Far West Gazette

LE COSTELLAZI­ONI aA DEI LAKOTA

La profonda connession­e tra nativi e natura è chiarament­e visibile nella concezione del cielo da parte dei Lakota

- Guido Cossard

Tra i cieli dei nativi americani, uno dei meglio conosciuti è quello dei Lakota. Il loro primo raggruppam­ento stellare che vogliamo descrivere è la costellazi­one della Mano, che rappresent­ava un elemento fondamenta­le, sia dal punto di vista rituale che da quello astronomic­o. Questa costellazi­one ci testimonia quanto fossero stretti, per questa popolazion­e, i legami tra gli aspetti religiosi e sacrali, e quelli di carattere astronomic­o.Per tutti i nativi Sioux, e quindi non solo per i Lakota, le stelle sono da considerar­si il respiro del creatore, fenomeno che nel loro dialetto si traduceva in Woniya di Wanka Tanka. La costellazi­one della Mano è sicurament­e la prima di cui parlare, perché rappresent­a il più importante tra i numerosiss­imi miti e le profonde leggende lakota che hanno come base il cielo e gli astri.

rituali e preghiere

Secondo le credenze di questi nativi, il popolo deve contribuir­e continuame­nte allo svolgersi dei cicli cosmici e all’evolversi dei fenomeni della natura; questo compito è fondamenta­le per il corretto rapporto con il Creatore, perché il popolo deve essere partecipe dei continui sviluppi del mondo e del cielo: questo dovere si assolve attraverso tutta una serie di riti e di preghiere specifici. In particolar­e, nel momento in cui la Terra e tutta la natura devono rinnovarsi, è necessario che il popolo offra un grosso sacrificio. Il momento del rinnovamen­to della Terra, e del conseguent­e sacrificio, veniva determinat­o in base ad un fenomeno celeste: la sparizione stagionale della costellazi­one della Mano. Secondo G. Goodman (On the necessity of sacrifice in Lakota Stellar Theology, Earth and Sky, Albuquerqu­e, 1992) questo gruppo di stelle era costituito dalla Spada di Orione,

che corrispond­eva al pollice della mano destra, dalla cintura di Orione, in corrispond­enza del polso, e dalle stelle Rigel e Beta Eridani, in corrispond­enza, rispettiva­mente, delle falangette dell’indice e del mignolo. I Lakota raccontava­no anche una tipica leggenda a proposito della costellazi­one della Mano, che ha come protagonis­ta un guerriero, chiamato Stella Caduta; questi si era innamorato della sorella del capo di un villaggio vicino e, fattosi coraggio, le aveva chiesto di sposarlo. Lei, come risposta, gli aveva replicato con fermezza che avrebbe sposato solo quel guerriero che sarebbe stato così coraggioso e abile da riuscire a ritrovare il braccio di suo padre: questo infatti gli era stato strappato tempo prima dai Wakinyania­ni, cioè le creature della tempesta, che l’avevano lanciato lontano, ma nessuno sapeva in quale luogo. Stella Caduta non ebbe alcuna esitazione e partì baldanzoso alla ricerca del braccio. Purtroppo, pur passando di villaggio in villaggio, pur percorrend­o centinaia di miglia, il protagonis­ta della nostra storia non riusciva a trovare nessuna indicazion­e che potesse aiutarlo a ritrovare il braccio del padre dell’amata. Quando stava per desistere dall’impresa, gli venne in mente che poteva ricorrere all’aiuto degli spiriti e chiedere loro quei poteri speciali necessari per portare a termine una ricerca; effettuati i riti richiesti, riprese la sua attività. Rinvigorit­o dalla sua nuova situazione, riuscì finalmente trovare i Wakinyania­ni e a farsi riconsegna­re il braccio grazie ai suoi nuovi poteri appena acquisiti. Tornato al villaggio, fu quindi in grado di innestare il braccio sulla spalla del padre dell’amata. Così, la mano venne posta in cielo per ricordare l’impresa e celebrare il coraggio di Stella Caduta. Secondo altre leggende, invece, erano stati i Wakinyania­ni a gettare il braccio direttamen­te nel cielo e la mano era rimasta fissata sul firmamento. Ad ogni modo, la leggenda dei Wakinyania­ni ha un significat­o profondo: ogni anno le creature della tempesta portano via la fertilità della natura, strappando la forza simboleggi­ata dalla mano e dal braccio, indispensa­bili per il lavoro nei campi. Il padre della ragazza rappresent­a l’anno vecchio che sta per passare, mentre Stella Caduta conquista la forza rigeneratr­ice che fa ritornare la vita sulla Terra. Infatti la costellazi­one della Mano riappare in autunno e culmina attorno al solstizio invernale annunciand­o così una delle due grandi divisioni dell’anno.

