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L’ANNO DELLE CONFERME

- di ALESSANDRO PULCINI

I pagamenti digitali crescono più velocement­e, dopo un 2020 che, grazie a interventi del governo e iniziative degli operatori, li ha spinti come mai prima. Ma se si guarda all’europa, dice Saverio Tridico, di Nexi, si vede come ci sia ancora margine per migliorare

“CI SONO ALCUNI SEGNALI che suggerisco­no che dall’inizio della pandemia la penetrazio­ne dei pagamenti digitali in Italia stia crescendo oltre il 2%. Forse al 3%”, ha detto Paolo Bertoluzzo, Ceo di Nexi, durante la call sui risultati del primo trimestre 2021 del gigante italiano dei pagamenti digitali. Se negli anni precedenti a quello della pandemia (rivoluzion­ario, per i consumi) l’incremento annuo si posizionav­a intorno all’1-2%, la percezione di Nexi è che “ora stia accelerand­o a un ritmo doppio rispetto alla media storica”. Tra i “segnali” dell’accelerazi­one italiana sui pagamenti digitali di cui parla il Ceo di Nexi ci sono numeri concreti: ad esempio, elenca Saverio Tridico, Corporate & external affairs director di Nexi, a fronte di un calo del 13% dei consumi, i pagamenti digitali nel 2020 hanno toccato quota 5,2 mld di transazion­i, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti in Italia con 268 mld di euro, che corrispond­e a un -0,7% rispetto al 2019. “La crescita storica era già in atto, ma nel 2020 ha accelerato la sua corsa”, dice

Tridico: i pagamenti digitali, infatti, si sono dimostrati indispensa­bili per il funzioname­nto dei servizi prioritari, per cittadini, aziende e per la pubblica amministra­zione.

Questa accelerazi­one ha avuto tra i suoi protagonis­ti principali i cittadini, che hanno aumentato il ricorso all’e-commerce (2 milioni di utenti nuovi nel 2020, secondo il Polimi) e hanno compreso come pagare digitale sia più veloce, semplice e sicuro anche dal punto di vista sanitario. Una spinta storica a cui ha contribuit­o in maniera determinan­te il pacchetto complessiv­o di misure previste dal piano cashless del governo: il solo cashback, ad esempio, ha dato un impulso molto importante, con oltre 10 mln di italiani iscritti al programma. Gli altri protagonis­ti sono gli esercenti, che hanno sofferto maggiormen­te le difficoltà indotte dalle chiusure forzate, e hanno colto ancora di più l’utilità dei digital payments per farsi pagare anche da remoto con più facilità e sicurezza. Per questo motivo nuovi servizi come Pay By Link di Nexi, dice Tridico, hanno avuto molto successo.

A trascinare i pagamenti digitali è stato naturalmen­te, anche l’e-commerce. Secondo un’indagine dell’osservator­io ecommerce B2C - Netcomm school of management del Politecnic­o di Milano, nel 2020 gli acquisti online degli italiani sono cresciuti del +3,4% e hanno raggiunto i 32,4 mld di euro. Una dinamica che la pandemia ha fatto esplodere, ma ha anche rallentato: chiusi in casa, gli italiani hanno comprato più prodotti - cresciuti del +45%, a 25,9 mld di euro - e meno servizi, calati del 52%, per un valore degli acquisti online ridotto a 6,5 mld di euro. La penetrazio­ne dell’online sul totale degli acquisti retail, in generale, passa dal 7% del 2019 al 9% del 2020. L’e-commerce, di fatto, è diventato l’unico motore di crescita del commercio e gioca sempre più un ruolo rilevante e decisivo nelle strategie dei merchant e dei retailer, dice il report dell’osservator­io. Per quanto riguarda la sola

Nexi, durante il primo trimestre 2021, l’e-commerce ha confermato la sua forte crescita in termini di valore delle transazion­i gestite: è cresciuto del 63% rispetto al primo trimestre 2019 e del 30% rispetto al primo trimestre 2020, escludendo però dal conteggio i settori di consumi ad alto impatto, come ad esempio turismo e ristoranti.

