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Soci strategici

Parla l'ambasciato­re del Messico in Italia

- DI MARGHERITA LOPES

La pandemia di Covid-19 ha travolto il mondo, ora pian piano vediamo la luce in fondo al tunnel. Non posso non chiederle a che punto sono la pandemia in Messico e la campagna vaccinale. Il Messico, come tutto il mondo, ha vissuto la pandemia in una maniera tragica. In alcuni Paesi si vede la luce in fondo al tunnel, ma pensiamo all’india dove la situazione è tragica. Dunque non direi che è finita, dobbiamo essere ancora attenti, aver estrema cura anche di coloro che sono già vaccinati. Sappiamo che le varianti fanno scherzi e ancora non sappiamo quanta immunità daranno i vaccini… insomma c’è ancora molta ricerca da fare. In Messico siamo stati colpiti, ma ormai l’andamento da settimane è stabile, con una tendenza al ribasso del numero dei contagi e un progressiv­o aumento delle vaccinazio­ni. Anche da noi si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Ma non fidiamoci: tutti dobbiamo essere attenti ancora per un bel po’.

Ora bisogna pensare a ripartire. Tra l’altro il Messico è la settima destinazio­ne turistica mondiale: come si sta organizzan­do per

L’ambasciato­re Carlos García de Alba Zepeda intervista­to da Margherita Lopes, Fortune Italia accogliere il ritorno dei turisti?

Il Messico, come l’italia, ha un settore del turismo forte. E in realtà il nostro Paese non si è mai chiuso al turismo internazio­nale: con le cure del caso siamo rimasti aperti. Lei ha detto settimo: diciamo che a volte siamo sesti, altre settimi. Diciamo allora che siamo fra i primi 10 Paesi al mondo per numero di turisti: dunque invitiamo gli italiani e gli altri visitatori a venire in Messico, nel rispetto delle misure anti-covid. Speriamo anche che i voli riprendano: ci teniamo a che gli europei e gli italiani riprendano a viaggiare in Messico, non appena le linee aeree riprendera­nno.

Messico e Italia: “Scambiamo tanto come volumie varietà. Ma c’è spazio per coinvestim­enti”

L’interscamb­io commercial­e tra Italia e Messico è importante, nonostante un calo nel 2020, l’anno della pandemia. Ce ne può parlare? E che ruolo sta avendo e potrà avere il nostro Paese come partner commercial­e? Direi che siamo soci strategici: scambiamo tanto come volumi e varietà, tipologia di scambi. Il Messico è il secondo socio commercial­e dell’italia nel continente americano dopo gli Stati Uniti e prima di Canada, Brasile a Argentina. Negli ultimi anni i nostri scambi si aggirano sempre intorno a 7-8 mld di euro l’anno.

Per fare alcuni esempi, il Messico acquista più beni e servizi dall’italia rispetto a Brasile, Argentina e

Cile insieme. Il Messico scambia il doppio rispetto ad Australia e Nuova Zelanda insieme, il 35% in più della Corea del Sud e circa il 40% in più rispetto a quanto l’italia scambia con l’india. Insomma, il Messico è un socio molto importante per l’italia, e viceversa. L’italia ha una maggior capacità di export (il rapporto è 4 a 1), ed esporta in Messico soprattutt­o tecnologia. Quando facevo l’università circa l’80% dell’export messicano era petrolio, adesso il petrolio è circa il 4% del Pil. Siamo diventati una potenza nell’export: l’esportator­e più importante in America Latina. E qui c’è un contributo italiano: la tecnologia italiana ha avuto un grosso ruolo nel fare del Messico una potenza manifattur­iera ed esportatri­ce.

Numerose imprese italiane hanno investito in Messico negli ultimi anni, di che aziende si tratta?

Numerose, ma non abbastanza: spero che altre ancora investano in Messico. Si parla di circa 1.600 aziende italiane che investono nel nostro Paese. Fra queste, ci sono tantissime imprese italiane con una grossa componente tecnologic­a, e piccole imprese con titolari italiani. L’italia è il terzo investitor­e dell’ue in Messico, ma c’è spazio per crescere. Dal 1 luglio dell’anno scorso c’è un nuovo accordo commercial­e tra Messico, Stati Uniti e Canada, chiamiamol­o ‘Nafta 2’. A causa di Covid non si è parlato molto di questo nuovo accordo, che invece offre opportunit­à meraviglio­se alle ditte italiane che vogliono investire in Messico e da qui esportare in Stati Uniti e Canada, ma non solo. Ricordo infatti che abbiamo il maggior numero di accordi di libero scambio firmati al mondo. Insomma il Messico è un crocevia per esportare al Nord, al Sud, all’est, all’ovest.

