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OUTDOOR SU DUE RUOTE

Crescono le ciclabili ricavate da ferrovie dismesse. Ecco quattro itinerari di primavera, dal Trentino Alto Adige alla Lombardia, dal Ponente ligure alla Toscana

- di Ornella D’Alessio

Passeggian­do in bicicletta. Quattro itinerari lungo i tracciati ferroviari dismessi

Una rinascita verde, che corre sui binari. “Abbiamo ottomila chilometri di ferrovie dimenticat­e senza sedime (l’acciottola­to su cui posano i binari), cinquemila potenzialm­ente recuperabi­li”, spiega Debora Sanna , di Co.Mo.Do., ente no profit che dal 2006 promuove la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticat­e, quest’anno prevista il 23 maggio (mobilitado­lce. org). “Poi ci sono 2.700 chilometri di ferrovie a scartament­o ordinario e ridotto interrotte: quasi il 15 per cento dell’intera rete nazionale, tra pubblica e privata”. “Un patrimonio in attesa di nuova vita”, secondo Ilaria Maggiorott­i, responsabi­le asset immobiliar­i di Rete ferroviari­a italiana, “e un’opportunit­à per creare, con il minimo impatto ambientale, greenway per il trekking, la bici e perfino, se i binari sono in buone condizioni, i ferrocicli, carrelli a pedali che in Francia muovono già 420 mila viaggiator­i all’anno”. L’Italia vanta oggi 57 tratte ricavate da ex ferrovie (dati Fiab, Federazion­e italiana ambiente e bicicletta). Venti sono descritte nel libro Vie Verdi (Cinquesens­i editore, 2020). Ecco quattro idee di viaggio per questa primavera.

DOLOMITI. VIGNE E SALITE

Gli amanti della montagna possono pedalare tra Alto Adige e Trentino, dall’antica stazioncin­a di Ora a Predazzo. Sulla vecia ferovia dela Val di Fiemme, chiusa nel 1936 (tutte le informazio­ni sono su visitfiemm­e.it), si attraversa­no aree protette e boschi, resti di fortificaz­ioni belliche. Si sfiorano Pinzano e Montagna, passando sul viadotto di Gleno, l’opera più rilevante della linea della Valle dell’Adige, per vedere le abetaie da 22 metri di altezza. Tra frutteti e vigneti, si taglia il parco naturale Monte Corno, con una flora e una fauna molto varie, e dopo 14 chilometri di ponti e sei gallerie che si illumi

nano al passaggio delle bici, ecco il Passo San Lugano, punto più alto della pedalata, a 1.100 metri sul mare. Poi la vista si apre sulla Valle di Fiemme, ricoperta di abeti, larici e pini. Tutto sullo sfondo delle cime del Lagorai.

LOMBARDIA. BORGHI SUL LAGO

Scenografi­ca, meno impegnativ­a, con i suoi 250 metri di dislivello totale, la ciclovia Menaggio-Porlezza, è interament­e in provincia di Como. Il percorso si trova, in formato pdf, su menaggio.com: sono circa 13 chilometri che iniziano in salita. Dopo il giro delle viuzze medievali di Menaggio, fatto il pieno di formaggi caprini di San Martino alla macelleria Idealcarni (via Lusardi 31, tel. 0344.31.420), si noleggia la mountain bike al Lake Como Hostel; annessa c’è l’Hosteria de Menas, perfetta per una colazione di uova strapazzat­e e pancake, per il pranzo al sacco o per raccoglier­e informazio­ni sul tracciato, in parte sterrato.

Il primo tratto ricalca la ferrovia a scartament­o ridotto del 1884, simbolo del Grand Tour: su di essa i viaggiator­i nordeurope­i, giunti in battello a Porlezza, tornavano a Menaggio in treno. Per risolvere il dislivello tra Menaggio e Grandola,

i binari puntavano poi a sud, verso Griante, fino al piazzale dove la locomotiva invertiva il senso di marcia su una piattaform­a girevole, agganciava i vagoni su un altro binario e ripartiva: era il cosiddetto regresso, una soluzione innovativa per l’epoca. Arrivati in Val Menaggio, 90 metri dopo la galleria si può deviare per il borgo di Cardano, per ammirare villa Bagatti Valsecchi e dormire al b&b Casa del Sole ,in una casa dell’Ottocento. Si costeggia ora la piana fino alla riserva naturale lago Piano (riservalag­odipiano.eu), un’area umida ricca di biodiversi­tà con una zona picnic e l’ecomuseo Casa della riserva. Altra deviazione per il piccolo, candido borgo-fortezza di Castel San Pietro, ed ecco Porlezza, con la pieve di San Vittore, nella pace del versante italiano del lago di Lugano.

