Italiana
perché ci sono tendenze e soluzioni che rimarranno nel tempo. Ha chiesto come si riparte davvero e come sarà quest’estate, la più difficile ma anche la più studiata, analizzata di sempre: un laboratorio. Sul viaggio e sul futuro.
COME CAMBIA IL TURISMO
Sarà un’estate italiana: l’80 per cento degli italiani viaggerà entro i confini, secondo un’analisi Codacons di inizio giugno. Ma lo dicono anche amministratori, tour operator, i grandi marchi come le startup per millennial. Altre novità? “La città stessa sarà diversa”, sostiene Antonio Decaro, presidente dal 2016 dell’Associazione nazionale comuni italiani. “L’emergenza ha evidenziato il valore dello spazio pubblico: piazze, aree pedonali e dehors per muoversi e vivere la quotidianità. Ma ha anche riportato all’attenzione un valore chiave del vivere urbano: la prossimità. Parlo della ‘città dei 15 minuti’, idea ripresa da Parigi: è più salutare, sicura, solidale la metropoli in cui si possano raggiungere in un quarto d’ora, a piedi o in bici, i servizi necessari. Vuol dire meno tempo in auto, meno periferie abbandonate e anziani soli: un sogno da non dimenticare, tornata la normalità. Fuori città, invece, l’idea di distanziamento diventa, in positivo, lo spunto per ridistribuire abitanti e turisti. Destagionalizzando i flussi, per esempio: l’Italia è bella sempre, chi può viaggerà ancora a settembre, per recuperare. Ma anche promuovendo nuovi itinerari e collegamenti fra centri d’arte e dintorni meno conosciuti, città e campagna, l’entroterra ancora emarginato e la costa”.
I professionisti del turismo sono pronti? “Il settore si sta muovendo secondo geometrie variabili”, riassume Marco Peci, responsabile comunicazione di Astoi Confindustria Viaggi, sigla che rappresenta il 90 per cento del tour operating italiano. “C’è chi riapre scommettendo sul futuro, chi rinuncia in assenza di prenotazioni che altri anni arrivavano molto più in anticipo. I tour operator stanno facendo la loro parte immettendo sul mercato quanto più prodotto Italia possibile. Si cerca una comfort zone. Mete vicine, collaudate, dove arrivare in auto o bici. O i classici del mare: Puglia, Toscana, Liguria, Sicilia, Romagna e Sardegna, con soluzioni all inclusive che offrano serenità. Si cerca la montagna, con i suoi naturali distanziamenti. Ci si informa sul web, sempre di più. In tutto ciò i canali professionali offrono qualità, risparmio, garanzie. Sono stati decisivi nell’emergenza per chi era rimasto bloccato all’estero; lo sono ora per garantire sicurezza. L’unica strategia possibile è non fermarsi, investire nelle trasformazioni aziendali piccole o grandi in atto già prima della crisi. Accelerando magari”. Perché adesso il mondo va veloce.
A UN PASSO DAL CIELO
In base a un sondaggio del Touring Club, il 30 per cento di chi partirà andrà in montagna: 13 punti percentuali in più del 2019. “La gente torna quassù per trovare aria buona, il distanziamento”, conferma Vincenzo Torti, presidente generale del Club alpino italiano (cai.it). “Ma è importante che questo pubblico nuovo viva i monti con lo spirito giusto: il rispetto dell’ambiente e delle comunità. Troppo spesso la montagna è soggetta a sfruttamento intensivo, persino dannoso nei periodi di punta, per essere dimenticata il resto dell’anno. Consigliamo di allungare la classica gita di un giorno o un weekend: serve di più per entrare nel ritmo di questi luoghi.