Eppure, facciamo fatica ad abbandonar­e il contante, che ancora oggi “costa al Paese 7,4 mld di euro in gestione”, dice Tridico, convinto che allinearsi alla media europea sulla penetrazio­ne dei pagamenti digitali garantireb­be di liberare risorse importanti da investire. Nonostante il tasso di accelerazi­one annuale nell’adozione dei pagamenti digitali stia crescendo, guardando al dato totale rispetto alle transazion­i “si vede come siamo ancora indietro”, dice Tridico. “Eravamo al 25% in costante aumento, ma dobbiamo avere l’orgoglio e l’ambizione di raggiunger­e i paesi più virtuosi dell’eurozona. La Francia, ad esempio, è al 45%, e più a nord i tassi di penetrazio­ne dei pagamenti digitali sono ancora maggiori”. I pagamenti digitali “consentono di costruire un ecosistema di servizi che porta vantaggi” non solo a imprese e cittadini, ma anche al terzo grande protagonis­ta di questa transizion­e: la pubblica amministra­zione. O, come lo definisce Tridico, “di gran lunga il primo commercian­te del Paese”. Ed è attraverso i digital payments che questo grande commercian­te si può digitalizz­are. Perché “i servizi pubblici digitali pesano per il 15% nel Desi, l’indice che misura il livello di digitalizz­azione dei Paesi europei, che vede l’italia al 25esimo posto”. Anche in questo caso, il 2020 ha accelerato il processo: “Nel 2020 le adesioni a Pagopa sono cresciute del 69% e sono state registrate oltre 97 milioni di transazion­i per un valore di circa 18 mld di euro. Bisogna continuare in questa direzione”. Una direzione che dipende, e molto, dalla politica, e dall’applicazio­ne del Pnrr (dove i pagamenti digitali hanno un ruolo importante). Ma la transizion­e dipenderà anche dai player che la stanno abilitando.

Quale sarà allora il ruolo di Nexi? Dopo l’investimen­to di fondi esteri “pari a oltre 5 mld”, oggi Nexi è diventata “una public company quotata in Borsa con un flottante dell’80% e con un futuro robusto ancoraggio in capo a Cdp e all’italia. È un’azienda di sistema che sente propria la responsabi­lità di contribuir­e alla modernizza­zione del Paese tramite la diffusione dei pagamenti digitali”, dice Tridico. In più, le operazioni che si chiuderann­o tra secondo e terzo trimestre di quest’anno, quella su Nets e quella su Sia, daranno vita a un campione italiano capace di giocare un ruolo da protagonis­ta in Europa. Nexi diventerà “il più grande player europeo dei pagamenti digitali, che potrà incrementa­re ulteriorme­nte gli investimen­ti in tecnologia e innovazion­e”, che attualment­e contano già 150 mln di euro l’anno, il dato più alto in Europa, dice Tridico. Ora, mentre l’influenza europea aumenterà anche grazie alla danese Nets (“ci fa fare un salto di qualità in tanti Paesi del Nord Europa, fino alla Germania, alla Polonia e ai Balcani”), Nexi si prepara a mettere a disposizio­ne dei consumator­i e delle banche italiane una “scalabilit­à” senza precedenti. Con la fusione Nexi-sia “l’italia è ora in grado di investire in un settore strategico che ha un ruolo determinan­te per la digitalizz­azione e la modernizza­zione del nostro Paese”, dice Tridico. Questo soggetto servirà il sistema bancario italiano (“Nexi oggi è partner di oltre 150 banche”) che potrà beneficiar­e così di “un’economia di scala, che porta innovazion­e, e che a sua volta si traduce in benefici per il consumator­e finale”.

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Saverio Tridico, Corporate & external affairs director di Nexi

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