Dove

IRLANDA | LA NATURA LIBERA LA MENTE

Da una parte, la vivacità di Galway, città ricca di eventi e stimoli. Dall’altra, la magia delle isole Aran. Reportage da una terra estrema e suggestiva, che stupì anche James Joyce

-

Il posto più strano del mondo. La vivacità di Galway, la magia delle isole Aran. Reportage da una terra estrema che stupì anche James Joyce

Sopra le isole Aran, i fantasmi degli eroi dimenticat­i da tempo / Vengono tuonando giù dal cielo stellato di velluto. Sono i versi di una vecchia ballata di Thomas “Tommy” Makem (1932-2007), considerat­o uno dei padri della musica irlandese, e risuonano spesso tra le pareti del The Crane Bar, nel cuore di Galway, una città che si affaccia all’imboccatur­a dell’omonima baia, sull’Atlantico, a 200 chilometri da Dublino, capitale della Repubblica d’Irlanda. A eseguire, oggi, le note del cantautore che girava per pub in compagnia dei suoi strumenti (il banjo a cinque corde dal collo lungo, la chitarra, il flauto, le cornamuse), c’è un cantante dalla voce graffiata. Lo storico pub, un santuario per gli appassiona­ti di musica country, propone ogni sera concerti dal vivo in un ambiente immutato negli anni, il bancone in legno, le foto ingiallite, il piccolo palco dove si alternano giovani leve e voci famose. The Crane Bar non è l’unico indirizzo famoso di questa cittadina aperta sul mare, dove si sente parlare gaelico e le vecchie dimore ricordano la potenza delle Tribes of Galway, le famiglie di mercanti che per secoli dominarono la città. Frequentat­issimi sono anche O’Connors, Tigh Cóilí, The Kings Head, dove sorseggiar­e una Galway Hooker, premiata birra locale, e incontrare musicisti che si danno battaglia a suon di tin whistle (uno strumento della famiglia dei flauti diritti) e violini.

MUSICHE CELTICHE E ANELLI DI FIDANZAMEN­TO

Galway è conosciuta anche per i festival (dopo gli eventi annullati l’anno scorso, quando era Capitale europea della cultura, il prossimo luglio è atteso il celebre Internatio­nal Arts Festival), i tanti artisti e, prima o poi, arri

va il momento di The Galway Races, uno dei successi dei The Dubliners, storica band di musica celtica. Si ascolta da O’Connell’s, dove il celebre cantautore Ed Sheeran ha girato il video di Galway Girl, con milioni di visualizza­zioni su YouTube. La musica è ovunque a Galway. È una colonna sonora anche il frastuono delle acque del Corrib, il fiume che la attraversa prima di irrompere prepotente­mente nella Galway Bay. A monte del Salmon Weir Bridge (è stato presentato il progetto di un secondo ponte, solo pedonale), fuori città, il Corrib scorre con veemenza, creando le ultime cascatelle della sua corsa. Una chiusa controlla il livello e da maggio a settembre si possono avvistare banchi di salmoni che nuotano nelle acque trasparent­i: dovranno ripercorre­rle controcorr­ente per andare a deporre le uova. Pure lo sferzare del vento sulle vele color ruggine delle bád mór, le tradiziona­li imbarcazio­ni, accompagna le passeggiat­e sul porto. Caratteriz­zate da un unico alto albero, e da uno scafo nero corvino per via del catrame usato per l’impermeabi­lizzazione, queste barche sono oggi di gran moda per piccole crociere sull’oceano.

Altri suoni corteggian­o chi arriva a Galway: il gracchiare dei gabbiani sulle casette colorate del Long Walk, la passeggiat­a che collega il City Museum con la zona del porto; il rumore sordo dei passi che riecheggia­no per le strade silenziose di Claddagh, ex villaggio di pescatori sulla riva meridional­e del fiume e luogo di nascita del Claddagh Ring, il tradiziona­le anello di fidanzamen­to, la cui paternità è contesa tra un’aquila, che lo avrebbe fatto cadere sul grembo di una donna, e un ex schiavo al servizio di un ricco orafo moresco.

Attorno al Claddagh Ring sono in tanti a evocare antiche favole celtiche, e anche chi decide di esplorare quel microunive­rso composto da tre isolette che fanno da sentinella a Galway, all’imboccatur­a della baia, si rende presto conto che qui c’è davvero qualcosa di fatato. Le isole Aran sono una propaggine della massa calcarea che forma il Burren, nella contea di Clare. Ma se si pronuncia in gaelico il loro nome (Inis Mór, Inis Meáin e Inis Oírr )il suono cela pura magia. Inishmore, Inishmaan e Inisheer, scampoli di roccia che sembrano alla deriva nell’Atlantico, si raggiungon­o con il minuscolo aereo dell’Aer Arann Islands (accoglie solo cinque passeggeri) che decolla da Inverin, a una trentina di chilometri da Galway. Il volo dura una manciata di minuti e il consiglio è di non passarli con il telefonino in mano per fare foto. Nessun file archiviato potrà far rivivere sui social una tale emozione e si rischiereb­be di perdere il fascino di sentirsi liberi come i gabbiani che accompagna­no la traversata.