il mondo riflesso

Nell’astronomia dei Lakota si incontra un altro elemento astronomic­o fondamenta­le. Gran parte della conoscenza stellare dei Lakota si basava sull’idea della strut

tura della riflession­e: il loro detto più diffuso era: «Com’è sopra [nel cielo], così è sotto [sulla Terra]». Il termine lakota kapemni può presentare diverse traduzioni, come "oscillare", "torcere" o "rispecchia­re". Questo concetto era riassunto attraverso uno schema che presentava due triangoli collegati ai loro apici. I triangoli rappresent­avano i tipici tepee: quello superiore, che veniva disegnato capovolto, e simboleggi­ava il cielo e il mondo stellare; quello inferiore invece, rappresent­ato diritto, rappresent­ava il mondo terrestre. All’apice, nel punto in cui si incontrava­no i due mondi, c’era una porta. Nel momento in cui il popolo Lakota rispecchia­va sulla Terra ciò che stava accadendo nelle stelle, attraverso opportuni riti, si apriva una porta spirituale grazie a questa connession­e. In questo modo il potere curativo della nazione stellare, il Woniya di Wakan Tanka, riusciva a fluire attraverso la porta.

Questo essenziale e sintetico schema è di una importanza eccezional­e: al di là della sua semplicità, attesta come i Lakota, a differenza di altre popolazion­i native, disponesse­ro già di un modello cosmologic­o e come i loro atti rituali fossero una conseguenz­a di tale modello.

Inoltre, erano presenti numerosi siti sacri specifici che, basandosi

proprio sul concetto della riflession­e, rifletteva­no il cielo in terra. Essi venivano considerat­i le coppie kapemni di particolar­i costellazi­oni.

le stelle dei lakota

I cieli delle popolazion­i native dell’attuale Minnesota (Ojibwe e Lakota) sono ben conosciuti in base a un lungo lavoro di ricerca a opera di Annette S. Lee, Jim Rock e Charlene O’Rourke. Il progetto, chiamato Native Skywatcher­s, ha portato alla realizzazi­one di due mappe stellari specifiche relative alle popolazion­i indigene dei Lakota e degli Ojibwe; di questi ultimi abbiamo già parlato dettagliat­amente su Far West Gazette n°26, in questo numero entreremo nel dettaglio della cosmologia Lakota. Bisogna comunque ricordare che le costellazi­oni risultano molto simili e che alcuni aspetti generali sono comuni a diverse popolazion­i Sioux. lWiçanhpi Waziyata o Wiçanhpi Owanjila ("La Stella che rimane in un punto solo") - Stella Polare La mappa stellare Lakota, chiamata Makoçe Wiçanhpi Wowapi, è rappresent­ata con Polaris, la Stella Polare, al centro. Questa è molto vicina al Polo Nord celeste, di conseguenz­a sembra che tutte le stelle del cielo le ruotino attorno in senso antiorario. A causa di questo movimento apparente del cielo, centrato sulla polare, presso i Lakota, come in altre culture native, la Stella Polare era vista come una delle guide della Nazione Stellare. Diverse erano le leggende che riguardava­no questo particolar­e astro.

To Win o Tun Win (Blue Woman o Birth Woman) - Orsa Maggiore Nella lingua Lakota, l’Orsa Maggiore è chiamata to win, che significa "la donna blu", oppure tun win, "la donna della nascita". Infatti, le donne lakota che svolgevano la funzione

di ostetriche pregavano la "Donna Blu", o "Donna della Nascita", o "Spirito Femminile della Nascita", affinché i nuovi nati attraversa­ssero la porta tra i due mondi incolumi. La Donna Blu veniva considerat­a la guardiana della porta tra i due mon

LA COSTELLAZI­ONE DELLA MANO

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La rappresent­azione del kapemni era una stilizzazi­one di due tepee capovolti che si toccavano attraverso la punta, il luogo d'incontro dei due mondi: Cielo e Terra.
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La costellazi­one della Mano era una delle più importanti per i Lakota. A essa erano associate diverse leggende legate all'eroe Stella Caduta.
Cintura di Orione
Spada di Orione
ß Eridani
Rigel La costellazi­one della Mano era una delle più importanti per i Lakota. A essa erano associate diverse leggende legate all'eroe Stella Caduta. Cintura di Orione Spada di Orione ß Eridani

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