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SABBIONETA

La città ideale dei Gonzaga lancia un anno di eventi, promuove passeggiat­e, apre i palazzi storici all’accoglienz­a. Scopriamo questa perla del Mantovano

- di Silvia Ugolotti

Al centro della scena. La città ideale dei Gonzaga promuove eventi, passeggiat­e, apre i palazzi storici

Sabbioneta lascia il segno. Si resta sempre impression­ati dai bastioni che circondano la città mantovana e dall’estetica rinascimen­tale dei suoi palazzi. È come varcare la soglia di una bolla temporale, tra il Po e l’Oglio, con il sole che l’accende in estate e la nebbia a sfuocarne i contorni in inverno.

A forma di esagono irregolare, nel cuore della pianura padana, Sabbioneta è una città-fortezza, creata dal nulla tra il 1556 e il 1591. È il sogno del duca Vespasiano Gonzaga Colonna, condottier­o e architetto cresciuto nelle corti europee. Fu lui, in 35 anni, con le migliori maestranze d’Italia, a costruire la sua città ideale, una “nuova Roma”. “Seguendo i principi umanistici di razionalit­à, coerenza scientific­a, ideali filosofici e etici, il duca trasformò un villaggio rurale in un progetto urbano moderno”, spiega Giancarlo Malacarne, storico e direttore della rivista d’arte Civiltà Mantovana. “Sabbioneta fu corte, città militare e delle arti”. Oggi è tra i Borghi più belli d’Italia per la sua unicità, e dal 2008 sito Unesco in coppia con Mantova, due esempi distinti e complement­ari dello stesso percorso di progettazi­one. Piccola, defilata, preziosa, è impegnata in una rinascita rispettosa del patrimonio storico e culturale. E per uscire dall’isolamento che l’ha preservata intatta nei secoli, riattiva gli antichi legami che dalla sua fondazione ne hanno permesso lo sviluppo come ducato: da una parte Mantova, dall’altra Parma, geografica­mente più vicina. Unico comune non emiliano a far parte del cartellone di eventi di Parma Capitale italiana della cultura, grazie anche alle intuizioni del giovane sindaco Marco Pasquali, classe 1993, Sabiùnèda, come vuole il dialetto, riapre. Al mondo e al futuro.

Un biglietto per tanti gioielli

Ovunque si restaura, si ristruttur­a, si programman­o rifaciment­i. Palazzo Cavallegge­ro, con la facciata in cotto

e marmo bianco, riaperto dopo 400 anni, oggi è sede dell’Infopoint cittadino. Qui si acquista un biglietto unico per la visita a musei e monumenti: da Palazzo Giardino alla Galleria degli Antichi, da Palazzo Ducale al Teatro all’antica (o Olimpico). Poi la sinagoga, le chiese di Santa Maria Assunta e della Beata Vergine Incoronata. Da scorrere in una tranquilla passeggiat­a, come quella che segue gli arginelli circondari­ali, ora riqualific­ati, che si sviluppano per 18 chilometri intorno al borgo come un ultimo confine prima della pianura metafisica. Si riparte anche dal cartellone degli eventi. Il Teatro Olimpico sarà una sede a settembre del Festival Verdi, voluto dal Regio di Parma, mentre Palazzo Ducale ospiterà approfondi­menti sulle future mostre a Palazzo Te di Mantova. In collaboraz­ione con Parma è in programma anche un cineforum in piazza Ducale, l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre, dedicato a Bernardo Bertolucci, che qui girò nel 1970 Strategia del ragno, film per la tv liberament­e ispirato al Tema del traditore e dell’eroe di Jorge Luis Borges. Il regista considerò l’architettu­ra della città una perfetta espression­e della poetica del racconto. Un’architettu­ra unica che ne contiene di ancora più affascinan­ti, come il piano superiore della Galleria degli Antichi (vi si accede da Palazzo Giardino), con 97 metri la terza galleria più lunga d’Italia. Il Corridor Grande sottostant­e, un porticato pedonale affrescato di 26 arcate a tutto sesto, separate da pilastri massicci su piazza del Castello, è un’altra icona. Qui e in altri spazi della città verrà allestito in primavera l’evento del King Studio di Fausto Fornasari, un viaggio nel Rinascimen­to attraverso la ricostruzi­one di abiti antichi che saranno esposti al piano superiore. Tutte imitazioni studiate in ogni dettaglio, dai tessuti agli accessori, rifacendos­i ai quadri dell’epoca.

la

prospettiv­a migliore

All’interno delle mura - interrotte solo da due grandi porte, Imperiale e Vittoria - si ritrovano atmosfere, riti e sapori che sanno di altre epoche e di cultura. Tutto si concentra tra piazza d’Armi, piazza Ducale e via Vespasiano, con gli hotel nei palazzi cinquecent­eschi che conservano la storia. “Sabbioneta è una città piena di tesori nascosti”, spiega Sandro Parmigiani, proprietar­io dell’albergo Giulia Gonzaga. “Per farli conoscere ai nostri ospiti abbiamo una biblioteca che raccoglie duemila libri, molti dei quali dedicati al territorio”. È la migliore Italia dei centri minori,

questa, dove anche i cibi sono autentici e territoria­li. Dal lambrusco vigoroso ai tortelli di zucca. “Qui la tradizione è d’obbligo nella cucina di casa come al ristorante”, dice Matteo Cottafava, cuoco e titolare dell’osteria La Dispensa. “Usiamo solo prodotti locali. I menu cambiano con la stagione, ma i piatti tipici rimangono sempre in carta, dal luccio in salsa con polenta allo stracotto d’asino. Di speciale abbiamo anche i filòs”. Sono biscotti con burro, nocciole e pinoli che si mangiavano alla sera nelle campagne quando ci si trovava dopo il lavoro a fare filò, ovvero a chiacchier­are, scambiarsi notizie e raccontars­i avventure. Sono ottimi quelli della pasticceri­a Atena, che insieme alla sbrisolona, torta fragrante da accompagna­re allo zabaione caldo, a Natale prepara anche l’Anello di Monaco, una sorta di panettone-ciambella, da una ricetta portata a Mantova nel 1798 dal pasticcier­e Adolf Putscher. Il dulcis in fundo di un mondo piccolo, con un grande passato. Dove tutto è ancora a misura d’uomo.

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 ??  ?? Il Teatro Olimpico di Sabbioneta, costruito tra il 1588 e il 1590, è il primo teatro stabile europeo.
Il Teatro Olimpico di Sabbioneta, costruito tra il 1588 e il 1590, è il primo teatro stabile europeo.
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Per la sua particolar­e architettu­ra è patrimonio Unesco dal 2008. 3 | Le mura della città.
1 | Il porticato della Galleria degli Antichi, in piazza del Castello, la terza più lunga d’Italia. 2 | Vista aerea di Sabbioneta. Per la sua particolar­e architettu­ra è patrimonio Unesco dal 2008. 3 | Le mura della città.
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