I NATIVI E IL CAVALLO
I cavalli originari del Nord America si estinsero circa un milione di anni fa, non è certo se a causa di una glaciazione. I nativi americani, perciò, conobbero e impararono a usare i cavalli dopo che gli Europei, in particolare gli Spagnoli, li importarono in America nel XVI secolo. I cavalli arrivarono nelle praterie in branchi selvaggi dopo essere sfuggiti dagli accampamenti degli Europei e si diffusero in Nord America; quando gli indiani videro arrivare i primi cavalli, gli apparvero come meravigliosi e magici cani che potevano trasportare grandi carichi e per questo molti li chiamarono “cani sacri”. Vennero quindi addomesticati e usati, ancor prima essere cavalcati, come mezzo di trasporto con il travois, al posto dei cani che usavano prima. Il travois era un traino privo di ruota; gli indiani, infatti, non conoscevano l’uso della ruota, o perlomeno non come mezzo di trasporto. È curioso il fatto che nel sud degli odierni Stati Uniti, come Texas e New Mexico, gli spagnoli avessero emesso fino al XVIII secolo una legge che proibiva agli indiani il possesso di un cavallo; probabilmente per ridurre i loro margini di spostamento, poiché li usavano molto spesso come schiavi. In ogni caso, l’arrivo dei cavalli trasformò le vite dei nativi, apportando grandi miglioramenti nella caccia ai bisonti e nello spostamento degli accampamenti. I cavalli, inoltre, rivoluzionarono le strategie di guerra e, dal '700 in poi, rubare i cavalli ai nemici fece parte del “punteggio d’onore”, counting coup, di un guerriero indiano, in cui si contavano anche i nemici uccisi.
li viene chiesto di avere pietà degli esseri umani e di non essere “troppo duri” con loro durante la competizione.
I nativi ritengono che i loro rodei siano diversi da quelli "canonici" anche in modi meno visibili. Per loro, esibirsi e gareggiare alla presenza di amici e familiari è un’esperienza profondamente personale. La socializzazione è una delle attività più importanti in questi eventi. Il rodeo è anche una occasione in cui tribù diverse si ritrovano, comunicano e si scambiano idee diverse, imparando a conoscersi l’un l’altro – il modo in cui ciascuno vive. Secondo Cecil Louis, della Western Indian Rodeo and Exhibit Association: «Il rodeo è diventato parte del nostro patrimonio. Parte della nostra abilità come atleti è quella di poter competere uno contro uno con l’animale che è stato messo qui sulla terra dal Creatore. Probabilmente siamo più vicini agli animali coinvolti nel rodeo di quanto lo siano la maggior parte degli altri cowboy. Abbiamo un legame, una vicinanza con il bestiame grazie al nostro stile di vita indiano. I cavalli e i bovini (bisonti) fanno parte del nostro stile di vita fin dal primo giorno. Tutto è collegato, Mitakuye Oyasin in Lakota. Una volta che sei un cowboy, devi essere orgoglioso di essere un cowboy, ma soprattutto devi essere orgoglioso di essere un cowboy indiano».
i rodeo indiani in Canada e negli States
A metà degli anni ’50, alcuni cowboy indiani della Riserva Kainai a Stand Off, Alberta, in Canada, formarono il Lazy-B 70 Rodeo Club. Con il crescere dell’insoddisfazione dei nativi per i giudici e i cronometristi ingiusti, in particolare nei confronti dei partecipanti indiani, vollero formare un’associazione di rodeo per soli nativi. Nel 1962, l’esecutivo del Lazy-B 70 Club formò la All Indian Rodeo Cowboys Association (AIRCA).
Nel 1967, l’AIRCA cambiò nome in Indian Rodeo Cowboys Association (IRCA), e fu formato un nuovo esecutivo con membri provenienti da diverse regioni della provincia. L’associazione ampliò la sua composizione per consentire l’adesione di cowboy non indiani e