Emozionant­e è pure l’arrivo via mare: camminando in banchina ci si rende conto che nessun passaporto è in grado di aprire universi come quello in cui si sbarca. I confini della terraferma sono, quasi ovunque, a portata di sguardo, eppure, come scrisse James Joyce nel 1912, “Aran è il posto più strano del mondo”. Un mondo di grande natura governato dal vento e dalle intemperie, linee di orizzonte nitide e morbide, prospettiv­e che scompaiono, cieli alti e banchi di nuvole. Ma è anche un piccolo mondo di persone governate da un’attenta gentilezza, che lanciano occhiate lente e attente. Dove regna un’inconsueta concordia tra gli abitanti e la natura forte e impulsiva che li circonda.

Per cercare di capire questa alchimia bisogna trascorrer­e almeno una notte su ciascuna isola. Solo così si potrà camminare per ore lungo strade che da un lato sono delimitate, per chilometri, da solidi muri a secco e, dall’altro, inseguono il fragore delle onde che si spezzano sugli scogli. Un paesaggio, a tratti lunare, popolato da corvi e cormorani, ma che nei mesi primaveril­i regala una sorprenden­te varietà di fiori selvatici, di tutti i colori.

La più conosciuta, e probabilme­nte la più bella, è la genziana a foglie corte, riconoscib­ile dal suo fiore abbagliant­e, color blu. Per dare un nome agli altri bisogna procurarsi Wild Plants of the Burren and the Aran Islands, un’ottima guida sulla flora locale curata da Charles Nelson, facilmente reperibile nelle botteghe di Galway. “Abbiamo piante alpine che sopravvivo­no abbarbicat­e alle rocce, dove spuntano specie mediterran­ee come le felci di capelvener­e. Mentre d’inverno i contadini di tutto il mondo mettono al riparo i loro animali , qui invece le mucche pascolano sui versanti ventosi dove la pietra calcarea è calda”, raccontano a Inishmore, la più turistica delle Aran. Irresistib­ili anche i classici maglioni di lana con i tipici disegni: treccia, a significar­e le corde dei pescatori; cesto, a simboleggi­are le nasse da pesca; nido d’ape, per rappresent­are il duro lavoro. Nel 2017 uno di questi maglioni è stato esposto al MoMA di New York nella mostra Items: Is Fashion Modern?, dedicata ai 111 capi di abbigliame­nto e accessori che hanno influenzat­o la moda degli ultimi cento anni. Si può acquistare in uno spaccio di Inishmore, che vanta spiagge sorprenden­ti. Kilmurvey Beach, per esempio: sabbia bianca come quella dei Caraibi, dune su cui fare un picnic e acque senza correnti eccessive che consentono, ai più arditi, di fare una nuotata tonificant­e. A una decina di minuti di bicicletta vive una colonia di foche. Quando la marea lo consente si possono avvistare fino a 15 o 20 animali, pesanti anche più di 200 chili, che prendono il sole sugli scogli. Accanto alla colonia si trova un laghetto dove cigni e anatre galleggian­o su acque tranquille. È il punto più stretto dell’isola e in meno di due chilometri, lungo una stradina anonima, si è sul lato meridional­e di Inishmore, in corrispond­enza del suo monumento più famoso, le rovine di Dùn Aonghasa, costruita a strapiombo sulle scogliere, pare, in tarda Età del bronzo. Fortezza militare o monumento religioso, la sua genesi è incerta. Non si sa nemmeno chi fosse Aonghas, forse un nobile destituito dai possedimen­ti che aveva a est del fiume Shannon, o il re (V secolo) di Cashel, nella contea di Tipperary. Molte le ipotesi, ma lo scopo della suggestiva piattaform­a, costituita da mura concentric­he, con una pianta simile al ferro di cavallo, e un lato aperto proprio sullo strapiombo, resta un mistero. Che aggiunge fascino a questo luogo magico. E mentre si attraversa­no le rovine, con la sensazione di vacillare sull’orlo del mondo, l’immaginazi­one può correre libera… Sconosciut­a anche l’origine delle capanne degli alveari, case in pietra che risalgono al Medioevo, ovali all’esterno, rettangola­ri all’interno (la meglio conservata è nelle adiacenze della spiaggia di Kilmurvey). Il cimitero Cill Éinne, sulla punta orientale dell’isola, è una cartolina crepuscola­re: tombe senza tempo accarezzat­e da lunghi fili d’erba, croci istoriate frustate dal vento e 1| Il castello di Dunguaire, del XVI secolo, si trova al confine tra le contee di Galway e Clare. 2 | Street art a Galway.

3-4 | Lo storico pub O’Connell’s Bar, affacciato su Eyre Square, a Galway.

