Guida definitiva per un’abbronzatura sana
Preguidizi, lacune e falsi miti svelati, per una pelle al sole sicura a ogni età
DI BARBARA DI CHIARA
NEI RICORDI DI OGNUNO di noi c’è quel malessere, quel bruciore, quella sensazione di secchezza della pelle e persino di leggera febbre, risultato di una intera giornata trascorsa al mare, senza alcuna (o con poca) protezione solare. Qualche decennio è passato, la cultura della prevenzione dei tumori della pelle ha permeato ormai la pubblica opinione: tutti, o quasi, sanno come proteggersi dai danni dei raggi Uv. Ma alcuni grandi pregiudizi, lacune, false credenze permangono. Il principio di base dal quale partire è: una bella abbronzatura esige una protezione sicura ed efficace, e non esiste invidiabile tintarella che non sia scaturita da una abbondante quantità di crema spalmata sulla cute. Leonardo Celleno, dermatologo e presidente dell’associazione italiana dermatologia e cosmetologia (Aideco), spiega innanzitutto dove risiede il pericolo: “La maggior parte degli effetti della luce solare sulla pelle è causata dalle radiazioni ultraviolette (Uv), la parte della luce ‘invisibile’, che si dividono in tre categorie: Uva, Uvb e Uvc. La capacità di penetrazione nella pelle e, quindi, di pericolosità per l’uomo aumenta con il diminuire della lunghezza d’onda di queste radiazioni: le Uvc sarebbero le più dannose, ma fortunatamente l’atmosfera terrestre non le lascia penetrare. Quindi dei raggi Uv, soltanto gli Uva e gli Uvb raggiungono la superficie del nostro Pianeta. Gli effetti principali di questi raggi sull’organismo sono diversi, in primis c’è il foto-aging, ossia l’invecchiamento cutaneo precoce dovuto a fattori esterni o ambientali, quindi non legati all’età; poi, ci sono scottature ed eritemi. Entrambi i tipi di radiazioni possono però essere responsabili di danni ben più seri, come la comparsa di neoplasie cutanee, ed è ormai pensiero comune che ci sia una interazione sinergica tra Uva e Uvb relativamente agli effetti nocivi che questi possono causare sulla cute”.
LA PROTEZIONE È NELLE NOSTRE MANI
Già con questi semplici concetti, ci si può rendere conto di quanto il nostro comportamento sia importante nella corretta gestione dell’esposizione al sole, sia in vacanza, che nel corso dei mesi estivi trascorsi in città, dove non dobbiamo mai dimenticare che i raggi Uv ci raggiungono comunque, mentre camminiamo, andiamo in motorino, o siamo seduti al bar. “Anche in città - consiglia Celleno - usiamo cosmetici che abbiano almeno un fattore di protezione solare (Spf ) tale da proteggere la propria tipologia cutanea (fototipo), ormai presente in molte creme anti-età e fondotinta. Seppure l’uso della mascherina, a cui da tempo si è costretti, riduce la superficie del volto esposta ai raggi solari, la zona del contorno occhi, molto delicata e sensibile, rimane esposta e quindi va protetta. La stessa regola vale anche per la pelle delle mani e del decolleté. Di conseguenza sarebbe opportuno proteggerle quotidianamente utilizzando prodotti specifici per queste zone, con un livello di protezione adeguato, in grado di prevenire
la comparsa di rughe e macchie scure. Maggiori accortezze devono essere prese quando l’esposizione al sole è prolungata e avviene in condizioni come in estate, al mare, o anche in montagna: qui, oltre ad evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde e a utilizzare possibilmente cappelli e occhiali, bisogna fare una scelta ‘forte’ sui solari, sia per quantità che per qualità. Scegliere buoni prodotti e utilizzarli senza ‘lesinare’ consente di evitare arrossamenti e scottature che, lo ricordo, se ripetute nel tempo possono avere effetti gravi sulla pelle a lungo termine”.
