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GRANITE E POESIE

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È la deviazione più classica e preziosa da Siracusa e da queste spiagge. Modica, ad appena un’ora d’auto dal Plemmirio, è un altro dei tesori del barocco isolano. Qui, a offrire suggerimen­ti da insider c’è lo chef Accursio Craparo, una stella Michelin nel ristorante che porta il suo nome, non lontano dal duomo di San Giorgio, gioiello cittadino. “I miei posti del cuore? La casa natale di Salvatore Quasimodo, a pochi passi dal mio locale, dove è commovente riascoltar­e la voce del poeta registrata in occasione del conferimen­to del premio Nobel, nel 1959”, racconta. “Ai clienti che mi chiedono suggerimen­ti su dove andare e che cosa vedere, poi, consiglio sempre di andare a Noto, ma di non limitarsi ad ammirare la città barocca, e di raggiunger­e, invece, monte Alveria, a pochi chilometri dal centro, dove si trovano i resti dell’antico insediamen­to, abitato ininterrot­tamente dalla preistoria fino al momento del tragico terremoto che lo rase al suolo nel 1693”. Su un’altura circondata da due profonde gole, in mezzo alla vegetazion­e, spuntano abitazioni rupestri, vestigia di epoca greca, di chiese e fortificaz­ioni medievali, resti di antiche concerie arabe, vecchi mulini. Tutt’attorno, un sorprenden­te paesaggio subtropica­le. “Ritornati in città”, è l’ultimo consiglio di Craparo, “ci si ristora con il gelato o la granita di Corrado Assenza, al Caffè Sicilia. Un concentrat­o di sapori isolani”.

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