Come L’ACQUA VIVA
Sarà una primavera attesa e desiderata, dopo quella “sospesa” del 2020. Con il disgelo, ecco le macchie di fioriture che spuntano qui e là: campane e bucaneve, primule di giallo ocra e l’erica scopina che crea mélange di fiori rosa e lilla. E i corsi d’acqua ingrossati dallo scioglimento della neve, quest’inverno copiosa come non accadeva da anni, riconquistano gole e forre.
Una piccola vacanza vicino a uno dei 1.200 fiumi italiani è foriera di sorprese e dona al corpo l’effetto energizzante di uno spruzzo gelato, per non dimenticare l’adrenalina di una discesa sulle rapide. Euromonitor, istituto di ricerche di mercato, segnala “una maggior connessione con il territorio e la natura” fra le tendenze del 2021. E, per l’Osservatorio del turismo outdoor, gli appassionati di canoa, kayak, ma soprattutto rafting, sono in aumento. Per le discese in gommone si parla di 27 mila praticanti, capaci di trainare tutto il comparto del turismo active per famiglie.
Cresce anche il torrentismo (canyoning in inglese), da fare a piedi con muta e imbragatura. Spiega Massimo Todari, responsabile del gruppo torrentistico Cai di Roma (cairoma.it): “Ci si cala con le corde per superare cascate e brevi salti. E, iniziata la discesa, non è possibile tornare indietro fino alla fine della gola. È sempre consigliabile essere in un gruppo di almeno quattro componenti, tutti preparati”.
Una piccola avventura da affrontare con accortezza. “L’ambiente è impervio. Si usano dispositi
Lungo le rapide, con un gommone. Con il brivido dell’hydrospeed. In
kayak e canoa. O semplicemente a piedi, lungo la riva. Per sentirsi rinascere
vi e tecniche proprie dell’alpinismo”, avverte Marco Heltai, dell’Unione internazionale guide alpine (guidealpine.it). “Servono professionalità specializzate”. Diffidare, quindi, degli accompagnatori improvvisati. La novità? L’hydrospeed, meno impegnativo, sempre adrenalinico. Si scende su un “bob fluviale” che lascia le gambe libere a far da timone con le pinne. La muta in neoprene è più spessa, per proteggersi nella lunga permanenza in acqua. C’è anche lo yoga a bordo fiume: pura contemplazione.
Negli ultimi anni, accanto ai centri sportivi per le attività agonistiche, riuniti nella Federazione italiana rafting (federrafting.it), sono cresciute anche le associazioni e i club per semplici appassionati. La maggior parte dei centri, sempre più numerosi, fornisce l’attrezzatura, e i percorsi sono spesso modulabili sul proprio grado di preparazione. E da marzo, fino al primo autunno, è l’ora di affrontare la corrente. Ecco le nostre proposte, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna.
VALLE D’AOSTA: IL COLORADO EUROPEO
Qui il protagonista assoluto è la Dora Baltea, il “Colorado d’Europa”, come pubblicizzano i dépliant. Dalle Alpi Occidentali, la Dora taglia tutta la regione, raccogliendo la linfa dei ghiacciai del Bianco e delle nevi che si ritirano al primo sole a Courmayeur o a La Thuile. Seguendone il lungo tracciato - lo stesso su cui è incentrata la spettacolare rete di sentieri di bassa quota del Cammino Balteo - si attraversano la riserva naturale di Le Marais e i filari della Route de Vins (routedesvinsvda.it). È la strada dei vitigni valdostani doc, come il Torrette, il Pinot Gris o il Petite Arvin, che avvolgono discretamente i castelli di Fénis, Aymavilles e Châtelard.
I 25 chilometri della Dora Baltea sono quasi tutti navigabili da fine aprile a settembre, come ricordano gli istruttori dell’Adventure Center: una grande palestra naturale per il rafting sia formato famiglia, pagaiando in sicurezza, sia a livello avanzato, pren
dendo confidenza sui “tratti di ambientamento” e affrontando poi le sequenze di rapide più impegnative. Nel centro, presso La Salle, si scopre anche l’hydrospeed, con un minicorso che prepara a discese per sportivi allenati (l’età minima per questa disciplina è 18 anni), in cui si resta in acqua fino a 50 minuti. Una novità introdotta dall’Adventure Center è il riverbug, una sorta di poltrona gonfiabile. Lo scopo è indirizzare il mezzo tra le anse del fiume con il solo uso delle pinne.
Cell. 345.78.73.700, adventurecenter.it; attività da 28 a 75 € a persona, in base alla disciplina.
