UN PODIO PER I RISPARMIATORI
Carla Ruocco, presidente della commissione di Inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario, spiega come funziona e a cosa serve la piattaforma dedicata alle segnalazioni sulle difficoltà di accesso al credito
C’È IL CASO DELLA MADRE separata con due figli che in quel momento non percepisce l’assegno di mantenimento e chiede una moratoria sul mutuo, ma le viene negata. Ci sono cittadini che si lamentano perché non ottengono proprio risposta alle loro richieste o perché ritengono che il feedback ricevuto sia sbagliato. Un rapporto spesso difficile, quello tra banca e risparmiatore, che l’emergenza Covid ha in alcuni casi reso più complicato. E questo proprio nel momento in cui gli istituti di credito svolgono un ruolo di cerniera tra l’utente e le normative messe in campo dal governo per fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia.
Ecco perché, nei giorni immediatamente successivi al lockdown del 2020, la presidente della commissione di Inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario, la pentastellata Carla Ruocco, ha pensato di creare uno strumento da mettere a disposizione dei cittadini per segnalare le difficoltà riscontrate: è nata così la piattaforma Podio che consente, attraverso la compilazione di un form, di comunicare direttamente all’istituzione il problema. La deputata racconta così la genesi: “La commissione è entrata nelle sue funzioni poco prima che l’emergenza Covid prendesse il totale sopravvento. Dal punto di vista normativo erano stati presi provvedimenti come il Cura Italia o il decreto Liquidità che hanno subito messo in primo piano le banche proprio come cuscinetto per le famiglie e le imprese. Se in quella fase ci fossimo messi a parlare di Monte dei Paschi di Siena o Popolare di Bari saremmo stati anacronistici, fuori dal mondo, e quindi abbiamo pensato di attivare questo canale”.
I primi step sono stati in un certo senso ‘artigianali’ ma hanno comunque consentito di raccogliere circa 3mila segnalazioni. Ora si entra nella fase due che prevede anche il coinvolgimento della Camera, un protocollo con la Guardia di Finanza e anche la partecipazione dell’abi, che sarà chiamata a fare pubblicità al servizio all’interno delle filiali delle banche.
Ma come funziona la piattaforma? “A disposizione c’è un link a cui si accede molto facilmente e nel quale bisogna inserire la filiale, il tipo di problema e il contatto. Tutto è coperto dalla massima riservatezza”, assicura Ruocco.
A quel punto, la commissione fa una prima verifica e valuta se
effettivamente, per esempio, il risparmiatore aveva diritto o meno a quel finanziamento che gli è stato negato. Il passo successivo è quello di rivolgersi alla banca, alla quale, ovviamente, non è possibile imporre nulla. ”Noi analizziamo la fattispecie, se la persona ha i requisiti contattiamo la filiale e cerchiamo di comporre la controversia. È un discorso di apertura, di dialogo per cercare di chiarire quello che può essere stato l’inghippo”. La presidente Ruocco parla anche della ‘doppia visuale’ con cui i componenti della commissione affrontano il rapporto banche-clienti: “Da una parte ci troviamo ad affrontare inchieste proprio sulla leggerezza con la quale certe volte sono state elargite le somme e dall’altra, invece, vediamo la difficoltà degli utenti ad accedere a finanziamenti che, ricordiamolo, sono garantiti dallo Stato”.
Uno dei problemi che, a suo giudizio, rischierà a breve di aggravarsi è legato all’entrata in vigore - a partire dal primo gennaio di quest’anno - delle nuove regole previste dall’autorità bancaria europea per la definizione di default che impongono criteri più stringenti in base ai quali le banche possono stabilire che un cliente o il titolare di un conto corrente non siano più in grado di ripagare il proprio debito. Per Carla Ruocco “è giusto che la banca faccia le sue verifiche ma se queste diventano preponderanti rispetto all’attività di accesso al credito si crea la stretta. Queste normative genereranno molti più casi di difficoltà e il sistema economico non sarà aiutato dal sistema bancario. E questo è un serio problema perché sappiamo che i sistemi sono strettamente collegati tra di loro”.