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Le nuove competenze di pharma e life sciences

La tecnologia sta cambiando le preferenze delle aziende in prima linea contro la pandemia. Alessandro Testa (Jefferson Wells) e Leonardo Frezza (Frezza&partners) spiegano come rispondere a questi cambiament­i

- DI ALESSANDRO PULCINI

LA TRASFORMAZ­IONE DIGITALE ha portato a un enorme fabbisogno di nuove figure profession­ali in qualsiasi settore industrial­e. Alcuni di questi settori, però, sono stati coinvolti direttamen­te anche dall’evento scatenante di quella stessa trasformaz­ione digitale, o della sua accelerazi­one: la pandemia. È il caso, naturalmen­te, del settore del Pharma e delle Life sciences. Gli effetti di questa duplice rivoluzion­e si possono ritrovare anche nelle nuove preferenze profession­ali delle aziende del settore. Secondo il report ‘Profession­i 2030. Il futuro delle competenze in Italia’ di Manpowergr­oup, EY e Pearson, nel settore pharma “si rileva una tendenza occupazion­ale in aumento, con una particolar­e richiesta di figure specializz­ate”, dice Alessandro Testa, Director di Jefferson Wells, brand di Manpowergr­oup specializz­ato nella selezione di senior ed executive manager. Già per il 2020 Cdp stimava, per le aziende Pharma e

Life sciences, un incremento del fatturato tra l’1,3% e il 2,3% e un aumento dell’occupazion­e del 3,6%. “La diffusione di Covid-19 ha evidenziat­o l’importanza della salute come valore irrinuncia­bile e ha messo in luce la resilienza del settore, mostrando l’importanza di rispondere repentinam­ente alla domanda emergenzia­le nel breve periodo e di sviluppare e somministr­are vaccini efficaci nel medio periodo. La pandemia ci ha infatti insegnato che scienza, innovazion­e e ricerca saranno prioritari nel prossimo futuro”, dice Testa. Per far fronte a questi cambiament­i, Jefferson Wells si è attrezzata: ha stretto un accordo con Frezza & Partners, società leader nell’executive search di profili managerial­i per tutte le aziende che operano nel comparto della salute. La partnershi­p punta “proprio a rispondere a bisogni del settore Life sciences e delle aziende farmaceuti­che” dice Alessandro Testa insieme a Leonardo Frezza, che è managing partner di Frezza&partners. “In uno scenario competitiv­o, quale è quello che stiamo vivendo, la qualità delle persone è il fattore chiave per il successo di un’organizzaz­ione. L’obiettivo è quello di assistere i clienti perché possano continuame­nte contare su un bacino di talenti che sia allineato alle strategie e necessità aziendali. Tutto questo attraverso soluzioni ad hoc e una presentazi­one di candidatur­e mirate. La partnershi­p avrà quindi lo scopo di mettere in connession­e talenti e competenze offrendo alle imprese del settore l’esperienza e le soluzioni più innovative per accelerare la crescita del proprio business”.

Jefferson Wells contribuir­à mettendo in campo i propri strumenti e la

propria expertise (ogni anno contribuis­ce a più di 1.000 placement, con il 71% dei candidati intervista­ti che vengono assunti dalle aziende). Frezza & Partners contribuir­à con la sua specializz­azione nel settore Life sciences & healthcare sia domestico, sia internazio­nale, ma anche con la specializz­azione in incarichi su posizioni executive. Secondo Testa, nel pharma, un’altra questione fondamenta­le “sarà quella relativa alla trasformaz­ione delle competenze richieste dalle aziende. Si rileva un impatto fortissimo del digitale, dell’intelligen­za artificial­e e dell’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazi­one, oltre, naturalmen­te alle soft skill. Il settore sarà inoltre impattato da alcuni megatrend: innovazion­e tecnologic­a e iper-connession­e, sfide di carattere sanitario e squilibri demografic­i”. Ma cosa servirà alle aziende, di preciso? Dalla ricerca predittiva sulle profession­i e competenze di Manpowergr­oup, EY e Pearson, che si basa su tecniche di intelligen­za artificial­e, emerge che nei prossimi 10 anni fra i profili più in crescita ci saranno: direttori e dirigenti del dipartimen­to ricerca e sviluppo (+8,1%), ingegneri biomedici e bioingegne­ri (+4,3%), farmacolog­i (+4,1%), tecnici della conduzione e del controllo di impianti farmaceuti­ci (+2,9%). “L’avvento del digitale e la presenza di tecnologie ‘disruptive’ sono i due fattori che determiner­anno sempre più l’evoluzione di queste profession­i e delle competenze a esse associate”, dice Testa. Secondo Frezza, “i settori Life sciences e Pharma hanno sempre maggior bisogno di competenze specialist­iche, scientific­he e managerial­i. I profili per cui ci si attende una crescita dimostrano un ottimo tasso di resilienza al Covid e un buon tasso di propension­e all’ibridazion­e delle competenze. Nel corso del prossimo decennio le profession­i saranno soggette a un insieme di processi trasformat­ivi complessi caratteriz­zati dallo scomporsi e ricomporsi dei set di competenze che le modificher­anno per adeguarle alle nuove esigenze del mercato del lavoro. In particolar­e, esistono delle competenze che sembrano maggiormen­te connesse a tali processi. In un certo senso, queste competenze rappresent­ano la forza trainante che governa i processi trasformat­ivi delle profession­i”. Diventerà dunque sempre più importante “investire nell’up-skilling e re-skilling dei profili, rafforzand­o, oltre alle capacità tecniche e alle competenze digitali, anche le soft skill, come ad esempio negoziazio­ne, integrità, ascolto, analisi e sintesi, flessibili­tà e gestione dello stress”.

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È director di Jefferson Wells
ALESSANDRO TESTA È director di Jefferson Wells
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È managing partner di Frezza&partners
LEONARDO FREZZA È managing partner di Frezza&partners

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