PIEMONTE: CASCATE DI VALSESIA
Sono le acque che arrivano dalla parete sud del Monte Rosa ad alimentare il Sesia, re della valle dei Walser, popolazione germanica che valicò le Alpi nel Medioevo e che conserva ancora le sue tradizioni. A Campertogno, nel Vercellese, alla confluenza tra il torrente Artogna e il Sesia, c’è uno dei centri di attività sportivi di media e alta montagna più interessanti: Eddyline, fondato da Mauro Vezzoli e Federico Maggiani. La sua base nautica non è distante dall’an
ponte che guarda la facciata del complesso parrocchiale di San Giacomo Maggiore, con una delle più antiche meridiane della valle. È anche un territorio da attraversare a piedi: dalla via che fu uno dei percorsi dei seguaci di fra Dolcino, un predicatore giustiziato nel 1307 perché accusato di eresia, si snoda un sentiero tra i boschi che porta all’alpeggio presso la cappella della Madonna del Laghetto, per poi intrecciarsi al suggestivo Sentiero dell’arte, tra chiese e cappelle d’altura (invalsesia.it). Il nome Eddy richiama due correnti, quella che scende dal monte e quella che si genera dietro i grandi massi: l’eddyline è il confine tra le due. Le attività proposte sono rafting, hydrospeed, kayak, canoa gonfiabile e, naturalmente, canyoning; uno dei percorsi più spettacolari è proprio nell’Artogna, tra cascate, piscine e toboga (scivoli naturali) di rocce levigate su cui lasciarsi trasportare per oltre 50 metri. La difficoltà è medio-alta, richiede una certa esperienza. E per l’attività-tipo, trasferimenti compresi, ci vogliono di solito almeno cinque ore. Molto intense.
Cell. 349.11.18.44, eddyline.it; le uscite partono da 60 € a persona; per i sentieri della zona, valsesia.it
TRENTINO. IL BATTESIMO DELLA RAPIDA
Il percorso va dal placido lago dei caprioli ,in un’abetaia della Valpiana, fino a Pellizzano ,in Val di Sole, dove corre la ciclabile di quasi 50 chilometri che, per buona parte, accompagna il Noce, intersecando i ponticelli di antiche stradine. Si passa da Mostizzolo e Fucine di Ossana, per finire a Peio. Il Noce, che nasce a 3.000 metri, nel gruppo dell’Ortles-Cevedale, è per la rivista National Geographic tra i primi dieci corsi europei per la pratica di sport fluviali. Sono 30 chilometri immersi in un parco ricco di biodiversità. Qui, presso la località del Pressenach ,a Mezzana, ha sede il centro XRafting Val di Sole, gestito dal Cus (centro universitario sportivo) di Verona sia per l’attività agonistica sia per quella amatoriale. Sul Noce il periodo migliore è da maggio a settembre, quando è maggiore la portata d’acqua. Si scende sui raft, gommoni, in sei, con la guida che impartisce gli ordini per superare le rapide che si insinuano turbolente tra massi enormi. Si va dalla formula “battesimo” per principianti, sino all’impegnativa discesa di tre ore tra le rapide dello “slalom” di Mezzana e nelle gole boschive di Ponte Stori.
Cell. 347.744.81.37, raftingvaldisole.it, discese da 28 a 70 € a persona a seconda dei livelli.
ALTO ADIGE: SCENDENDO TRA I BORGHI
In fondo alla Val Passiria, prima di raggiungere Merano, sorge il borgo di Saltusio. Tra decine di Schildhöfe, masi storici tipici di queste zone, si trova il Südtirol Rafting Expeditions, proprio sul Passirio, dove una pista ciclabile gioca con i ponti di legno per spostarsi da una riva all’altra. Intorno, tra aprile e maggio, il paesaggio si colora dei fiori bianchi e rosa dei metico
leti, che fanno dell’Alto Adige una delle aree di coltivazione più estese d’Europa di questo frutto. La funivia Hirzer, a Saltusio, indica che si è vicini al centro rafting, ma occorre un passaggio in furgoncino per arrivare al punto d’imbarco. Qui, spiegano gli istruttori, il periodo migliore è da maggio a settembre, quando la portata del fiume consente di scendere nei tratti dove onde alte e rulli (mulinelli d’acqua) rendono l’Expedition tour un’esperienza impegnativa, in “acque bianche” (perennemente mosse e schiumose) per circa nove chilometri. Decisamente più tranquillo il tour che inizia dalla segheria Mörre, prima dell’abitato di San Martino, fino al ponte di Saltusio. Si scende in un’ampia valle che alterna una folta vegetazione a campi di mele. Tra i servizi gratuiti offerti dal centro rafting c’è pure la possibilità di riprendere la propria discesa in gommone con la telecamera Gopro, a prova d’acqua (portandosi la microscheda): per rivedersi a casa.
Cell. 349.41.78.393, südtirolrafting-gsb.com/it, tour a 79 € a persona; per ciclabili e sentieri, suedtirol.info
EMILIA ROMAGNA: SPRUZZI DI EMOZIONI
Abbandonando i fiumi alimentati dallo scioglimento dei ghiacciai, le rapide in acque mosse si ritrovano, anche a marzo, in Appennino. Nel Modenese, nei pressi del Parco del Frignano ,a Fanano,
si incontrano le cascate del Doccione. Lo scenario è quello di una natura intatta, ma più tranquilla. In questo caso si cammina, tra gli spruzzi d’acqua, nei passaggi sui ponticelli o sostando sulle piattaforme in legno che guardano il salto d’acqua di 120 metri, nel profumo intenso di macchia umida. È uno dei pochi sentieri pensato, per un certo tratto, per i disabili. In quest’area, ricca di biodiversità faunistica, sta nascendo la Campex Valley, una rete di itinerari che, dall’agriturismo le Casellacce, vicino a Montese, si immergono nel bosco, delimitato a Nordovest dal fiume Panaro e dal torrente Leo, con altane d’avvistamento per il birdwatching e cartelli “parlanti”: le indicazioni di percorso sono fornite con un QR code.
