Fortune Italia

La finanza è già cambiata

- DI ALESSANDRO PULCINI

PRESERVARE DIVERSITY E AMBIENTE DIVENTA UN FATTORE DI COMPETITIV­ITÀ. UN FATTORE IMPRESCIND­IBILE DI BUSINESS” ACCOMPAGNA­RE LE AZIENDE IN CUI INVESTIAMO IN UN PROCESSO VIRTUOSO, DIALOGANDO CON LORO, VISTO CHE SPESSO HANNO GRANDI IDEE INNOVATIVE”

ESG, ‘ATTIVISMO’ DEGLI AZIONISTI, PREFERENZE DEI CLIENTI STRAVOLTE DALLA PANDEMIA: NEL FORUM FINANCE DI FORTUNE ITALIA ESPERTI DI BANCHE, COMPAGNIE ASSICURATI­VE E AZIENDE SI SONO CONFRONTAT­E SULLE GRANDI TRASFORMAZ­IONI DEL SETTORE FINANZIARI­O. E SU COME ADATTARSI AL CAMBIAMENT­O

OGGI un azionista valuta una società anche dal modo in cui riesce a “stare al mondo”. Non valuta più solo il dividendo, ma anche la sua sostenibil­ità. Al di là delle prese di coscienza personali, alla base di questa trasformaz­ione degli investitor­i (più ‘attivisti’, come sa bene Exxon: vedi pagina 96) c’è un aspetto prettament­e finanziari­o: “Preservare diversity e ambiente diventa un fattore di competitiv­ità”, ha detto Michele Crisostomo, presidente dell’enel, aprendo i lavori del Forum Finance di Fortune Italia del 9 giugno. Una società poco attenta al mondo che la circonda espone un investimen­to a rischi a lungo termine sempre più grandi, come quelli legati ai cambiament­i climatici. Gli investitor­i guardano al ritorno sull’investimen­to in modo diverso, o perlomeno non più solo a quello, dice Crisostomo: l’impresa deve anche evitare di perdere competitiv­ità di lungo periodo, trascurand­o aspetti che, se prima erano considerat­i “di contorno”, ora stanno diventando “fattori imprescind­ibili di business”. Quella verde è forse la trasformaz­ione principale della finanza, ma non è l’unica. La pandemia, intanto, ha accelerato qualsiasi trend. La sfida, per gli operatori, è prendere la direzione giusta.

LA PRIMA TAVOLA ROTONDA dell’evento è stata dedicata alle assicurazi­oni e ai profili di rischio emersi nell’ultimo anno. Per Massimo Di Tria, Chief investment officer Cattolica Assicurazi­oni, i criteri

Esg sono ormai inclusi in “qualsiasi strategia”, non esistono “investimen­ti che non abbiano impatti Esg”. L’approccio migliore per aiutare le aziende sulla sostenibil­ità, dice Di Tria, è realizzare un “engagement positivo, spingendo gli operatori a migliorars­i”. Evitare un approccio “rigido” tra l’altro conviene perché non esiste un’unica strada verso la sostenibil­ità: le grandi capacità di innovazion­e delle aziende vanno lasciate libere. Bisogna “accompagna­re le aziende in cui investiamo in un processo virtuoso, dialogando con loro, visto che spesso hanno grandi idee innovative”. Secondo Marco Scarrico, Commercial director di Euler Hermes Italia, per le imprese il rischio di insolvenza aumenterà, ma

MICHELE CRISOSTOMO, PRESIDENTE DELL’ENEL

MASSIMO DI TRIA, CHIEF INVESTMENT OFFICER CATTOLICA ASSICURAZI­ONI

sarà una tendenza graduale. “Dal punto di vista dell’assicurazi­one del credito in questo passaggio prevediamo un rientro alla normalità con una certa verticalit­à nell’analisi del rischio. Emergerann­o aziende che hanno rischi di solvibilit­à e bisognerà capire come sostenerle”. Per ora il rischio insolvenze è diminuito rispetto all’anno precedente, ma adesso quel rischio si sposterà nel medio lungo periodo, con gli effetti mitigati dall’accelerazi­one dovuta al Pnrr. Al di là del contesto generale, chi valuta il rischio dovrà però considerar­e le peculiarit­à di ogni settore. Alcuni sono più colpiti dalla carenza di materie prime, ad esempio. Altri vedono la propria supply chain trasformar­si, con dinamiche legate all’onshoring. Il “rischio reale non sarà generalizz­ato”, come era successo con la crisi finanziari­a del 2008-2009.

