La finanza è già cambiata
PRESERVARE DIVERSITY E AMBIENTE DIVENTA UN FATTORE DI COMPETITIVITÀ. UN FATTORE IMPRESCINDIBILE DI BUSINESS” ACCOMPAGNARE LE AZIENDE IN CUI INVESTIAMO IN UN PROCESSO VIRTUOSO, DIALOGANDO CON LORO, VISTO CHE SPESSO HANNO GRANDI IDEE INNOVATIVE”
ESG, ‘ATTIVISMO’ DEGLI AZIONISTI, PREFERENZE DEI CLIENTI STRAVOLTE DALLA PANDEMIA: NEL FORUM FINANCE DI FORTUNE ITALIA ESPERTI DI BANCHE, COMPAGNIE ASSICURATIVE E AZIENDE SI SONO CONFRONTATE SULLE GRANDI TRASFORMAZIONI DEL SETTORE FINANZIARIO. E SU COME ADATTARSI AL CAMBIAMENTO
OGGI un azionista valuta una società anche dal modo in cui riesce a “stare al mondo”. Non valuta più solo il dividendo, ma anche la sua sostenibilità. Al di là delle prese di coscienza personali, alla base di questa trasformazione degli investitori (più ‘attivisti’, come sa bene Exxon: vedi pagina 96) c’è un aspetto prettamente finanziario: “Preservare diversity e ambiente diventa un fattore di competitività”, ha detto Michele Crisostomo, presidente dell’enel, aprendo i lavori del Forum Finance di Fortune Italia del 9 giugno. Una società poco attenta al mondo che la circonda espone un investimento a rischi a lungo termine sempre più grandi, come quelli legati ai cambiamenti climatici. Gli investitori guardano al ritorno sull’investimento in modo diverso, o perlomeno non più solo a quello, dice Crisostomo: l’impresa deve anche evitare di perdere competitività di lungo periodo, trascurando aspetti che, se prima erano considerati “di contorno”, ora stanno diventando “fattori imprescindibili di business”. Quella verde è forse la trasformazione principale della finanza, ma non è l’unica. La pandemia, intanto, ha accelerato qualsiasi trend. La sfida, per gli operatori, è prendere la direzione giusta.
LA PRIMA TAVOLA ROTONDA dell’evento è stata dedicata alle assicurazioni e ai profili di rischio emersi nell’ultimo anno. Per Massimo Di Tria, Chief investment officer Cattolica Assicurazioni, i criteri
Esg sono ormai inclusi in “qualsiasi strategia”, non esistono “investimenti che non abbiano impatti Esg”. L’approccio migliore per aiutare le aziende sulla sostenibilità, dice Di Tria, è realizzare un “engagement positivo, spingendo gli operatori a migliorarsi”. Evitare un approccio “rigido” tra l’altro conviene perché non esiste un’unica strada verso la sostenibilità: le grandi capacità di innovazione delle aziende vanno lasciate libere. Bisogna “accompagnare le aziende in cui investiamo in un processo virtuoso, dialogando con loro, visto che spesso hanno grandi idee innovative”. Secondo Marco Scarrico, Commercial director di Euler Hermes Italia, per le imprese il rischio di insolvenza aumenterà, ma
MICHELE CRISOSTOMO, PRESIDENTE DELL’ENEL
MASSIMO DI TRIA, CHIEF INVESTMENT OFFICER CATTOLICA ASSICURAZIONI
sarà una tendenza graduale. “Dal punto di vista dell’assicurazione del credito in questo passaggio prevediamo un rientro alla normalità con una certa verticalità nell’analisi del rischio. Emergeranno aziende che hanno rischi di solvibilità e bisognerà capire come sostenerle”. Per ora il rischio insolvenze è diminuito rispetto all’anno precedente, ma adesso quel rischio si sposterà nel medio lungo periodo, con gli effetti mitigati dall’accelerazione dovuta al Pnrr. Al di là del contesto generale, chi valuta il rischio dovrà però considerare le peculiarità di ogni settore. Alcuni sono più colpiti dalla carenza di materie prime, ad esempio. Altri vedono la propria supply chain trasformarsi, con dinamiche legate all’onshoring. Il “rischio reale non sarà generalizzato”, come era successo con la crisi finanziaria del 2008-2009.
