FIABE GALATTICHE
Sembrava soppiantata dal fantasy e dai supereroi. Ma la grande fantascienza spaziale, quella che fa viaggiare con il cuore in altri pianeti e possibili futuri, è in piena salute nel 2020. La pandemia ne ha rallentato l’uscita prevista per marzo, ma c’è attesa per il primo fanta-kolossal tutto italiano. Creators -The Past, del piemontese Piergiuseppe Zaia, è stato girato nel Biellese e in Valle d’Aosta. Il tema? La guerra galattica per il controllo di un oggetto alieno che determina il destino dell’universo. “Il film si sviluppa su mondi paralleli. E questo ci differenzia dai grandi lungometraggi hollywoodiani che, un po’ come i videogiochi, si sviluppano intorno a una missione”, spiega il regista, già al lavoro con star come Gerard Depardieu e William Shatner (il primo capitano Kirk di Star Trek). Il finale? Un messaggio salvifico per l’umanità. In missione di pace anche il giovane Paul Atreides, eroe del nuovo Dune diretto dal canadese Denis Villeneuve (sotto, una scena), che riporta al cinema l’epica fantascientifica ecologista dello scrittore americano Frank Herbert (ci riuscì David Lynch, nel 1984). Uscirà negli Usa a ottobre e sarà un apologo sui temi attualissimi del potere e del controllo delle risorse. E dietro il successo globale di Mandalorian, seria costola di Guerre stellari su Disney+, incentrata su un cacciatore di taglie buono in fuga tra i pianeti, c’ è una gran voglia di evasione. E di nuove prospettive. Susanna Perazzoli
Scatti dalla Stazione spaziale internazionale : il lago Balkhash, in Kazakistan. Nell’altra pagina: vulcani nel parco nazionale Nevado Sajama, tra Cile e Bolivia.
in cui si è nati per scoprire che cosa Hubble ha visto quel giorno. Stupisce e rasserena il cambiamento di prospettiva: il NASA Earth Observatory (earthobservatory.nasa.gov), istituto che cura le pubblicazioni scientifiche dell’agenzia, posta quotidianamente online dal 1999 immagini satellitari del mondo, accompagnate da curiosità scientifiche e riflessioni sul clima che cambia. E su nasa.gov/multimedia/nasatv/iss_ustream.html il mondo si guarda dalla Stazione spaziale internazionale, in diretta.
Molti poi hanno alzato gli occhi dallo schermo del computer, hanno aperto la finestra e cercato le stelle “dal vivo”. “Merito anche del calo dell’inquinamento luminoso dovuto al blocco delle attività commerciali: circa il 20-30 per cento su media nazionale”, afferma Mario Di Sora, del consiglio direttivo dell’Unione astrofili italiani (Uai), “con un recupero di visibilità del cielo pure in zone suburbane”. La conferma di una rinnovata passione per l’astronomia arriva anche dal successo della campagna di Citizen science lanciata in aprile da Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico, Alessandro Farini, ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr, e Luca Balletti, dell’ufficio comunicazione del Cnr. Con #scienzasulbalcone (cnr.it/it/scienzasulbalcone) hanno chiesto agli italiani di partecipare a un test di misurazione della luce intrusiva, quella prodotta dagli impianti di illuminazione esterna, che filtra nelle case influenzando i ritmi sonno/veglia delle persone. Scaricate sugli smartphone le app che misurano l’illuminamento, occorreva puntare il dispositivo verso la fonte di luce e inviare i dati raccolti. “Hanno partecipato circa 5.500 famiglie sparse in tutte le 107 province italiane”, racconta Perri. Alla seconda misurazione, che richiedeva di tarare il proprio smartphone, 1.600. Alla fine abbiamo raccolto circa diecimila rilevamenti”. Un successo. Per la quantità, si tratta di una base per la prima mappa dell’inquinamento intrusivo in Italia (ne ha parlato persino Nature sul suo sito). Ma anche per il dialogo instaurato tra pubblico e mondo della ricerca. “Abbiamo ricevuto domande molto precise sulle finalità dell’esperimento e su cosa fare perché riuscisse”, prosegue Perri. Per questo si progetta la fase tre, prevista in giugno. L’obiettivo stavolta sarà misurare la luminosità diffusa attraverso una sorta di caccia alle stelle, con l’app Perdita della Notte. Nell’attesa, il sito di Zooniverse coinvolge in ricerche scientifiche come la raccolta di dati climatici o la classificazione delle galassie. Ma, prima, meglio imparare le basi.
“Anche uscire in terrazzo o in giardino per riconoscere Orione al tramonto o lo Scorpione prima dell’alba è una soddisfazione per chi inizia”, afferma Di Sora. “Si comincia a occhio nudo per le costellazioni e la Via Lattea. Ma con un binocolo si possono già scorgere i crateri lunari, i satelliti di Giove, le Pleiadi. Con un telescopio di dieci centimetri d’apertura scopriamo gli anelli di Saturno e alcune nebulose”. Per orientarsi ci sono app come Star Walk 2, Sky View, Planetarium o le mappe su uai.it, sito dell’Unione astrofili, che in quarantena ha lanciato l’iniziativa Riscopriamo il cielo da casa, proponendo sedute al telescopio da remoto, conferenze virtuali e pillole di astronomia. Seguendo la pagina del Cielo del mese, guida online agli “eventi spaziali”, si scopre fra l’altro che giugno ha molto da offrire. “In questo periodo si osservano i pianeti Marte, Giove e Saturno. Intorno alle 24 la Via Lattea si inerpica all’interno del luminoso triangolo estivo, tra le stelle Altair, Vega e Deneb. A sud, tra lo Scorpione ed il Sagittario, abbiamo il centro della galassia. Uno sguardo in questa vasta zona del cielo con un buon binocolo, montato su piccolo treppiede”, assicura Di Sora, “basta a riconoscere ammassi stellari e nebulose a decine”. E torneranno, appena possibile, anche gli Star party estivi dell’Uai. Per incontrare tutti coloro che, da sempre o solo da poco, parlano con le stelle.