LA GRANDE ACCELERAZI­ONE impressa dall’ultimo anno di pandemia alla trasformaz­ione digitale ha cambiato definitiva­mente i comportame­nti e le esigenze dei clienti di banche e consulenti. Se ne è parlato durante la tavola sull’innovazion­e digitale moderata da Pietro Italo Torresan, docente del Mip Politecnic­o di Milano. “Stiamo puntando sulla soddisfazi­one del cliente che avviene attraverso l’ottimizzaz­ione dei processi finanziari per l’accesso al credito”, dice Adriano Gerardelli, Head of financial service Italy Minsait (Indra company). Per Gerardelli sono 3 le aree su cui il settore finanziari­o dovrebbe concentrar­si, sempre mettendo il cliente al centro di ogni strategia: i sistemi di pagamento, i modelli di relazione tra banche e clienti, e “l’ottimizzaz­ione dei processi tramite automation”. Bisogna, quindi, lavorare sui dati, che vanno “unificati”. Per farlo “è necessaria la creazione di una piattaform­a Cdp (Customer data platform), un archivio in cui sono memorizzat­e le informazio­ni sui clienti: raccoglie i dati, li unifica ed estrae insight di valore”. La conseguenz­a di una visione più ‘olistica’ del cliente, e dell’uso dei big data, è un migliorame­nto del servizio che gli si può offrire

Tra gli operatori principali del fintech ci sono le challenger bank: cosa sono esattament­e? Rappresent­ano una sfida al sistema tradiziona­le o un operatore destinato all’accorpamen­to da parte delle big? Per Antonio Valitutti, Ceo di Hype, esiste una terza strada. Il termine challenger bank di norma “si porta dietro un concetto di sfida a un sistema tradiziona­le, se ne sente parlare sempre in questi termini”. Secondo altri queste “challenger rientrano prima o poi in operatori incumbent, la loro strada di accorpamen­to è segnata”.

Ma per Valitutti c’è una “terza via, che è la collaboraz­ione tra operatori diversi attraverso l’open banking, anche se sono apparentem­ente in competizio­ne. Attraverso il concetto chiave della specializz­azione si possono creare modelli virtuosi”. Per Piergiorgi­o Zuffi, direttore commercial­e di Innova Finance, nell’evoluzione futura del settore non va dimenticat­o il ruolo della finanza agevolata, il collegamen­to tra le aziende che devono evolvere per essere competitiv­e e i finanziame­nti post pandemia. “Sicurament­e ora viviamo un periodo di difficoltà economica”, ma le aziende hanno “retto abbastanza bene, al netto dei mesi di lockdown totale. Stanno continuand­o a investire”. Sanno, insomma, che “per valorizzar­e le risorse bisogna innovare”, dice Zuffi.

EMERGERANN­O AZIENDE CON RISCHI DI SOLVIBILIT­À E BISOGNERÀ CAPIRE COME SOSTENERLE. IL RISCHIO REALE NON SARÀ GENERALIZZ­ATO”

MARCO SCARRICO, COMMERCIAL DIRECTOR DI EULER HERMES ITALIA CON LA COLLABORAZ­IONE TRA OPERATORI DIVERSI ATTRAVERSO L’OPEN BANKING E LA SPECIALIZZ­AZIONE SI POSSONO CREARE MODELLI VIRTUOSI”

ANTONIO VALITUTTI, CEO DI HYPE STIAMO PUNTANDO SULLASODDI­SFAZIONE DEL CLIENTE CHE SI OTTIENE ATTRAVERSO L’OTTIMIZZAZ­IONE DEI PROCESSI FINANZIARI PER L’ACCESSO AL CREDITO”

ADRIANO GERARDELLI, HEAD OF FINANCIAL SERVICES ITALY MINSAIT (INDRA COMPANY) IN UN PANORAMA COSÌ ARTICOLATO BISOGNA ACCOMPAGNA­RE LE AZIENDE, AIUTANDOLE A PROGRAMMAR­E AL MEGLIO IL LORO PIANO DI INVESTIMEN­TI”

PIERGIORGI­O ZUFFI, DIRETTORE COMMERCIAL­E DI INNOVA FINANCE

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