I Raee essenziali per la rivoluzione verde
Il lavoro della startup aquilana Aura dopo la ristrutturazione con Alvarez & Marsal
TELEVISORI, METALLI, elettrodomestici. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sono una delle priorità nel Pnrr del governo Draghi. Un pezzo strategico per la rivoluzione verde, verso la transizione ecologica dell’italia. Due miliardi di euro stanziati per disegnare la traiettoria dell’economia circolare, un miliardo solo per rafforzare il ciclo dello smaltimento delle tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sul territorio nazionale. Secondo l’analisi recente del Rapporto annuale del Centro di coordinamento Raee, 365mila tonnellate di rifiuti sono state avviate a corretto smaltimento in Italia nel 2020, +6,35% rispetto al 2019. Quasi 22mila tonnellate in più, in crescita la media pro-capite (6,14 kg per abitante, +7,7%) ed è il Meridione a fare l’andatura per recuperare il gap con il resto del Paese. Ma la filiera del recupero dei Raee vive diverse criticità. Partendo dal mancato ammodernamento di gran parte (in totale, sono 23) degli impianti per il recupero dei materiali. “Solo alcuni tra questi sono dotati di tecnologie innovative e a basso impatto ambientale, in linea con il Pnrr verde del governo Draghi. Ma l’innalzamento del ciclo dei rifiuti Raee è ostacolato anche da una ridotta visione manageriale ai vertici delle aziende che fanno parte della filiera. Poi ci sono le pratiche farraginose della Pubblica amministrazione. Così si rischia di rendere vano l’investimento da un miliardo di euro nel Pnrr”, riflette Italo Soncini, managing director di Alvarez & Marsal, la società di consulenza, leader a livello mondiale, che ha rimesso in piedi Lehman Brothers dopo il fallimento del 2008, occupandosi di ristrutturazioni aziendali, turnaround e amministrazioni straordinarie. Un fatturato da oltre due miliardi di dollari, A&M conta su 44 uffici, cinquemila professional e un organico da 30 persone in Italia. Ma Soncini è anche presidente esecutivo - su incarico del fondo internazionale di private equity Orchard Asset Management - per la ristrutturazione di Aura, azienda dell’aquila nel trattamento dei rifiuti elettronici. “Aura, operativa da fine 2017, è una startup ne settore dell’economia circolare che, nel 2021 lavorerà 15mila tonnellate di Raae, con un fatturato da circa 15 mln di euro”, ha spiegato Soncini, aggiungendo che ad Aura viene recuperato circa il 97% dei materiali elettronici e solo una piccola fetta, i rifiuti, vanno a finire in discarica. “Per il prossimo anno contiamo di arrivare a lavorare oltre 30mila
365.000
TONNELLATE DI RIFIUTI AVVIATE A CORRETTO SMALTIMENTO IN ITALIA NEL 2020
6,14
CHILOGRAMMI, LA MEDIA PRO-CAPITE DI RIFIUTI ELETTRONICI SMALTITI
97%
IL MATERIALE RECUPERATO DA AURA DAI RIFIUTI ELETTRONICI
tonnellate ma stiamo cercando di rendere utilizzabili anche i rifiuti, magari trasformandoli in combustibile”, confida il manager di Aura, che evidenzia il percorso che porterebbe il sistema Italia a incrementare la percentuale di smaltimento dei Raee: “I materiali dovrebbero essere indirizzati dalle multiutility e dalle municipalizzate direttamente agli impianti con più capacità di produzione, senza passare da consorzi in consorzi. E, possibilmente, indirizzati anche nelle sedi più vicine, così da ridurre gli impatti ambientali derivanti dalla logistica, evitando di spostare tonnellate. Ma occorre anche uno snellimento nelle procedure, meno autorizzazioni, meno intoppi e un passo in avanti verso la digitalizzazione. Quindi non è solo una questione di fondi, ma di creare un contesto adatto affinchè abbiano la massima efficacia.