Fanano.it; parchiemiliacentrale.it/parco.frignano; Fb: casellacce
TOSCANA: YOGA SULL’ACQUA
È una Toscana autentica e selvaggia quella incastonata tra l’Appennino tosco-emiliano e le Alpi Apuane. Tra faggete e alte pareti rocciose, la riserva naturale dell’Orrido di Botri protegge una profonda gola calcarea scavata dal rio Pelago. Un classico del canyoning in Centro Italia che oggi si può affrontare a vari livelli di difficoltà con le guide della riserva o con Canyoning Toscana, con base a Fabbriche di Vergemoli . in Garfagnana. Dalla discesa dell’intero percorso con vari salti da fare con l’imbragatura (dura varie ore, è per più allenati) al river trekking tra le rive e i guadi, anche per
bambini (casco obbligatorio).Poco lontano, in tre ettari di bosco lungo la gola del fiume Lima, è sorto da poco uno dei primi “parchi dell’outdoor fluviale”, davvero per tutti. Vi si arriva da Scesta, frazione di Bagni di Lucca, da aprile a ottobre. “Non bisogna soffrire di vertigini per percorrere i suoi ponti tibetani e le slack lines (corde) sopra le ripide. O per lanciarsi con la nostra zipline a oltre cento metri di altezza sopra il canyon”, afferma Paolo Roverani, presidente di Canyon Park. “Ma la vista sulle acque blu cobalto ripaga lo sforzo”. Ancora, si può esplorare il canyon in Sup, praticare yoga nel bosco o su piattaforme galleggianti. E, se si viaggia con bambini, partecipare al viaggio sensoriale di due ore alla scoperta dei quattro elementi nella foresta, tra sentieri e pannelli interattivi che ne narrano la storia, la geologia e la fauna. Scoprendo un altro mondo senza andare lontano. f.m. Orridodibotri.toscana.it, visite da 18 € a persona, 12 € i bambini; canyoningtoscana.it, prezzi variabili in base all’attività; canyonpark.it, ingresso da 20 a 25 € a persona secondo la disciplina.
UMBRIA, CON IL CUORE IN GOLA
La portata delle Cascate delle Marmore, 15 metri cubi al secondo, fa di questa zona del Centro Italia uno dei posti più interessanti per gli sport d’acqua corrente. In Valnerina, là dove il Nera mescola le sue acque al Corno e insieme si incuneano tra gole strette e rocciose, per poi aprirsi in anse dalle rive coperte di salici, pioppi e ontani. A differenza delle acque di ghiacciaio, qui la corrente ha trasparenze cristalline e offre lo spettacolo delle pozze profonde e del ciottolato nel letto del fiume. Per il rafting più estremo ci si imbarca appena sotto le celebri cascate giganti, con un dislivello complessivo di 165 metri in tre grandi salti. Nella versione più alla portata di tutti si sceglie la base di Arrone. Canne (i “tubi” di roccia), strapiombi e placche fanno delle forre di quest’area una delle palestre più interessanti anche per il canyoning, proposte da Rafting Marmore ,a Papigno (Tr). “Per i corsi base”, spiega Luca Bucciarelli, dell’Associazione guide alpine italiane, “le discese avvengono lungo le pareti di Rocca Gelli, con percorsi facili. Per il torrentismo avanzato si va alla Forra del Casco”. Volando dentro getti d’acqua e polle nella roccia.
Raftingmarmore.it, uscite di torrentismo base 45 €, avanzato 55 €.
SARDEGNA. UN ANNO SUL TORRENTE
Sull’isola il torrentismo non conosce stagione. Si può scendere a primavera o in estate. Lasciando per un giorno gli ombrelloni. Nel cuore roccioso della Gallura, tra San Teodoro e Padru ,il rio Pitrisconi ha eroso il granito rosa creando spettacolari cascate e piscine naturali. “È per tutti”, spiega Andrea Piallini, membro dell’Associazione guide canyon. “Offre tuffi, toboga e calate su corda entusiasmanti, pur essendo classificato PD, poco difficile”. L’uscita, proposta da Sardegna Canyoning richiede almeno tre ore. Sempre con loro, non lontano da Sassari c’è invece Siscia. Una gola facile, vicina (si arriva da Cargeghe), con acqua tutto l‘anno. Qui l’ambiente, sempre selvaggio, si stempera nei toni del tufo e della pietra calcare, ricoperta di una coltre di muschio, come una moquette, che fa scivolare dolcemente giù nelle piscine. Come in un parco giochi creato solo dalla natura.
Sardegnacanyoning.com, i prezzi variano secondo la stagione e il tipo di attività.