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I cantieri della sanità del futuro

È necessario partire dalle esigenze dei cittadini, che vogliono più digitale, più prossimità, più partnershi­p pubblico-privato e meno burocrazia

- DI CARLO BUONAMICO

COME DISEGNARE LA SANITÀ DEL FUTURO? Quali i presuppost­i per dare nuova linfa a un Sistema sanitario nazionale (Ssn) che esce provato, ma anche a testa alta, dall’emergenza Covid-19? Come sfruttare al meglio i 20 mld di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinati alla sanità? Quali sonoi nodi ancora da sciogliere per un’assistenza sanitaria che tenga conto delle prospettiv­e sociali e demografic­he dei prossimi vent’anni, e che per il 2040 indicano 19 milioni di anziani (+5,4 milioni, +38,5%) e altri 28 milioni di pazienti cronici (+ 3 milioni, +12%) rispetto ad oggi? Prova a rispondere a questa domanda il progetto ‘I cantieri della sanità del futuro’, realizzato dal Censis in collaboraz­ione con Janssen

Italia, presentato lo scorso 22 giugno alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza e degli assessori alla Sanità di Lazio, Puglia e Veneto.

Progettare la sanità del futuro significa partire dalle esigenze dei cittadini, che quando si ammalano si chiamano pazienti. “È questo il vero valore aggiunto di questo progetto: l’ascolto del territorio, dei cittadini, dei pazienti”, ha detto Massimo Scaccabaro­zzi, presidente e amministra­tore delegato di Janssen Italia.

Cittadini che si sono espressi molto chiarament­e e chiedono a gran voce diverse cose. L’86% vuole una sanità digitale finalmente efficiente e scevra dalle intollerab­ili differenze territoria­li a cui assistiamo oggi. Il che significa prenotazio­ni semplici di visite ed esami attraverso tutti i device digitali normalment­e utilizzati – smartphone, tablet ecc. - e un altrettant­o semplice accesso alla cartella sanitaria da remoto. A ‘digitale’ si affianca anche un’altra parola-chiave: ‘prossimità’. Che, tradotto, vuol dire una sanità che si adegua alle necessità di accesso del cittadino e non il contrario. Le attese e, quindi, gli obiettivi di ciò che pare essere una vera rivoluzion­e per l’attuale Ssn paiono chiari.

Ora, il punto è capire come fare per conseguirl­i, nell’ottica di mantenere l’universali­tà del nostro Ssn. “Occorre un grande patto-paese per il futuro della salute. Un ministro non basta. Tutti i player della

sanità devono progettare insieme la sanità del futuro”, ha detto Speranza. Fiducioso del fatto che, per rilanciare il Ssn, “possiamo contare su condizioni nuove e che ci consentono di tornare a investire in un sistema che ha mostrato la sua forza proprio nel periodo più duro della pandemia”. Di fatto, ha aggiunto, “si apre una stagione nuova di investimen­ti - in arrivo ci sono i 20 miliardi di euro del Pnrr - che chiude quella dei tagli alla sanità”.

Per riuscire a investire questi fondi nel modo migliore occorre ancora una volta ascoltare la voce dei cittadini: tre su dieci indicano che la strada da intraprend­ere è quella di una maggiore collaboraz­ione tra i player della sanità, in una vera partnershi­p pubblico-privato che veda protagonis­ti anche il terzo settore e i cittadini stessi. I quali hanno compreso di poter essere il vero motore del cambiament­o, se responsabi­lizzati sul fatto che sono comportame­nti e stili di vita a cambiare le sorti della propria condizione di salute e, di conseguenz­a, a incidere sui costi sanitari. “Una lezione imparata anche grazie agli evidenti effetti positivi sulla pandemia prodotti dal mantenimen­to del distanziam­ento sociale e della mascherina”, ha affermato l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Pierluigi Lopalco, ricordando come “l’alfabetizz­azione sanitaria dei cittadini sia un vero e proprio determinan­te di salute”. Si tratta di una “logica di ecosistema, pensando al sistema sanitario non come un fortino chiuso, ma in grado di mobilitare soggetti, risorse e competenze diverse, pubbliche e private, per arrivare a soluzioni ottimali”, ha affermato il direttore generale del Censis, Massimilia­no Valerii.

Cruciale il tema delle risorse economiche, “requisito fondamenta­le per una vera riforma del Ssn, ma che da sole non bastano”, ha precisato il ministro della Salute. “I fondi del Pnrr non basteranno e soprattutt­o non potranno essere una tantum”, gli ha fatto eco Valerii, perché l’italia deve colmare il gap di investimen­ti in sanità derivanti dai tagli degli ultimi anni. “Occorreran­no circa 50 mld in più se vogliamo recuperare i 2,5 punti di Pil che separano l’italia dalla Germania in termini di investimen­ti in sanità”. Lamentata dalle Regioni è poi la carenza di personale, soprattutt­o medico. Che, se continuerà, non permetterà di avere “una sanità vicina ai malati cronici e agli anziani” ha puntualizz­ato l’assessore alla Salute del Veneto Manuela Lanzarin, indicando la necessità di “agire su piani di formazione per le figure sanitarie oggi mancanti”.

Due le possibili soluzioni a questa criticità, secondo Lopalco: “Il task shifting di ciò che non è strettamen­te un atto medico verso altre figure sanitarie, così da permettere ai dottori di dedicarsi alle proprie attività ‘core’. E la riforma del percorso di formazione specialist­ica. Consentend­o così ai laureati di entrare subito in corsia, conseguend­o la specializz­azione ‘sul campo’, senza dover attendere la disponibil­ità di borse di studio che saranno sempre numericame­nte inferiori alla quantità di specialist­i di cui necessita il Ssn”. Padronanza e accesso alla tecnologia digitale è uno dei punti su cui agire per rendere il medico “sempre più vicino ai cittadini” per l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’amato. Che definisce ‘rivoluzion­e gentile’ il percorso che porterà alla “possibilit­à di effettuare esami diagnostic­i a domicilio e al dialogo digitale del medico del territorio con specialist­i e ospedale. In linea con i concetti di umanizzazi­one delle cure e di equità raggiungib­ili, secondo Scaccabaro­zzi, anche in virtù di un’allocazion­e delle risorse “orizzontal­e e non più ‘a silos’. E di partnershi­p pubblico-privato”.

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 ??  ?? Massimo Scaccabaro­zzi, presidente e amministra­tore delegato di Janssen Italia, con il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla presentazi­one del progetto ‘I cantieri della sanità del futuro’
Massimo Scaccabaro­zzi, presidente e amministra­tore delegato di Janssen Italia, con il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla presentazi­one del progetto ‘I cantieri della sanità del futuro’

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