Dove

Oasi di pace. A piedi, in bici, a cavallo, tra cammini, sorgenti e borghi. A due ore d’auto da Roma

A piedi, in bici o a cavallo nelle Valli Reatine, vicino ai cammini francescan­i, a sorgenti di acqua, a borghi senza tempo. Un paradiso a due ore d’auto da Roma

- Pasquale Alfieri

lungo nastro di strada corre tra le campagne, in apparenza senza soluzione di continuità. Ci si trova tra Lazio e Umbria, nelle Valli Reatine, lontane dai circuiti abituali, ma ben note ai pellegrini dei cammini francescan­i, che qui ripercorro­no le soste del santo tra borghi incantati come Greccio, conventi e abbazie. E amano meditare intorno al faggio di San Francesco, enorme albero secolare dalle chiome contorte immerso nel bosco che circonda Rivodutri.

Il trekking proposto da Dove conduce proprio a Rivodutri, fino alle sorgenti di Santa Susanna, dove sgorga la famosa “acqua azzurra, acqua chiara” che avrebbe ispirato Lucio Battisti nell’iconico brano degli anni Sessanta. Del resto Poggio Bustone, paese natale del cantautore, dista pochi chilometri. Intorno alla fonte, all’ombra di enormi salici, il paesaggio, non fosse per qualche

di casolare in più e un po’ di cemento sulla facciata del mulino di pietra ai bordi dell’acqua, è ancora quello delle illustrazi­oni ottocentes­che che Edward Lear realizzò qui durante uno dei suoi viaggi in Italia. Dal 1977 il sito è monumento naturale. Si parte dal parcheggio di Pratetta, sul lato settentrio­nale del lago Lungo, all’interno della Riserva regionale dei laghi Lungo e Ripasottil­e, bacini di epoca romana, solcati dal fiume Velino. Superata una delle sponde dello specchio d’acqua formato dalle sorgenti di Santa Susanna, ci si inoltra in un lungo sentiero ombreggiat­o, a tratti, da querce, faggi e pioppi, mentre lungo le rive si inseguono filari interminab­ili di canne. Il percorso si può fare anche a cavallo o in bici, ma questo è un paradiso soprattutt­o per i birdwatche­r. Folaghe, gallinelle d’acqua, marzaiole e svassi si concedono a osservator­i attenti armati di binocolo e pazienza. Ma è il canto forte e ripetitivo del cannerecci­one la colonna sonora di tutto l’anello che costeggia il lago di Ripasottil­e. Qui nidifica anche il pendolino, riconoscib­ile per la mascherina nera sul piumaggio grigio della testa, vengono a svernare gli aironi cinerini e non è difficile incontrare il falco di palude e l’albanella minore. E dove la chioma dei grandi salici bianchi si appoggia sullo specchio d’acqua spicca il giallo intenso di alcune ninfee. Il periplo di Ripasottil­e continua e il riavvicina­mento alle sorgenti di Santa Susanna si annuncia con la presenza di piante di sambuco alte

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