I temi universali
Racconta l’autore il suo percorso artistico: «Sono arrivato a questi miei ultimi lavori dopo una serie di cicli di opere che osservano l’evoluzione complessiva degli ultimi decenni». Le tute e
l’acciaio fa parte infatti di un ciclo artistico intitolato Quello che resta dello sviluppo, ma molti altri sono i temi di carattere universale portati avanti nell’opera di Antonio Fraddosio. Già negli anni 90 aveva dato il via al ciclo Animale sociale, ispirato alla condizione esistenziale dell’umanità contemporanea, seguito dal ciclo La costruzione della distruzione,
ovvero gli effetti drammatici di una crisi senza confini che si evidenzia nelle grandi tragedie umane. Ed è in questo lavoro che l’autore pugliese mette in evidenza il concetto di “distruzione costruita”: «L’immagine caotica dell’opera (materie spezzate, incastrate, tese al limite di rottura) è il frutto di un’attenta composizione. Così come la reale e sistematica distruzione dell’ambiente è realizzata attraverso una precisa e attenta strategia, tesa solo al raggiungimento dei massimi profitti economici».
Umanità e libertà
Antonio Fraddosio continua a raccontare il proprio percorso artistico: i cicli Resistenti oltre si ispirano a figure che si sono battute per gli ideali di libertà e Salvarsi dal naufragio solleva invece il tema del grande esodo dei popoli del sud del mondo visto più nell’ottica di una deportazione. Nel 2011 interviene, come ospite, alla 54esima Esposizione Internazionale d’arte Biennale di Venezia - Padiglione Italia e presenta l’opera cardine
La bandiera nera nella gabbia sospesa. Afferma l’autore: «Si tratta di una grande bandiera lacerata
e pietrificata nel suo sventolare. Il colore nero simboleggia la più alta utopica forma di democrazia: l’anarchia. Quel vessillo non sventola più, è lacerato, chiuso in una vera e propria gabbia sospesa che, attraverso una serie di ingranaggi, ne consente pochi rigidi movimenti. Al contrario, una bandiera dovrebbe sventolare morbida, libera. In fondo il potere questo fa: distrugge lentamente l’essenza stessa dell’essere umano». (Testi originali liberamente tratti da un’intervista di Carmelita Brunetti all’artista).