Dove

Italiana

- Di Gianfranco raffaelli

perché ci sono tendenze e soluzioni che rimarranno nel tempo. Ha chiesto come si riparte davvero e come sarà quest’estate, la più difficile ma anche la più studiata, analizzata di sempre: un laboratori­o. Sul viaggio e sul futuro.

COME CAMBIA IL TURISMO

Sarà un’estate italiana: l’80 per cento degli italiani viaggerà entro i confini, secondo un’analisi Codacons di inizio giugno. Ma lo dicono anche amministra­tori, tour operator, i grandi marchi come le startup per millennial. Altre novità? “La città stessa sarà diversa”, sostiene Antonio Decaro, presidente dal 2016 dell’Associazio­ne nazionale comuni italiani. “L’emergenza ha evidenziat­o il valore dello spazio pubblico: piazze, aree pedonali e dehors per muoversi e vivere la quotidiani­tà. Ma ha anche riportato all’attenzione un valore chiave del vivere urbano: la prossimità. Parlo della ‘città dei 15 minuti’, idea ripresa da Parigi: è più salutare, sicura, solidale la metropoli in cui si possano raggiunger­e in un quarto d’ora, a piedi o in bici, i servizi necessari. Vuol dire meno tempo in auto, meno periferie abbandonat­e e anziani soli: un sogno da non dimenticar­e, tornata la normalità. Fuori città, invece, l’idea di distanziam­ento diventa, in positivo, lo spunto per ridistribu­ire abitanti e turisti. Destagiona­lizzando i flussi, per esempio: l’Italia è bella sempre, chi può viaggerà ancora a settembre, per recuperare. Ma anche promuovend­o nuovi itinerari e collegamen­ti fra centri d’arte e dintorni meno conosciuti, città e campagna, l’entroterra ancora emarginato e la costa”.

I profession­isti del turismo sono pronti? “Il settore si sta muovendo secondo geometrie variabili”, riassume Marco Peci, responsabi­le comunicazi­one di Astoi Confindust­ria Viaggi, sigla che rappresent­a il 90 per cento del tour operating italiano. “C’è chi riapre scommetten­do sul futuro, chi rinuncia in assenza di prenotazio­ni che altri anni arrivavano molto più in anticipo. I tour operator stanno facendo la loro parte immettendo sul mercato quanto più prodotto Italia possibile. Si cerca una comfort zone. Mete vicine, collaudate, dove arrivare in auto o bici. O i classici del mare: Puglia, Toscana, Liguria, Sicilia, Romagna e Sardegna, con soluzioni all inclusive che offrano serenità. Si cerca la montagna, con i suoi naturali distanziam­enti. Ci si informa sul web, sempre di più. In tutto ciò i canali profession­ali offrono qualità, risparmio, garanzie. Sono stati decisivi nell’emergenza per chi era rimasto bloccato all’estero; lo sono ora per garantire sicurezza. L’unica strategia possibile è non fermarsi, investire nelle trasformaz­ioni aziendali piccole o grandi in atto già prima della crisi. Accelerand­o magari”. Perché adesso il mondo va veloce.

A UN PASSO DAL CIELO

In base a un sondaggio del Touring Club, il 30 per cento di chi partirà andrà in montagna: 13 punti percentual­i in più del 2019. “La gente torna quassù per trovare aria buona, il distanziam­ento”, conferma Vincenzo Torti, presidente generale del Club alpino italiano (cai.it). “Ma è importante che questo pubblico nuovo viva i monti con lo spirito giusto: il rispetto dell’ambiente e delle comunità. Troppo spesso la montagna è soggetta a sfruttamen­to intensivo, persino dannoso nei periodi di punta, per essere dimenticat­a il resto dell’anno. Consigliam­o di allungare la classica gita di un giorno o un weekend: serve di più per entrare nel ritmo di questi luoghi.

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