Novità sui monti.
Fienili recuperati, stazioni ristrutturate, agriturismi sostenibili. Nel cuore delle Dolomiti, la rinata Traversata del Cadore è un viaggio in un mondo autentico. Ma aperto al cambiamento
Fienili rinati e aziende green : la Traversata del Cadore tra cambiamento e poesia
Ilpittore lo aveva visto nei tramonti di inizio primavera, quando il sole scende oltre il Pelmo e la montagna sembra guardare la luna. Il rosso che rese celebre Tiziano nasce qui, in un Cadore d’altura nascosto, percorso da pennellate accese che mettono a fuoco i suoi paesaggi e danno forme e luci sempre nuove alle Dolomiti. Tante persone hanno scelto negli ultimi anni di ritornare nel cuore dell’aspra montagna, patria del grande artista rinascimentale (14901576), ristrutturando fienili e vecchie stazioni ferroviarie e impiantando aziende agricole sostenibili. Qui, scoprendo la Traversata del Cadore, un sistema di 75 chilometri di sentieri, riqualificato proprio nel 2020, si può progettare un weekend a caccia di storie e prodotti genuini. “La montagna non è Disneyland”, spiega Matteo Da Deppo, storico dell’arte e direttore dei musei della Magnifica Comunità di Cadore. “La montagna va conquistata”. Così, con le ricercatrici Letizia Lonzi e Iolanda Da Deppo, lo studioso ha progettato il recupero integrale del fondovalle, da vivere a piedi, in bici o, d’inverno, con ciaspole e sci.
La Regola Del Ladino
La prima parte del tracciato corre lungo la cosiddetta Via del legno. Qui la stua (diga) di Padola ai tempi della dominazione veneziana permetteva la raccolta dei tronchi da far fluitare a Venezia. I boschi tutelati dalla Serenissima erano proprietà collettiva: a Dosoledo il museo Algudnei introduce alle basi della cultura ladina, le Regole, come formula comunitaria di gestione del territorio. Un istituto che, ancora oggi, ispira idee come quella di Elvio Casanova, 32 anni, presidente della cooperativa Peralba Costalta, a cui si deve il progetto Adotta una mucca. “Ho rilevato la stalla dei nonni”, rac
conta Casanova. “Qui cooperare significa sopravvivere. Per contrastare la spietatezza del mercato del latte, apriamo le adozioni dei nostri capi e in cambio, a fine mese, inviamo burro e formaggi”.
La Traversata scende ora dal Comelico ed entra nel vero Cadore ad Auronzo, sul torrente Ansiei. A Palus San Marco ,la riserva naturale orientata Somadida è un paradiso di 1.676 ettari da percorrere a piedi per scoprire la Biblioteca del bosco, dove leggere immersi nella natura. Si imbocca poi un itinerario nella bellezza che porta a Vigo e alla chiesa di Sant’Orsola, detta la Cappella degli Scrovegni delle Dolomiti per la qualità eccelsa degli affreschi trecenteschi, e scende fino alla chiesetta di Santa Margherita, tra i monti di Salagona di Laggio ,la più antica del Cadore. Di questo microcosmo di prati e meleti si sono innamorati Andrea Bonalberti e Andrea Concina. Origini veneziane, una vita a Londra, sei anni fa hanno creato il progetto Sidro Cadore. “La bevanda era già presente nella tradizione dell’arco alpino. Noi ne abbiamo rilanciato la produzione”. Sono nuove forme di economia rurale che subentrano alle attività in voga nel secolo scorso. A queste ultime è dedicato un itinerario tematico a Lozzo, seguendo la roggia dei mulini lungo il rio Rin, tra gli antichi opifici e il museo della latteria, che racconta la storia delle latterie sociali (lozzodicadore.ue). Acque, sorgenti e superstizioni. Nell’innesto tra la Traversata del Cadore e la ciclabile delle Dolomiti, sotto il lago di Centro Cadore ,si trova Lagole, antico santuario paleoveneto e dimora delle anguane, mitiche creature con busto di donna e arti di animale che abitavano il lago delle Tose, amatissimo dai turisti. Per conoscere meglio gli antichi popoli dei monti e le loro leggende si arriva al museo archeologico di Pieve, nell’opulento Palazzo della Magnifica Comunità che domina la piazza con la statua di Tiziano. Di fronte, dalle finestre oggi chiuse della locanda, Giosuè Carducci scrisse l’Ode al Cadore (1892). Stessa vista, altra arte: dal piano terra di una casa settecentesca Andrea Da Cortà, musicista e liutaio, rinnova la tradizione alpina restaurando fisarmoniche e organetti e costruendo mandolini e viole.
Dire Tiziano è dire in realtà Vecellio, la prima famiglia di imprenditori della pittura. La casa-museo dell’artista, perfettamente conservata e visitabile, si trova a pochi metri dal museo dell’occhiale, che racconta invece un’altra e più moderna epopea industriale: il boom economico dell’occhialeria cadorina.
Tradizioni
rinnovaTe
L’itinerario riprende a piedi o su due ruote. A Tai, sulla vecchia ferrovia delle Dolomiti trasformata in ciclabile, Cecilia Rosati, bolognese trapiantata a Londra, e il marito Federico Fabris, architetto, hanno creato nel 2019 la Locanda alla Stažion. “Abbiamo acquistato all’asta in 48 ore un rudere”, raccontano, “e dopo un lungo restauro stiamo cercando di portare nel cuore del Cadore un modello rinnovato di ospitalità”. A Vodo, invece, la famiglia Talamini De La Tela si è messa alle spalle l’attività nel settore degli occhiali per tornare ai campi. Matteo Talamini, 28 anni, chiama le sue mucche per nome: “Io e i miei genitori abbiamo accettato la sfida avviando, oltre all’allevamento, un caseificio e un agriturismo”. Con il profumo del formaggio Blu del Cadore nello zaino, la Traversata si chiude con un’ultima visione: Cibiana, paese dei murales, come una grande pinacoteca a cielo aperto. Perché tutto qui è colore.