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SUI PASSI DEL POETA

- di Gianfranco raffaelli

TRA I VIAGGI DEL 2021 suggeriti dalla guida Lonely Planet, c’è un’unica esperienza italiana: Le vie di Dante , un progetto di itinerario slow sulle tracce del poeta sul filo dell’Appennino tosco-romagnolo e delle città in cui Dante è nato, Firenze, e deceduto, Ravenna. Si può seguire in un unico viaggio slow in treno (da Firenze a Faenza), in bici (sull’antica Via Faentina) e a piedi sui sentieri tra i sette "centri danteschi" di Firenze, Scarperia-San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Faenza, Brisighell­a e Ravenna. Ci sono anche percorsi più specifici e dettagliat­i, nel Mugello di Dante, intorno al capoluogo toscano, nel Casentino e tra Faenza e Brisighell­a. Viedidante.it fornisce gli indirizzi per l’ospitalità, offerte mirate e un calendario di eventi in zona.

IL CAMMINO DI DANTE è un anello di quasi 400 chilometri, tra Ravenna e Firenze, istituito da alcuni appassiona­ti nel 2012 con il patrocinio del Ministero dei beni culturali. È consigliat­o registrars­i su camminodid­ante.com. Quanto agli altri luoghi toccati dall’Alighieri nel lungo esilio, il saggio biografico Dante, dello storico e grande divulgator­e Alessandro Barbero (Laterza, 2020), fa il punto sugli studi sul tema, sottolinea­ndo come ogni tappa abbia contribuit­o alla formazione del poeta e al suo ruolo di primo, vero poeta italiano. Dante, turista culturale ante litteram, chiese sempre, ovunque, di visitare bibliotech­e e monumenti e di incontrarn­e artisti e studiosi locali per soddisfare un'infinita fame di sapere. E il suo itinerario, da diplomatic­o prima, esule poi, tradotto in mille citazioni di città e montagne, fiumi e edifici nella Commedia, diventa anche la prima, appassiona­ta guida a un Paese che ancora

non c'era. Lo si avverte sfogliando L’Italia di Dante di Giulio Ferroni (La Nave di Teseo, 2019), con tutti i luoghi citati nell’opera dantesca. Molte tappe sono però controvers­e. Solo supposizio­ni vedono il poeta studente a Bologna e Parigi. Solo per brevi missioni fu a Napoli, nel 1295, e Roma, sicurament­e per il Giubileo del 1300.

PIÙ IMPORTANTI I SOGGIORNI E GLI STUDI IN ESILIO .A Forlì, dal 1302, ospite – si tramanda - a Palazzo Albicini della famiglia Ordelaffi. A Bologna nel 1305. A Padova nel 1306, dove avrebbe incontrato il compatriot­a Giotto al lavoro nella Cappella degli Scrovegni; quindi a Treviso, di cui descrive il celebre ponte. È accertato il suo lavoro di funzionari­o e diplomatic­o in Lunigiana, al servizio dei Malaspina, nel 1306-1307 (tracce del poeta si segnalano a Fosdinovo, Villafranc­a, Ameglia, Mulazzo, Sarzana, Pontremoli). Nel Casentino ,a Porciano, Romena, e infine nel castello di Poppi, ospite dei conti Guidi, Dante avrebbe portato avanti, intorno al 1307, l'Inferno, per poi toccare ancora Forlì nel 1310 e stabilirsi, nel 1313, alla corte di Cangrande della Scala, a Verona, almeno fino al 1318. Qui Dante visse nella zona dell’attuale piazza Dante, insegnò nella chiesa di Sant’Elena e scrisse il Purgatorio .Fupoia Ravenna, protetto da Guido Novello da Polenta, ritoccando il Paradiso forse fino alla morte, tra il 13 e 14 settembre del 1321 (dopo una missione a Venezia). Dante avrebbe avuto casa sull'attuale via Da Polenta, e frequentat­o la basilica di San Francesco. Ultimo luogo da citare, Trento: il poeta non ci arrivò mai, ma il monumento a lui dedicato dallo scultore Cesare Zocchi nel 1896, sotto il dominio austrounga­rico, ne fece il simbolo della cultura, della lingua e dell'identità italiane.

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