Nisida, si giunge a Bagnoli. In città, via Napoli è una litoranea pianeggian­te e panoramica fiancheggi­ata da palazzi in tinte solari, che porta verso i Campi Flegrei. Si avvistano le case policrome di Pozzuoli eil lungomare Pertini, dietro cui si staglia il rione Terra, da visitare al ritorno. Dopo la sosta per un caffè con sfogliatel­la da Exytus, si passa davanti al macellum, un mercato a pianta quadrata del II-I secolo a.C. È fra i monumenti romani meglio conservati d’Italia, grazie alla sommersion­e bradisismi­ca che ne ha preservato gli elementi architetto­nici: frammenti di scale, porticati, resti di botteghe e latrine pubbliche. Costeggian­do il golfo di Pozzuoli si oltrepassa il porto di Baia e ci si inerpica verso il castello aragonese, su uno sperone di tufo: un belvedere unico su Procida, Ischia e Cuma. Protetto a est da un dirupo, a ovest dalle caldere dei vulcani Fondi di Baia, il maniero custodisce un museo con reperti archeologi­ci.

Una lunga discesa conduce verso il lago di Miseno ela piscina mirabilis. Era il serbatoio finale dell’acquedotto che dalle fonti di Serino portava l’acqua a Napoli e nei Campi Flegrei e fu scavata nel tufo in epoca augustea. Piacevole il giro intorno al lago, con sosta alla caffetteri­a Cycas per gustare la “fetta al latte”, dolce guarnito con pistacchi di Bronte. Una ricarica prima della scalata al belvedere di Monte di Procida, dal quale si gode la vista dell’intero golfo di Pozzuoli. Si scende a Torre Gàveta, dove la spiaggia invita a un tuffo, per proseguire verso il lago di Fusaro. Nel parco, come un miraggio, l’azzurra Casina vanvitelli­ana si specchia nell’acqua. Realizzata nel 1782 da Carlo Vanvitelli come casino reale di caccia dei Borbone, ospitò, fra i tanti, i musicisti Mozart e Rossini. La pedalata si conclude alle Stufe di Nerone, per un meritato relax nelle acque termali e all’hammam. Nel punto di ristoro si può scegliere fra centrifuga­ti di frutta e verdure, primi piatti e zuppe di stagione. Ad Arco Felice si prenota invece alla trattoria da Biagio, cucina casereccia di mare e di terra. Per la notte, la vicina Villa Luisa è un albergo con Spa.

Il giorno seguente il programma prevede 22 chilometri e un dislivello di 260 metri. Tornando in centro si fa tappa nel rione Terra, l’antica Puteoli, con tracce greche e romane. Sgomberata negli anni Settanta per il bradisismo, dopo il

restauro, dal 2014 è di nuovo aperta alle visite. Il duomo spagnolo ingloba il tempio di Augusto. Un itinerario archeologi­co rivela depositi di grano e botteghe, magazzini e un forno per il pane. Si visita l’anfiteatro Flavio, del I secolo d.C., e dalla strada lo sguardo arriva alla Solfatara, uno dei 40 vulcani dei Campi Flegrei, quiescente, ma ancora attivo: emette fumarole di anidride solforosa e getti di fango bollente, una valvola di sfogo del magma che scorre in profondità. Dopo la salita di Coroglio si seguono le eleganti via Petrarca e via Orazio fino al belvedere di Sant’Antonio a Posillipo. Qui si apre il panorama più strepitoso del golfo: Capri, la penisola sorrentina, il Vesuvio, la distesa di tetti variopinti fino a Castel San Martino. Si scende in picchiata verso Mergellina ora. E pedalando piano sul lungomare Caracciolo si rientra a Borgo Marinari. Si possono programmar­e anche escursioni di un giorno, come la scalata al Vesuvio e il tour della penisola sorrentina. Spiega Salvio D’Aniello, di I Rent Bike: “Con il primo si sale sul vulcano, in u4no scenario lunare, e dopo la discesa si scende alla Reggia di Portici: in tutto 50 chilometri, mille metri di dislivello. L’altro sono 55 chilometri per 1.010 metri di dislivello e tocca Vico Equense, Sorrento, Sant’Agata dei due Golfi, i colli di Fontanelle e quelli di Sant’Agnello, da cui si vede tutta la costa”. Le possibilit­à sono infinite: là fuori c’è un mondo da ritrovare.

Meraviglio­si reperti da tutta l’area flegrea

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