LA GRANDE ACCELERAZIONE impressa dall’ultimo anno di pandemia alla trasformazione digitale ha cambiato definitivamente i comportamenti e le esigenze dei clienti di banche e consulenti. Se ne è parlato durante la tavola sull’innovazione digitale moderata da Pietro Italo Torresan, docente del Mip Politecnico di Milano. “Stiamo puntando sulla soddisfazione del cliente che avviene attraverso l’ottimizzazione dei processi finanziari per l’accesso al credito”, dice Adriano Gerardelli, Head of financial service Italy Minsait (Indra company). Per Gerardelli sono 3 le aree su cui il settore finanziario dovrebbe concentrarsi, sempre mettendo il cliente al centro di ogni strategia: i sistemi di pagamento, i modelli di relazione tra banche e clienti, e “l’ottimizzazione dei processi tramite automation”. Bisogna, quindi, lavorare sui dati, che vanno “unificati”. Per farlo “è necessaria la creazione di una piattaforma Cdp (Customer data platform), un archivio in cui sono memorizzate le informazioni sui clienti: raccoglie i dati, li unifica ed estrae insight di valore”. La conseguenza di una visione più ‘olistica’ del cliente, e dell’uso dei big data, è un miglioramento del servizio che gli si può offrire
Tra gli operatori principali del fintech ci sono le challenger bank: cosa sono esattamente? Rappresentano una sfida al sistema tradizionale o un operatore destinato all’accorpamento da parte delle big? Per Antonio Valitutti, Ceo di Hype, esiste una terza strada. Il termine challenger bank di norma “si porta dietro un concetto di sfida a un sistema tradizionale, se ne sente parlare sempre in questi termini”. Secondo altri queste “challenger rientrano prima o poi in operatori incumbent, la loro strada di accorpamento è segnata”.
Ma per Valitutti c’è una “terza via, che è la collaborazione tra operatori diversi attraverso l’open banking, anche se sono apparentemente in competizione. Attraverso il concetto chiave della specializzazione si possono creare modelli virtuosi”. Per Piergiorgio Zuffi, direttore commerciale di Innova Finance, nell’evoluzione futura del settore non va dimenticato il ruolo della finanza agevolata, il collegamento tra le aziende che devono evolvere per essere competitive e i finanziamenti post pandemia. “Sicuramente ora viviamo un periodo di difficoltà economica”, ma le aziende hanno “retto abbastanza bene, al netto dei mesi di lockdown totale. Stanno continuando a investire”. Sanno, insomma, che “per valorizzare le risorse bisogna innovare”, dice Zuffi.
EMERGERANNO AZIENDE CON RISCHI DI SOLVIBILITÀ E BISOGNERÀ CAPIRE COME SOSTENERLE. IL RISCHIO REALE NON SARÀ GENERALIZZATO”
MARCO SCARRICO, COMMERCIAL DIRECTOR DI EULER HERMES ITALIA CON LA COLLABORAZIONE TRA OPERATORI DIVERSI ATTRAVERSO L’OPEN BANKING E LA SPECIALIZZAZIONE SI POSSONO CREARE MODELLI VIRTUOSI”
ANTONIO VALITUTTI, CEO DI HYPE STIAMO PUNTANDO SULLASODDISFAZIONE DEL CLIENTE CHE SI OTTIENE ATTRAVERSO L’OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI FINANZIARI PER L’ACCESSO AL CREDITO”
ADRIANO GERARDELLI, HEAD OF FINANCIAL SERVICES ITALY MINSAIT (INDRA COMPANY) IN UN PANORAMA COSÌ ARTICOLATO BISOGNA ACCOMPAGNARE LE AZIENDE, AIUTANDOLE A PROGRAMMARE AL MEGLIO IL LORO PIANO DI INVESTIMENTI”
PIERGIORGIO ZUFFI, DIRETTORE COMMERCIALE DI INNOVA FINANCE