Notevoli anche gli investimen­ti messicani in Italia, tra l’altro in aree di eccellenza del made in Italy, dal prosecco ai salumi. Ce ne può parlare? È vero. Il Messico ha una lunga tradizione di investimen­ti all’estero. Vengo da una famiglia di imprendito­ri: la mia famiglia faceva chiavi e investiva all’estero. Già all’epoca aveva due impianti, uno in Guatemala e uno in Colombia. Insomma, si tratta di una tradizione antica.

L’italia ovviamente non è stata esclusa da questi flussi di investimen­ti: parliamo di circa 2 mld di euro di investimen­ti messicani in Italia. Non meno di 2.000 famiglie italiane hanno un posto di lavoro grazie a questi investimen­ti messicani presenti in almeno nove regioni italiane. Lei ha citato il prosecco: il 70% delle irrigazion­i delle uve del prosecco nel Veneto si devono alla tecnologia di un’azienda messicana che ha sede in Liguria. Il primo produttore di pane italiano, Bimbo, è messicano; il secondo gruppo di parchi acquatici italiano è messicano, il secondo sviluppato­re di software sanitario è messicano, e potrei fare altri esempi. Anche gli investimen­ti messicani in Italia ci sono, ma anche in questo caso potremmo fare di più.

A questo punto come possiamo definire i rapporti economici tra Messico e Italia? E verso quale direzione si sta andando?

Quello che dobbiamo fare sono coinvestim­enti: società italo-messicane. Avendo più coinvestim­enti potremmo aiutare l’aumento dell’export in entrambe le direzioni. Commercio e investimen­ti vanno sempre per mano. E devo dire che ho fatto attenzione a mettere in comunicazi­one diverse società dei vari Paesi, con l’auspicio che si conoscano e decidano di investire insieme. Questo ci manca ancora: coinvestim­enti.

Cosa pensa del nostro nuovo premier Mario Draghi?

Abbiamo un grande rispetto, come tutti, per il premier Mario Draghi, uomo di talento ed esperienza. Una buona notizia per l’italia e per l’ue. Oltretutto il premier Draghi arriva in un momento difficilis­simo, una congiuntur­a critica per il mondo, l’europa e l’italia. Ma è anche un momento particolar­e: la cancellier­a Merkel sta per andarsene, si avvicinano le elezioni in Francia il prossimo anno, la Brexit è avvenuta. Ecco, credo che l’italia abbia scelto un uomo di straordina­ria esperienza e prestigio.

Come sono cambiati i rapporti con i vostri vicini, gli Stati Uniti, con la

nuova presidenza Biden?

Il rapporto tra Stati Uniti e Messico è molto complesso, davvero, da sempre. Ma si ricordi che in geografia non c’è divorzio: siamo stati vicini, siamo vicini e rimarremo vicini per sempre. Noi messicani e anche gli americani, credo, ormai sappiamo che - nonostante i cambiament­i di governo - ci attendono tante sfide, problemi, differenze ma anche tante opportunit­à. Credo che con il presidente Biden, come lo è stato con il presidente Trump, abbiamo capito che dobbiamo gestire il rapporto bilaterale in maniera positiva, costruttiv­a, favorevole. Certo ogni volta cambiano stili e priorità, ma ormai abbiamo compreso che bisogna avere un rapporto positivo, cercando il bene. Non si tratta infatti solo di un rapporto fra governi, quanto fra popoli. La più grande comunità americana che vive all’estero sta in Messico, la più grande comunità messicana che vive all’estero sta negli Stati Uniti. Quindi posso dire che l’inizio sia stato favorevole, e credo che sicurament­e il rapporto con il presidente Biden sarà molto positivo.

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Il parco acquatico Zoomarine a Torvaianic­a di proprietà di Dolphin Discovery, azienda messicana

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