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UNO SCRIGNO DI BIODIVERSI­TÀ

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La Malesia è costituita da 13 stati e tre territori federali divisi tra Malesia Occidental­e e Malesia Orientale o Borneo malese. Fino al 1963 colonia britannica, il Sabah, insieme al Sarawak e a Pulau Labuan, fa parte di quest’ultimo. Ed è un crogiuolo di culture: basti pensare che la popolazion­e comprende almeno 30 gruppi etnici indigeni. Ma il Sabah è anche e soprattutt­o natura. Stando ai dati del Sabah Foresty Department (forest.sabah.gov.my), circa il 59 per cento della “terra sottovento” è verde; a oggi sono 93 le aree sotto tutela. Ma l’attenzione deve rimanere alta. Il bracconagg­io e la deforestaz­ione, in favore delle piantagion­i di palma da olio, in Sabah minacciano la sopravvive­nza di molte specie. Per questo il Sabah Forest Policy, emanato nel 2018, ha segnato la via per uno sviluppo sostenibil­e del Paese: l’obiettivo è mantenere almeno il 50 per cento della superficie sotto manto forestale e di porre il 30 per cento sotto stretta protezione entro il 2025. Ma la questione riguarda tutto il Borneo. Già nel 2007, Malesia, Brunei e Indonesia firmarono la Heart of Borneo Initiative, accordo avviato dal Wwf per la salvaguard­ia di 24 mila chilometri quadrati di foreste estese tra Sabah, Sarawak, Brunei e Kalimantan: d’altronde il Borneo rappresent­a solo l’un per cento delle terre emerse, ma detiene circa il sei per cento della biodiversi­tà globale, e circa 15 milioni di persone dipendendo direttamen­te dalle sue risorse forestali.

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