I DIVERSI FILTRI SOLARI
La protezione solare riesce a schermare la pelle attraverso i cosiddetti filtri, che assorbono o riflettono i raggi Uv. In base alla natura e al meccanismo di azione, questi prodotti si suddividono in chimici o fisici. “I principi attivi nei cosiddetti filtri solari chimici, grazie alla loro struttura, sono in grado di assorbire in modo selettivo le radiazioni Uv (a e b) e poi di disperderle. Gli schermi fisici, come il biossido di titanio e l’ossido di zinco, invece, sono sostanze minerali inerti e dal forte potere coprente, che riflettono fisicamente la luce del sole. Le formule dei filtri solari fisici conferiscono la colorazione tipicamente bianca quando sono applicati sulla pelle, ma i prodotti più recenti non lasciano traccia e si fondono con la naturale tonalità della pelle. Gli schermi solari fisici, grazie alla loro opacità, oppongono una vera e propria barriera alle radiazioni Uv, attraverso processi di riflessione e di diffusione delle radiazioni nocive. La sfida del futuro è proprio garantire la massima efficacia e una sempre maggiore gradevolezza cosmetica”, afferma il dermatologo.
LA SCELTA DEL ‘NOSTRO’ PRODOTTO
La definizione di solare, secondo quanto prevede la normativa in materia, identifica un qualunque preparato (crema, olio, gel, latte, spray) destinato a essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi Uv assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione. Questi prodotti rappresentano dunque la più importante arma di difesa per la pelle nei confronti del sole. Ma scegliere il più adatto alle proprie esigenze non sempre e non per tutti è così facile. “Il primo elemento da prendere in considerazione per orientarsi - aggiunge Celleno - è conoscere il proprio fototipo, un elemento che ci dà indicazione di come reagisce la nostra pelle durante l’esposizione al sole. Tra varie classificazioni, la più comunemente utilizzata individua 6 fototipi, stabiliti in base alle caratteristiche individuali (come la carnagione più o meno scura, il colore degli occhi e/o dei capelli) e alla risposta della pelle dopo esposizione al sole (vedi tabella). Gli individui appartenenti a fototipo I, II e III tendono ad arrossarsi e scottarsi più facilmente e pertanto dovranno proteggersi utilizzando prodotti con fattore di protezione alto o molto alto. Viceversa, chi è più scuro (fototipo IV o V) o già abbronzato, può scegliere solari con Spf più bassi, anche se è importante proteggersi sempre e più volte IN BASE ALLE CARATTERISTICHE E ALLA RISPOSTA AL SOLE
nel corso dell’esposizione. Purtroppo, la conoscenza del proprio fototipo è ancora piuttosto scarsa e per questo è raccomandabile iniziare sempre con l’utilizzo di prodotti solari con fattore di protezione alta o molto alta. Soltanto successivamente, dopo che si è già abbronzati, si può valutare la possibilità di utilizzare un prodotto solare con un fattore di protezione più basso, tenendo sempre bene in mente però che, anche se l’abbronzatura è una risposta difensiva della pelle all’azione dei raggi ultravioletti, è necessario continuare con un comportamento intelligente”, spiega il presidente Aideco. In particolare, dopo un’esposizione graduale (iniziando con brevi periodi e aumentando di volta in volta la durata) è auspicabile proteggere sempre la testa e gli occhi con cappelli e occhiali da sole, evitare di rimanere sotto il sole durante le ore più calde (11.00-15.00) e non essere parsimoniosi con i prodotto solari: dovrebbero infatti essere applicati in quantità abbondanti e soprattutto più volte nel corso dell’esposizione (almeno ogni 2 ore) in quanto bagni, docce, teli da mare e sabbia possono rimuovere il prodotto, anche se indicato come ‘water proof ’.
BAMBINI E SOLE
Infine, il comandamento per tutte le mamme: nella primissima infanzia (fino ai 2 anni) è importante evitare l’esposizione alla luce solare diretta. “La pelle del bambino è ancora immatura e meno protetta indica il dermatologo - di conseguenza il sole può danneggiare le sue delicate strutture cutanee ancora più facilmente che nell’adulto e le cellule possono subire dei danni che si accumuleranno nel tempo per poi diventare più evidenti”. Dopo i 2 anni, in maniera graduale, nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, è possibile esporli al sole applicando sempre la crema. Ma attenzione: “La delicata pelle del bambino non va protetta utilizzando i solari per adulti. Bisogna scegliere prodotti più adatti ai più piccoli, prediligendo un elevato fattore di protezione solare. La crema, il fluido o lo spray devono essere facili da applicare per non irritare la pelle, facendo infastidire il bambino”. E se accade che si scotti? “Bisogna evitare prima di tutto di esporre il bambino nuovamente al sole nei giorni successivi. Per trattare la scottatura, applicare più volte durante il giorno creme lenitive doposole adatte alla sua pelle. Se la scottatura è importante, può essere utile l’applicazione di una crema antinfiammatoria (cortisone) e antibiotica. E qualora comparisse febbre è sempre meglio consultare un medico”, conclude.