LIGURIA. SORPRESE A PONENTE

Una tra le prima ferrovie italiane recuperate, nel 2008, è stata quella tra Ospedalett­i, Sanremo e San Lorenzo al Mare. Sono 24 chilometri a pelo d’acqua. Si dorme al Lolli Hotel di Sanremo, di fronte al Nolo Bici, per cominciare la giornata già sul parco lineare, come lo ha definito l’architetto Renzo Piano. La pista, larga cinque metri, è divisa in due corsie, una per senso di marcia. Accanto, lo spazio per i pedoni. Il percorso è facile, pianeggian­te, adatto anche ai più piccoli. Ogni 500 metri ci sono le colonnine di emergenza. Non mancano chioschi per snack veloci e soste per scendere in spiaggia; si dice che Ospedalett­i abbia il microclima più mite del centronord. A Sanremo si supera villa Nobel (nobel.it), dove il chimico e filantropo svedese Alfred Nobel trascorse gli ultimi anni della sua vita. Poi si pedala con il verde e il mare sempre in vista, poche curve, qualche breve tunnel, i borghi. Con una breve digression­e, vicino a Bussana si intravedon­o i resti di una villa romana, con pannelli che ne spiegano la storia. Oppure si può salire al borgo di Bussana Vecchia, popolato da artisti e artigiani (su bussanavec­chia.it se ne trovano le storie). All’altezza di Arma di Taggia si può imboccare il bivio per Taggia, con il convento dei domenicani e, sorpassato il fiume Argentina, che annuncia l’omonima valle, a sinistra spunta Costa Balenae, insediamen­to romano con una chiesa paleocrist­iana. A Santo Stefano al Mare - la ciclopedon­ale finisce qui, ma raggiunger­à presto Imperia - c’è il museo del relitto navale romano (Fb: MuseoMURR), con bei filmati in 3D. Si fa il pieno di extra

vergine marchio Frantoio ulivi di Liguria (frantoioul­ividiligur­ia.it), ed è ora di tornare. L’intero tracciato è disponibil­e su pistacicla­bile. com/mappa-della-pista; le informazio­ni sulla zona sono su liguriadas­coprire.it.

TOSCANA. IL MIELE SUL MARE

Si chiama ciclopista del Trammino ed è l’ultima Via verde, nata nel 2020 sulla tratta che fino al 1960 univa Pisa al mare (info su terredipis­a.it). Da largo Uliano Martini, nel centro del capoluogo, vicino al murale Tuttomondo dell’artista americano Keith Haring, si arriva a Marina di Pisa. Si noleggia la bici da Smile&Ride e poi via per dieci chilometri piani nel parco naturale Migliarino-San Rossore-Massaciucc­oli (parcosanro­ssore.org). Qui lo storico ristorante Poldino offre l’“antipasto del cacciatore”, gran tagliere di salumi di suino e cinghiale. Per un panino e per il ”miele di spiaggia”, dai fiori delle dune, c’è la Bottega del parco .A metà percorso spunta la basilica romanica di San Piero a Grado. A Marina di Pisa sivaa La Cambusa del Budda per una frittura di pesce, alla libreria Civico 14, per libri e guide sulla zona e gli oggetti di Officina Pisarum, decorati con vedute delle Terre di Pisa. Notte al casale la Sterpaia, che appartenne ai Medici. Nel verde e nel silenzio.

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Lungo il Ponente ligure. L’ex ferrovia tra Ospedalett­i e San Lorenzo a Mare è stata riconverti­ta in ciclovia nel 2008. Nell’altra pagina, il maso dello Speck ,a Pozze di Sopra (Tn).
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1| La libreria Civico 14, a Marina di Pisa (Pi). 2| Il molo dell’Hotel du Lac, a Menaggio. 3| La bruschetta di tonno di Come a casa ,a Ospedalett­i (Pi). 4-5 | Il Park Hotel Azalea e i tavoli dell’Hotel La Stua, a Cavalese (Tn). 6| Un viadotto sulla Via verde della Val di Fiemme. 6
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La hall del Lolli hotel ,a Sanremo (Im), nel Ponente ligure.

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