Molti pub di Galway sono ritrovi culturali: ospitano concerti e spettacoli e lanciano giovani artisti

una chiesetta, per metà sepolta nella sabbia, dove si può sentire quel rosario di suoni che non ha mai fine, l’infrangers­i delle onde sulla battigia. Tassativo un sopralluog­o al Poll na bPéist (Wormhole), una straordina­ria formazione rocciosa naturale. Si dice che il péist sia il mostro marino rettiliano del folclore gaelico. L’acqua del mare vi precipita attraverso una grotta sotterrane­a, o quando la marea è forte, la riempie dall’alto. Negli ultimi anni è diventato popolare grazie alla Red Bull Cliff Diving Competitio­n. I partecipan­ti si tuffano direttamen­te nella piscina naturale di forma rettangola­re in cui il gelido Atlantico scende e scorre fino in fondo alle scogliere.

Inishmaan, l’isola di mezzo, come le altre due ha più pecore che abitanti. Fu la preferita dal drammaturg­o irlandese John Millington Synge, che ci arrivò su consiglio del poeta William Butler Yeats. Qui, tra il 1898 e il 1902, trascorse le sue estati in un cottage che oggi porta il suo nome (e che si incontra salendo dal molo), traendo ispirazion­e per alcune opere scaturite da storie e leggende ascoltate sull’isola. Il punto preferito per le sue riflession­i era uno scranno di pietra (oggi battezzato Synge’s Chair) non lontano dalle scogliere.

Sulle isole Aranci sono decine di siti archeologi­ci, con testimonia­nze dall’Età del ferro al periodo paleocrist­iano

Ci rimaneva seduto per ore. Da solo, in silenzio, ascoltando il fragore delle onde. Un sentiero che parte dal cottage dove abitò Synge, Teach Synge, porta a Dún Conchúir, uno dei più imponenti forti delle isole Aran.

Inisheer è la più piccola delle tre isole dell’arcipelago: tre chilometri di larghezza per altrettant­i di lunghezza. La si può scoprire a piedi o in bici. Sul lato orientale, all’altezza di Finnis Rock, si incontra il relitto arrugginit­o del Plassey, un pescherecc­io che nel 1960 stava attraversa­ndo la baia di Galway quando colpì la roccia di Finnis durante una tempesta. L’equipaggio fu soccorso, la nave rimase al suo posto per settimane, fino a quando arrivò un’altra tempesta e la spazzò a terra. Si narra che la Plassey trasportas­se whisky, vetrate e filati. Ma a bordo c’erano anche oggetti che alcuni isolani non avevano mai visto prima, come i moderni servizi igienici e i biscotti. Sul lato opposto dell’isola si erge un faro dove si gode, in lontananza attraverso l’oceano, una splendida vista delle Cliffs of Moher. Al tramonto i colori vanno dal giallo dorato all’arancione brillante. È il momento migliore per ripensare alla ferocia dei venti atlantici, alla forza del mare, ai misteri della natura. E, su tutto, alla magia del luogo.

 ??  ?? Un faro segnala la costa sudocciden­tale di Inisheer ,la minore delle isole Aran: l’arcipelago si trova di fronte alla baia di Galway.
DOVE
Un faro segnala la costa sudocciden­tale di Inisheer ,la minore delle isole Aran: l’arcipelago si trova di fronte alla baia di Galway. DOVE
 ??  ?? DOVE
DOVE
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Immagini di Galway
1| Le celebri scogliere di Moher. 2| Un murale al The Crane Bar, tra i più antichi della cittadina.
3| Uno scorcio di Claddagh Quay con le
imbarcazio­ni a vela.
Immagini di Galway 1| Le celebri scogliere di Moher. 2| Un murale al The Crane Bar, tra i più antichi della cittadina. 3| Uno scorcio di Claddagh Quay con le imbarcazio­ni a vela.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? 1| Il complesso di Na Seacht Tempaill, o The Seven Churches, per secoli luogo di pellegrina­ggio.
2| I pub nel villaggio di Kinvara, nel sud della contea di Galway. 3| Il relitto della Plassey, una nave mercantile naufragata sugli scogli dell’isola Inisheer l’8 marzo 1960.
1| Il complesso di Na Seacht Tempaill, o The Seven Churches, per secoli luogo di pellegrina­ggio. 2| I pub nel villaggio di Kinvara, nel sud della contea di Galway. 3| Il relitto della Plassey, una nave mercantile naufragata sugli scogli dell’isola Inisheer l’8 marzo 1960.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? 1-2 | Le rovine di O’Brien’s Castle, in cima a una bassa scogliera di Inisheer. Tipici i muretti a secco. 3| Le case affacciate sull’estuario del fiume Corrib, a Galway.
1-2 | Le rovine di O’Brien’s Castle, in cima a una bassa scogliera di Inisheer. Tipici i muretti a secco. 3| Le case affacciate sull’estuario del fiume Corrib, a Galway.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy