“a me mi piace” il Forte
Il gastronauta Davide Paolini, ardito navigatore del gusto italico, ci racconta della sua passione per le schiacciatine, i bomboloni, gli spaghettini alle arselle e… per quella leggerezza che ha fatto (e fa) grande la Versilia a tavola
LO CHIAMANO IL GASTRONAUTA. Una sorta di ardito navigatore del gusto, che esplora in lungo e in largo le vie del palato. E Davide Paolini uomo di mondo lo è. Nel senso che il mondo, e soprattutto le tavole del mondo, le frequenta e ne ha vissute anche di note e ormai sparecchiate. Giornalista, scrittore, grande frequentatore di Forte, appena può lascia Milano per venire in Versilia a farsi due spaghetti alle arselle. Sua la rubrica “A me mi piace” sul Domenicale del Sole 24 Ore; sua la voce che parla di cibo a Radio 24; idem per l’idea e la scelta degli artigiani che espongono a Taste, il mega salone che in marzo convoglia alla Leopolda di Firenze le eccellenze alimentari del Belpaese. E poi Milano Golosa (ottobre), Gourmandia (in provincia di Treviso, a maggio), la rivincita del panettone fuori stagione. Con nel pedigree trascorsi tra le spiagge di Forte e i locali della Versilia già a partire dagli anni Settanta. Vive a Milano, ha casa a Fiascherino, non manca una serata o un invito a Forte. «Dove ho molti ricordi. E poi il cibo, una delle mie passioni. Se pensiamo ai posti di villeggiatura più noti, e ci chiediamo dove si mangia meglio, io dico la Versilia. Con una grande qualità di fondo: una cultura della tavola che non è turistica, ma dare accoglienza partendo dalla cura della persona e delle materie prime». Non a caso al Forte si concentrano ben quattro delle otto stelle Michelin che porta in dote questa fascia di litorale. «Il rapporto con la Versilia parte assai da lontano. Ed è molto legato alle mie figlie Valeria e Valentina, nate in agosto, durante le vacanze, all’ospedale di Pietrasanta. Da allora, e sono passati una quarantina d’anni, tutte le estati le abbiamo trascorse qua. Con Vittoria Apuana punto di riferimento, insieme al bagno Silvio, di cui ho vissuto le trasformazioni dall’ombrellone alla tenda. Trascorrevamo dai due ai tre mesi. Io andavo e venivo, come tutti i padri con il lavoro in città». I ricordi di Davide Paolini hanno il sapore delle schiacciatine di Pietro, la focacceria di via Montauti chiusa nei primi anni Novanta («Da allora è mancato qualcosa»). Un’atmosfera che a Forte si è andata via via affievolendo. «Sarebbe bello tornare allo stile leggero degli anni Ottanta e Novanta. Rimpiango la semplicità di allora, soprattutto nei bagni, oggi molto sofisticati». I suoi racconti sanno anche di bomboloni ripieni alla crema, di spaghetti con le arselle, di agnello di Zeri, delle sbicchierate di grandi annate francesi al vecchio Nebraska a Camaiore, di Charlotte di aragosta con salsa Nantua dell’Oca Bianca (all’epoca sulla Fossa dell’Abate) con Garfagnini, Becagli e Breschi. «La rilassatezza, la qualità di vita e del cibo che troviamo qua, non hanno pari».
“A ME MI PIACE” IL FORTE | gastronaut Davide Paolini, intrepid navigator of Italic taste, recounts his passion for schiacciatine, bomboloni, spaghettini alle arselle . . . and for that lightness that made (and makes) Versilia a star at the table | They call him the Gastronaut. An intrepid voyager on the sea lanes of the palate. And Davide Paolini is a traveler, a man of the world: of which he has seen much, above all from its tables: some very well-known and others now cleared. Journalist, writer, habitué of Forte: whenever he can, he comes down from