TWEED, UN AFFARE DI FAMIGLIA
A consacrare la lana più pregiata di Scozia nel mondo dell’haute couture ci pensò madame Coco Chanel. In quel tessuto caldo e robusto utilizzato dai pescatori scozzesi per ripararsi da freddo e vento vide una rivoluzione: l’opportunità di disegnare capi femminili ed eleganti con una stoffa pratica. Oggi, da Coco Chanel a Ralph Lauren ed Hermés, il tessuto simbolo della raffinatezza britannica è protagonista delle passerelle invernali dell’alta moda. Purché autentico.
“Il principale compito della Harris Tweed Authority è proprio quello di certificarne l’autenticità”, spiega Margaret Macleod, direttore sviluppo e marketing della Harris Tweed Hebrides, lo stabilimento di Shawbost, a Lewis, che copre il 75 per cento dell’intera produzione delle Ebridi Esterne. “È l’unico tessuto al mondo con un proprio statuto: ogni pezza viene controllata da un ispettore e timbrata a mano. E verrà utilizzata per l’abbigliamento come per accessori, arredi di interni e calzature”. Il marchio è un globo sormontato dalla croce di Malta, l’Orb Trade Mark. “Fu sempre una donna, la contessa di Dunmore, a intuirne le potenzialità”, racconta. “E sull’isola di Harris, nel 1843, incoraggiò il business”. Pura lana vergine cardata, tinta, filata in stabilimento e poi tessuta a mano da privati: i tessitori accreditati sono circa 150, solo una ventina sotto i 30 anni. “La lavorazione del tweed è un affare di famiglia. Avviene ancora con metodi tradizionali, su telai tramandati di generazione in generazione”, spiega Donald John Mackay, che ha un antico telaio e un laboratorio stipato di rocchetti e scaffali di tessuti sulla baia di Luskentyre. “Si lavora in casa e in modo indipendente”, sottolinea. “È un’attività solitaria, per questo non piace ai giovani. Per apprezzarla ci vuole poesia”.
Leoni marini su una scogliera nei pressi di a Lewis. In alto, la spettacolare nella parte settentrionale di Harris, di fronte all’isola disabitata di Scarp, uno dei luoghi più remoti delle Ebridi Esterne. scuro. Quelle più a nord dell’isola, e anche nel punto più settentrionale d’Europa, sorreggono il Butt of Lewis, un faro solenne e sferzato dal vento. Dalle coste verso l’interno, invece, il paesaggio si fa brughiera, disseminata di pietre antiche. Callanish, un menhir tra i più suggestivi del Regno Unito, è stato costruito su un promontorio selvaggio, il Loch Roag. Sono 13 pietre in cerchio, intorno a un monolite centrale: “Nel XVII secolo gli abitanti di Lewis le chiamarono Fir Bhrèige, cioè uomini finti”, racconta Sandy Granville, avvocato londinese trasferito sull’isola con la moglie per abbracciare la vita rurale a Tolsta Chaolais, una fattoria con un allevamento di pecore delle Ebridi. All’interno della sua casa, tutta libri e musica anni Ottanta, c’è una stanza per gli ospiti. “Mia moglie si occupa delle pecore, io allevo mucche di razza Highland allo stato brado. La vita di Londra? Chi se la ricorda più”, ammette. “Questo regno del silenzio, fatto di cieli infiniti e vita semplice, è la dimensione più umana che esista”.
Anche Dickon ed Elly Green, londinesi, dopo aver girato il mondo si sono fermati davanti alle spettacolari Uig Sands, le famose sabbie di Uig: dune, erica e un’immensa baia che, quando il mare si ritira, diventa una piana di sabbia bianchissima segnata da rivoli d’acqua
argentata. Non lontano dalla loro casa hanno aperto, nella primavera del 2019, il Uig Sands Restaurant. È una struttura moderna disegnata dallo studio di architetti Dualchas, con una grande parete di vetro che si affaccia sulla baia, dove ordinare i colorati piatti di Seumas Macdonald, 35 anni: “I prodotti arrivano dai dintorni”, afferma. “Vogliamo valorizzare ciò che la natura ci offre e far gustare i sapori autentici delle isole: dalla torta di granchio all’halibut (un pesce piatto) con le verdure, alla razza dell’Atlantico”.
DISTILLERIE ED ELEGANZA SCOZZESE
Scendendo verso sud, Lewis diventa Harris e lo scenario inizia la propria metamorfosi: si fa ancora più selvaggio e spettacolare, le pianure diventano colline e le colline montagne aspre che si alternano a spiagge dai colori caraibici, dune di sabbia fiorita e scogliere di roccia scura. Poche strade e molta natura: è una perfetta immersione nella wildlife e nell’eleganza scozzese. Ne è un esempio il castello di Amhuinnsuidhe, a nordovest, oggi esclusivo boutique hotel abbracciato da diecimila ettari di terra. Uno dei luoghi più incantevoli al mondo secondo l’ex Beatle Paul McCartney, che anni fa avrebbe voluto acquistarlo. Progettato
nel 1865 tra le montagne e il mare dall’architetto David Bryce per Charles Murray, settimo conte di Dunmore, è in stile baronale vittoriano. La raffinatezza pacata e familiare dell’interno, dove molto è rimasto come un tempo, fa da contrappunto alla bellezza selvaggia della natura che lo circonda. Accompagnati dai ranger della tenuta, è possibile prenotare escursioni, trekking per avvistare le aquile reali, sessioni di birdwatching e di pesca nel fiume. Dal castello, percorrendo cinque miglia verso ovest lungo una strettissima costiera panoramica, si arriva alla baia di Hushinish, lingua di sabbia inondata di luce con dune e colline che scendono al mare. Di fronte, l’isola disabitata di Scarp sembra la fine del mondo.
Tra tornanti e stretti nastri d’asfalto si ripercorre la strada in direzione opposta fino a Tarbert, cittadina portuale affacciata su un istmo che separa Lewis da Harris. Poche case e qualche negozio: è il luogo dello shopping. Cattura l’essenza delle Ebridi il gin della Isle of Harris Distillery, un’azienda giovane, ma già affermata, con numerosi riconoscimenti. Oltre ai botanical, gli ingredienti aromatici tradizionali del distillato (ginepro, coriandolo, radici di angelica, liquirizia e giaggio